Animale
mostruoso della
mitologia greca, il cui
nome significa "serpente
d'acqua". L’ idra è un
gigantesco serpente con
nove teste rappresentate
in forma umana, secondo
alcune leggende
addirittura cento, una
delle quali era
immortale: fino a che
quella testa non fosse
stata tagliata, le
altre, pur mozzate,
sarebbero ricresciute
immediatamente. Era
figlio dell'unione di
Tifone ed Echidna e
aveva il suo covo nelle
paludi di Lerna, nell'Argolide,
che rappresentavano il
limitare del regno della
morte. Il suo alito
uccideva gli uomini,
anche nel sonno,
avvelenava le acque e
distruggeva i campi
devastando il paese
facendo razzia del
bestiame. Si credeva che
l’Idra fosse stata
allevata da Era
nell’intento di mettere
a dura prova Eracle.
L’eroe ricevette
incarico da Euristeo di
uccidere l’Idra, ma per
portare a termine il
compito assegnatogli, si
fece aiutare
nell’impresa dal nipote
Iolao, al quale chiese
di incendiare una
foresta vicina e di
portargli alcuni rami
accesi. La fece balzare
fuori, presso la
sorgente Amimone, con
l’aiuto di frecce
infiammate e cominciò a
reciderle le teste ad
una ad una con una
sciabola ricurva
(un'arma rituale
utilizzata anche da
Perseo per uccidere la
Medusa). Con l'aiuto di
Iolao, che bruciava con
un tizzone le ferite
dell'Idra, impedendo
alle teste di
ricrescere. La testa
centrale, che era quella
immortale, la sotterrò,
sulla strada di Eleunte,
a una notevole
profondità depositandovi
sopra un grosso macigno.
Durante la lotta con
l’Idra, Era inviò un
gigantesco strinse con
le pinze il tallone di
Eracle che riuscì ad
ucciderlo. La dea volle
ricompensare comunque
l’alleato che condusse
in cielo mutandolo nella
costellazione del
Cancro. Eracle intinse,
nel frattempo, le frecce
nel sangue venefico
dell’Idra avvelenandole
per sempre. Al suo
ritorno si sentì dire da
Euristeo che l’impresa
non rientrava nelle
dieci fatiche
impostegli, per aver
richiesto l’aiuto di
Iolao (En. VI, vv.
1207-1209: VIII, vv.
453-457). Sono state
molte le interpretazioni
di questo episodio della
mitologia. Si diceva che
Lerno fosse un sovrano
che regnava in una città
chiamata Idra e che
combatteva circondato da
cinquanta arcieri,
ciascuno dei quali, non
appena spariva dalla
lotta, veniva
immediatamente
sostituito da un altro
(le teste che
ricrescono), il
granchio, invece, era
visto come un capo
militare accorso in
aiuto di Lerno. Altri
sostengono che sia la
metafora dell’immagine
delle popolazioni che
abitavano la palude e
dei tentativi effettuati
alla prosciugamento
della stessa,
considerata senza fondo,
e che risulta formata da
varie tre paludi
alimentate da tre
sorgenti sotterranee, le
cui infiltrazioni
impedivano qualsiasi
tipo di bonifica.
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