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Adrion cerca Nezia... una storia d'amore
Aurora Prestini

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Il GIARDINO D'ASTARTE - Ibisco
a cura di Mary Falco

L’Ibisco nero non esiste, ma…
“La primavera avanzava ed i primi fiori sbocciavano: si accorse tuttavia, con una punta di delusione, che erano più grandi di quelli della sua patria, ma più sbiaditi e meno profumati... il sole chiaro del Nord scaldava poco!
Solo le clematidi si schiudevano viola ed impenetrabili. Ben presto crebbero così fitte che Astarte dovette reciderne i rami, perché non ombreggiassero troppo i fiori d’ibisco, che crescevano rigogliosi in tutte le tonalità di giallo e di rosso, sempre più scuro, finché ne scoprì uno nero! Probabilmente si trattava di un carminio particolarmente intenso ed il bocciolo chiuso pareva bruno. Però che strano! Soprattutto considerando il pallore degli altri fiori.”

Da: “Adrion cerca Nezia” di Aurora Prestini, pag.57

L'ibiscoL'Ibisco (Hibiscus, L.) è un genere delle Malvaceae che comprende circa 300 specie tra piccoli alberi, arbusti e piante erbacee annuali o perenni. Il nome deriva dal greco e probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità, vissuto nel primo secolo dopo Cristo. Originario delle zone temperate dell’Asia, cresce oggi anche in Europa, Nord America e zone tropicali; produce talvolta esemplari alti fino ad oltre 2 m a seconda della specie. È comunque un arbusto a foglie caduche, molto diffuso in coltivazione come pianta ornamentale, nei giardini e come arredo urbano. Ha portamento eretto, ben ramificato, la corteccia è grigia, liscia, tende a divenire rugosa e profondamente segnata con il passare degli anni. Il fogliame è di forma ovale, presenta tre lobi di forma varia, piùL'Ibisco o meno evidenti a seconda dell’esemplare; di colore verde medio, le foglie sono seghettate. Dalla primavera inoltrata fino ai freddi autunnali produce, all’apice dei fusti, grandi fiori solitari, a forma di campana, di colore vario, nei toni del rosa, del bianco e del viola, con gola in colore contrastante; esistono numerose coltivazioni di ibisco, con fiori dai colori più vari, ed anche a fiore doppio o stradoppio. Queste piante hanno uno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi è consigliabile potarle dopo la fioritura, prima dell’arrivo dell’inverno ed intervenire anche a fine inverno, levando i rami eccessivamente rovinati e disordinati; la potatura a fine inverno ha anche il vantaggio di favorire lo sviluppo di nuovi rami, che porteranno i fiori. Ai fiori seguono i frutti, grosse capsule semilegnose, di forma ovale, che contengono i semi.
Ama moL'Ibiscolto il sole ed il caldo, predilige posizioni molto luminose, esposte direttamente ai raggi solari e ama le estati molto calde e lunghe. Può sopravvivere anche in condizioni avverse, anche se l’ombra causa scarse fioriture, così come un’estate molto fresca. Queste piante non temono il freddo e possono sopportare senza problemi gelate intense anche di lunga durata, anche se può capitare che alcuni dei rami dissecchino a causa del freddo.
Bisogna ovviamente annaffiare le giovani piante da poco messe a dimora, in modo da favorire lo sviluppo dell’apparato radicale; ma poi ci si accorgerà che sono moto rustiche e di facile coltivazione: possono sopportare lunghi periodi di siccità, ed anche brevi periodi con presenza di acqua stagnante sulle radici. Inoltre si accontentano di qualsiasi terreno, anche povero e sassoso pur prediligendo quelli freschi, mediamente ricchi di humus, con un buon drenaggio. L’ibisco può essere coltivato in vaso, ponendolo in un recipiente capiente; però bisogna ricordare che va rinvasato ogni 2-4 anni.
La moltiplicazione avviene generalmente per seme, in primavera; l’ibisco tende con facilità ad autoseminarsi, ma dal seme è difficile ottenere piante identiche alla madre e perciò è meglio praticare talee, prelevandole dai rami che non hanno portato fiori; bisogna tener presente che i nuovi germogli vengono molto spesso attaccati dagli afidi, che portano anche allo sviluppo di fumaggini; inoltre durante l’estate il fogliame può venire vistosamente rovinato degli acari, che si posano sulla pagina inferiore delle foglie.
Nell'Italia centro-meridionale si trova come specie spontanea, nelle scarpate o prode di fiumi l'Hibiscus roseus, bella pianta simile all'Althea con alti steli ricoperti di grandi fiori di colore rosa vivo.
Abbastanza diffuso è comunque anche l’Hibiscus Palustris in italiano Ibisco palustre pianta erbacIbiscoea perenne a foglie caduche, originaria dell'Asia e del continente americano, che sviluppa fusti legnosi eretti, alti 80-150 cm, ricoperti da una sottile peluria, larghe foglie ovali, talvolta allungate o trilobate, verdi sulla pagina superiore, biancastre e tormentose sulla pagina inferiore, dentate; per tutta l'estate produce numerosissimi fiori a forma di imbuto, larghi 15-20 cm, di colore bianco o rosa, esistono anche ibridi con fiori rosso intenso. Per favorire una fioritura più abbondante si consiglia di asportare i fiori appassiti; in autunno la pianta perde completamente le foglie e talvolta tutta la parte aerea, che si svilupperà in maniera vigorosa la primavera successiva. In natura questi arbusti costituiscono larghe colonie, nei pressi di paludi o di corsi d'acqua lenti e poco profondi. In genere queste piante si sviluppano sulle rive di corsi d'acqua o di paludi, anche in vicinanza di acque salmastre, ma sono meno resistenti al freddo delle altre e difficilmente sopportano la siccità.
L’incrocio tIbiscora ibisco e “palustris” ha dato origine a l'Hibiscus moscheutos che hanno dato origine a varietà dai fiori dai colori rosso, rosa, bianco, giallo e arancione… ma niente nero, comunque!
Le sue proprietà farmacologiche sono state confermate dalla ricerca moderna: funge da antisettico, astringente, colagogo, emolliente, digestivo, diuretico, purgativo, refrigerante, resolvente, calmante, stomachico e tonico. Tutte le parti della pianta sono utili dal punto di vista medicinale. Le foglie sono emollienti, diuretiche, refrigeranti e sedative, mentre i petali, i semi ed i calici maturi presentano le proprietà diuretiche e antiscorbutiche. I frutti sono antiscorbuto. Le radici amare sono usate come aperitive e tonico, ma hanno spiccate qualità emollienti, anche come rimedio alla tosse. I fiori dell'ibisco fanno lo shampo eccellente. L'estratto del fiore è stato usato in molti rimedi ai disordini del fegato, alta pressione sanguigna e come afrodisiaco, anche se quest’ultimo impiego è stato molto contestato. Allevia i problemi dello stomaco, zucchera l'alito e sostiene i nervi. L'assorbimento quotidiano del tè dell'ibisco è utile per la riduzione della pressione sanguigna alta.
Coltivato da sempre e largamente impiegato in cucina (le insalate di malvacee sono famose presso gli antichi romani, non foss’altro che per le indigestioni che ne faceva Cicerone) viene considerato un fiore ornamentale solo in epoca moderna. Notizie precise sulla sua coltivazione ci sono state riportate da Ghislain de Busbeck, ambasciatore fiammingo alla corte di Solimano il magnifico a Costantinopoli; durante la sua permanenza in Asia Minore studiò la botanica inviando numerosi esemplari, tra cui l’ibisco, in Olanda.
In Polinesia, da sempre, l’ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti apoggiarne un fiore sull’orecchio destro, se sono fidanzati, sull’orecchio sinistro, se sono “liberi”.
Altre specie erbacee originarie del Nord America sono l'Hibiscus militaris dai larghi fiori campanulati colorati di rosa-crema, ma le specie più utilizzate come piante ornamentali sono le numerose varietà di Hibiscus syriacus, rustiche e resistenti al freddo, a foglie decidue, fioritura estivIbiscoa con fiori colorati di bianco, rosa, viola e lilla, coltivate anche ad alberello; e le varietà di Hibiscus rosa-sinensi, che vengono coltivate in piena terra solo nelle zone a clima invernale mite, con foglie ovali persistenti, di colore verde scuro lucido, fiori ad imbuto di colore rosso smagliante, che fioriscono uno alla volta dalla primavera all'estate.
Tra le 300 specie d’interesse economicIbiscoo abbiamo l'Hibiscus cannabinus utilizzato nell'industria cartaria per il suo alto contenuto in cellulosa e nell'industria della canapa. L'Ibisco è il fiore nazionale della Malesia. Molto apprezzato nei Paesi del Centro America quali le Hawai dove specie provenienti dalla Cina si sono incrociate con le specie endemiche Hawaiane dando origine a delle piante spettacolari. Troviamo però grandi coltivazioni di Ibisco anche in Australia, Nuova Zelanda Noto anche l'Hibiscus esculentus coltivato nei paesi tropicali e sub tropicali per i suoi frutti raccolti immaturi e usati come alimento. I suoi fiori sono delicati e leggerissimi e hanno una durata molto breve, di solito un giorno; per questo regalando l’ibisco si vuole esaltare la bellezza fulminea e fugace. Il linguaggio amoroso ottocentesco si è sbizzarrito su questo fiore: donarne uno all’amata significa “tu sei bella”, il siriaco a fiore bianco ne loda la lealtà e rosso la pazienza del corteggiatore, mentre i colori cangianti attestano un rifiuto. Il rosso sangue, inutile dirlo, è “ferita al cuore”.