Il primo popolo
civilizzato dell'area
mesoamericana furono gli
Olmechi. L'importanza di
questo popolo non è solo
concettualmente storica,
ma si estende al fatto
che molti elementi
culturali fondamentali
elaborati da questo
popolo furono trasmessi
a tutta la zona
dell'America Centrale
rimanendo costanti,
nelle popolazioni più
diverse, fino al periodo
dei "conquistadores"
spagnoli. I popoli degli
odierni Guatemala e
Messico forse, dovettero
agli Olmechi i templi a
piramide, le scienze
sviluppate
nell'astronomia e nella
matematica e, in
particolar modo, a
quell'interesse per il
cielo che spesso ha
suscitato parecchi
interrogativi negli
studiosi. Il territorio
degli Olmechi era di
ridotta estensione e
comprendeva la parte
dell'istmo di
Tehuantepec rivolta
verso il golfo
del Messico. La loro
prima capitale, tra il
1000 e il 400 a.C, fu il
centro di La Venta.
Quest'ultima era una
città principalmente di
carattere religioso e
per questo poteva
considerarsi piu' un
santuario che un centro
urbano vero e proprio.
La Venta riveste
notevole importanza per
le testimonianze
artistiche che conserva.
Gli Olmechi furono
maestri nella
realizzazione sia di
piccole figure sia di
sculture colossali,
furono abili scultori
con statue a tuttotondo,
altorilievi e
bassorilievi, esplorando
tutti i campi dell'arte
plastica.
L'UOMO NEL SERPENTE
Nel centro di La Venta
ritroviamo quella che
rappresenta l'opera più
significativa dal punto
di vista clipeologico:
la stele nota come
"l'uomo nel serpente".
Il serpente in questione
sembra una delle
primissime
rappresentazioni di
Quezalcoalt, il serpente
piumato, che sulla stele
è raffigurato mentre si
chiude su se stesso.
All'interno,nel
serpente, è
rappresentata una figura
umana, anomala per molti
aspetti: innanzitutto
perchè si presenta
pesantemente vestita, a
differenza di tutte le
altre raffigurazioni
umane dell'arte Olmeca,
seminude ed inoltre per
il modo in cui gli abiti
si modellano sul corpo,
come se fossero in parte
di un vestiario molto
aderente, cosa molto
strana perchè in quelle
regioni sono sempre
state usate tonache o
mantelli. Quello che
lascia veramente stupiti
è quella sorta di
scafandro indossato
dall'essere umano.
Sembrerebbe un casco che
protegge l'intera testa
ma che lasciaun'
apertura all'altezza del
volto. Un altro elemento
anomalo è la borsa
all'interno del
serpente, oggetto mai
esistito nell'America
Precolombiana ma
rappresentato spesso
nell'arte
Assiro-Babilonese,
tenuta in mano
dall'uomo, ed un paio di
oggetti simili a
pannelli, scarsamente
definiti, connessi ad
una sorta di trave.
Oltre a parlare di mito
dimenticato a proposito
del significato di
questa opera possiamo
dedurre che la
conclusione sia opposta.
Ci troviamo di fronte
alla rappresentazione
del mito del
serpente piumato: forse
il serpente
rappresenterebbe una
sorta di veicolo o di
attrezzo tecnologico
capace di volare o di
compiere altri compiti a
noi ignoti... l'uomo
all'interno fa uso di
questa strana macchina e
ne conosce il
significato e il
funzionamento... è
quindi il frutto di
un'avanzata tecnologia
tramandata da un'antica
civiltà come quella di
Atlantide? Non
dimentichiamo che
migliaia di anni dopo
gli Atzechi rimasero
meravigliati davanti ai
cavalieri spagnoli
ritenendoli insieme ai
loro cavalli un unico
animale fantastico e
capace di dividersi in
due.
TRATTI SOMATICI
ORIENTALI
Le meraviglie di La
Venta non finiscono
nella raffigurazione
dell'uomo nel serpente.
L'arte Olmeca fornisce
indizi interessanti su
una mescolanza di razze
della quale gli Olmechi
stranamente erano a
conoscenza. Le colossali
teste di basalto di La
Venta, alte oltre due
metri e mezzo, pesanti
fino a 37 tonnellate,
che l'archeologia
ritiene appartengano a
sovrani Olmechi
presentano tratti del
tutto estranei alla
tipica razza amerinda.
Faccia larga con labbra
tumide e naso camuso,
viso con lineamenti
tipicamente negroidi,
testa coperta da un
copricapo atipico per le
popolazioni
mesoamericane, di cui
mai è stato trovato un
esemplare. Il professor
Javier Darquea Cabrera,
studioso peruviano ha
affermato che al museo
di Bogotà in Colombia
esiste la
rappresentazione di un
uomo dai tratti negroidi
alla guida di un
macchinario simile a
quello di La Venta. Gli
Olmechi erano soliti
scolpire statuette a
tutto tondo di giada,
rappresentanti piccoli
individui, dal cranio
allungato, glabri e dai
tratti somatici
orientali con orecchie
allungate. Non hanno
nulla degli Amerindi,
assomigliano più alla
rappresentazione di un
Buddha. Queste statuette
dagli occhi a mandorla
sono spesso
rappresentate nella
posizione del loto ma vi
sono anche esemplari che
descrivono scene di
gruppo. Chi sono questi
individui dallo strano
cranio? Non appartengono
a nessun ceppo
conosciuto e la loro
presenza in America,
seppur sotto forma di
statue non è spiegabile.
A parte il loro aspetto,
gli scavi delle
tombe olmeche non hanno
mai portato alla luce i
resti di questa razza di
aspetto orientale.
Inoltre,un coltello
chiamato Ascia Kunz,
presenta uno di questi
individui con qualcosa
collegato a bocca e
naso! Come se non
bastasse, sculture
olmeche in bassorilievo
di uomini barbuti e dai
tratti simili ai
Caucasici, fanno bella
mostra ancora una volta
a La Venta, mentre a
Uxpanapan gli Olmechi
hanno lasciato sculture
a tutto tondo di un uomo
calvo e barbuto in
perizoma: un'anomalia
abbastanza importante
visto che la razza
Amerinda non sviluppa
peluria, un ceppo
razziale del tutto
estraneo al continente
americano. Gli
archeologi non hanno mai
saputo dare una
spiegazione valida alla
presenza di queste
statue, tacendo infatti
sia su origini che sui
loro misteri. Chi sono e
cosa rappresentano? Una
risposta plausibile
potrebbe essere ancora
una volta collegata ad
Atlantide. Gli Olmechi
furono il più antico fra
i popoli insediati in
Mesoamerica ad avere una
cultura sviluppata ed
influenzarono tutte le
culture successive. Se
rappresentarono queste
diverse razze, mai
presenti in America
allora potrebbero averle
incontrate? Forse le
piccole statue orientali
e l'uomo nel serpente
potrebbero essere la
rappresentazione dei
sopravvissuti alla
catastrofe di Atlantide,
la cui razza possedeva
una mescolanza pari a
quella del mondo moderno
e che così gli Olmechi
decisero di
rappresentarle nelle
loro grandiose opere. |