LA
STORIA
Nel Gennaio 2007 un
milanese proprietario di
un casale nei pressi di
un piccolo paese situato
nell’alta Maremma,
Roccatederighi, decide
di cercare nel suo
terreno una sorgente
d’acqua che possa così
evitare il dispendioso
ricorso alle autobotti
per approvvigionarsi. Il
luogo è in collina, e fa
parte delle cosiddette
“colline metallifere”,
un sistema collinare e
montuoso che va dalla
parte sud della
provincia di Pisa fino
alla parte
nord-occidentale della
provincia di Grosseto.
Dopo l’assunzione di un
geologo iniziano i vari
studi , con rilevazioni
del sottosuolo ed
indagini geoelettriche
che portano come
risultato la
composizione del
terreno, argille
calcari, e, soprattutto,
la notizia che non sono
presenti sorgenti
d’acqua e che risulta
difficile individuare
anche punti per fare i
soliti carotaggi, con il
rischio concreto di
lavorare e spendere
molti soldi senza
ottenere nessun
risultato. A questo
punto decide di chiedere
al suo vicino di poter
“sconfinare” per
continuare le indagini e
qui avviene la scoperta
di qualcosa di molto
strano. In questo
terreno semi-abbandonato
destinato alle colture
dissuasive, cioè
destinate a tenere
lontani cinghiali e
caprioli da colture di
pregio, viene
individuata, ad una
profondità di circa 4m,
una massa ferrosa di
dimensioni notevoli: 20
m di lunghezza e 4 di
larghezza. La sua
sezione ha una forma
strana che ricorda
vagamente quella di un
carro armato, ma ancora
più interessanti sono le
parole rivolte dal
geologo al
committente:<<Mai visto
nulla di simile, è un
materiale ad alta
conducibilità elettrica
dalla forma regolare.
Ditemi voi cosa devo
fare>>.
A questo punto i due
proprietari si
consultano e decidono di
fermare i lavori e di
chiedere un parere ad un
altro geologo, cercando
di non far trapelare la
notizia, ma tutto questo
si rivelerà inutile ed
in poco tempo si
incomincerà a parlarne
prima in paese e poi sui
giornali. Intanto il
secondo geologo che
conosce il territorio,
ma del luogo specifico
ha studiato solo le
carte, afferma senza
molti dubbi che <<sotto
terra, in quella
proprietà, c’è qualcosa
che non dovrebbe
esserci>>, ed in più
conferma la natura del
materiale: un metallo.

LE IPOTESI
A questo punto la
notizia accende la
fantasia di esperti e
non e con essa fioccano
le varie ipotesi e veri
e propri pellegrinaggi
di curiosi e studiosi di
ogni genere verso il
terreno situato in
località “i Sodi”.
Vediamole:
RESIDUATO BELLICO
La zona fu teatro di
attività bellica,
confermata anche dagli
anziani del paese,
difatti nel 1943 una
guarnigione tedesca si
insediò nella zona
tagliando gran parte dei
boschi circostanti e
successivamente il
territorio fu
protagonista di una
cruenta controffensiva
partigiana ed infine
della “bonifica”
americana. La forma
della massa ricorda
notevolmente quella di
un blindato, ma le sue
dimensioni sono troppo
grandi rispetto a quei
mezzi, non più lunghi di
12-13 metri. Si ipotizza
anche di una piattaforma
antiaerea sepolta o di
un deposito di armi
sotterraneo, piuttosto
frequente in quel
periodo.
REPERTI ARCHEOLOGICI
La zona è ricca di
risorse minerarie,
vegetali ed animali, ed
in più da quella
posizione si ha, oltre
ad una vista splendida,
il controllo di tutta la
pianura sottostante che
arriva fino al mare. Ci
sono stati insediamenti
etruschi e, soprattutto,
medievali, testimoniati
dal vicino castello di
Sassoforte. Si ipotizza
che possa essere, viste
le dimensioni, una
fonderia ormai interrata
piena di scorie ferrose,
le cosiddette loppe. Non
lontano dal luogo, in
località Acqua Nera,
verso la fine dell’800
erano attive diverse
miniere di lignite, per
questo qualcuno azzarda
che la massa sia un
vecchio traliccio delle
miniere.
RIFIUTI DI VARIO GENERE
Oltre che alle ipotesi
“storiche”, si pensa
anche a qualcosa di più
attuale con cui,
purtroppo, l’Italia ha
spesso a che fare; come
container di ferro
contenenti qualcosa di
pericoloso, ad esempio
rifiuti nocivi, anche se
la zona è sempre stata
“tranquilla” da questo
punto di vista; oppure
si ipotizza possa essere
calcestruzzo, messo lì
per un qualche probabile
lavoro mai terminato. La
famiglia però dichiara
che sono proprietari del
terreno dal 1936 e che
mai hanno interrato o
costruito qualcosa in
quel luogo, quindi
questa possibilità
sembra poco credibile.
Ipotesi riguardano anche
vecchie cisterne
dell’acqua, auto o mezzi
molto grandi “smaltiti”
sotterrandoli.
OGGETTO PROVENIENTE
DALLO SPAZIO
L’ipotesi dell’oggetto
arrivato dallo spazio è
forse quella più
suggestiva, ma
sicuramente non la più
azzardata visto la forma
del terreno vicino al
centro dell’oggetto che
forma una specie di
valle, e molti esperti,
come Piero Pecoraro,
responsabile scientifico
dell’AMSA (Associazione
Maremmana Studi
Astronomici), ipotizzano
che possa essere un
residuo di un asteroide
ferroso caduto centinaia
di migliaia di anni fa e
rimasto nascosta fino ad
oggi. C’è anche chi
ipotizza che possa
trattarsi di un UFO o
meglio, di una navicella
aliena. Per questo
motivo, anche se solo
per curiosità, si sono
presentati per alcune
indagini non invasive
alcuni membri del CUN
(centro ufologico
nazionale).
LE INDAGINI DEL CENTRO
UFOLOGICO NAZIONALE
Sabato 4 Agosto 2007 un
gruppo di membri del CUN,
coordinati da Alessandro
Sacripanti, membro del
consiglio direttivo
nazionale e presidente
della sezione laziale,
si sono presentati in
località “i Sodi”,
accompagnati dai
carabinieri, per fare
alcune rilevazioni nella
zona interessata.

Incominciano a misurare
i valori di
radioattività che
risultano essere
completamente nella
norma,
15-17 micro
rem/ora (misurazione
fatta con tre geiger
diversi) e, scongiurato
il pericolo di
radioattività, si sono
esclusi anche la
presenza di metalli (ma
il rilevatore non andava
più in profondità di 3
metri, mentre la massa
misteriosa, ricordiamo,
si trova a 4 metri di
profondità) e poi
misurato i campi
magnetici ed
elettromagnetici del
terreno. Ad una prima
indagine i risultati
sono del tutto nella
norma, 0,1-0,2
microtesla, ma
successivamente ed
improvvisamente, i
valori incominciano a
salire notevolmente:
10,
20, 30 fino ad un picco
di 39 microtesla,
misurato però lontano
dalla verticale
dell’oggetto. Gli
ufologi hanno
dimostrato, mettendo il
rilevatore su un palo
dell’alta tensione
dell’Enel, che il suo
valore non supera i
7,5
microtesla! Angelo
D’Errico, uno degli
ufologi, dichiara:<<Non
ho mai visto in vita mia
un valore di microtesla
così alto, nemmeno su
quelli che vengono
chiamati cerchi nel
grano>>.
Ed inoltre:
<<Personalmente credo
che la presenza
dell'oggetto e i valori
riscontrati dal
magnetometro non siano
tra loro collegati,
anche perché lo
strumento ha cominciato
a segnalare valori molto
alti, soltanto dopo
mezz'ora circa il nostro
arrivo sul posto e non
eravamo fisicamente nel
campo (eravamo
momentaneamente usciti
dal campo in
questione...).
Rientrandoci, i valori
erano diffusamente alti,
sino ad arrivare a oltre
39 microtesla, in un
punto distante dalla
verticale dell'oggetto.
Poi, più ci
allontanavamo dalla
verticale dell'oggetto e
più i valori del
magnetometro si
abbassavano quasi
costantemente,
portandosi tra i 14 e i
16. Vorrei dire a tal
proposito, per chi non
lo sapesse, che gli UPS
per i server o per i
banali PC di casa,
emettono onde
elettromagnetiche che
possono oscillare
addirittura tra i 10 e i
16 microtesla... ma
almeno un motivo ci
sarebbe a tale
oscillazione...ma in
piena campagna no! Dopo
un pò i valori del
magnetometro si sono
azzerati di colpo... per
poi riprendere dopo
circa 15/20 minuti...>>.
Questi valori e
misurazioni naturalmente
sono avvalorati dalla
presenza di giornalisti,
forze dell’ordine e
curiosi, che possono
testimoniare g li
effettivi sbalzi fatti
dal magnetometro e
confermati anche da
altre misurazioni fatte
nei giorni successivi da
altri geologi.
Inoltre nel report fatto
da Alfredo Benni,
coordinatore del CUN
Triveneto, si può
leggere una cosa molto
interessante riguardante
i rilevamenti del campo
magnetico, anzi la
differenza tra campi
magnetici misurati con
il frequenzimetro.
“…Ho rilevato molte
volte anche fuori dal
perimetro analizzato, la
presenza di campi
energetici a circa 1
metro da terra. Questi
campi erano localizzati
in un area dello spazio
3d molto limitata (circa
30 centimetri di
diametro). Mi viene da
pensare che siano delle
anomalie simili a quelle
registrate a Hessdalen
(Norvegia NDR). Ma altre
ipotesi sono campi
parassiti (effetto
tunnel) di un eventuale
ripetitore, o campi
generati da "pepite"
ferromagnetiche sparse
nel terreno (ipotesi
fatta dal secondo
geologo) che in
combinazione con le
mutevoli condizioni
climatiche (temperatura,
umidità, salinità),
assorbano o meno (e
quindi anche rilascino)
l'energia elettrostatica
dall'aria”. Naturalmente
questi fenomeni possono
non essere collegati tra
loro.
EPILOGO
Nel frattempo le carte
arrivano alla Procura e
con l’avvallo del
proprietario si decide
di scavare per scoprire
cosa si nasconde sotto
quei 4 metri di
profondità. Nella
mattina del 23 Agosto
2007 un escavatore
comincia il suo lavoro
sulla collina dei
“Sodi”, contornato da
decine di curiosi ed
addetti ai lavori, ed
arriva alla profondità
di 4 metri. Non risulta
esserci niente di
strano, ma il comandante
dei carabinieri fa
scavare ancora più a
fondo, fino a sette
metri, e pian piano il
terreno risulta essere
sempre più morbido ed
umido. Quella che viene
trovata è argilla nera,
a tratti bianca, bagnata
da probabili
infiltrazioni avvenute
in migliaia di anni con
calcari a palombini.
Il secondo geologo, Luca
Bonelli, parlando del
ritrovamento
dichiara:
«L’anomalia qui
è evidente d’altra
parte, e lo dico per
rispetto del lavoro del
collega che ha fatto la
scoperta, anche a me non
era mai capitato di
rilevare formazioni di
galestro impregnato di
acqua così definite,
circoscritte nella
stratigrafia, peraltro
in un luogo dalla
conformazione atipica.
Capisco quindi che si
possa aver pensato fin
dall’inizio a qualcosa
di antropico, perché
effettivamente c’erano i
presupposti». Ed
inoltre, alla domanda se
il mistero fosse stato
risolto
risponde:«Assolutamente
sì. L’unica cosa che
possiamo fare adesso è
compiere un’analisi
chimica di un campione
del materiale. E
troveremo certamente, a
livello molecolare,
silicio, alluminio,
magnesio e ossigeno».
Ma in realtà le domande
sono ancora molte,
perché l’argilla bagnata
può spiegare la
conducibilità elettrica,
ma non il magnetismo,
anzi di per sé l’argilla
è un ottimo isolante.
Dubbi anche sul
comportamento del primo
geologo, quello della
scoperta, che dopo il
boom della notizia non
ha voluto più parlare ed
ha minacciato di
denuncia anche i
giornalisti; ma anche
sul secondo, il dottor
Bonelli, che non ha mai
reso pubblici gli studi
fatti sul terreno.
Ed ancora non è chiaro
chi abbia messo il
paletto che identificava
il centro della massa, e
se effettivamente il
punto fosse lo stesso
indicato dal grafico, ma
in questo caso lo stesso
dottor Bonelli replica:
«Non scherziamo. Il
risultato dello scavo è
coincidente con il
grafico
del collega
pubblicato dal giornale
tante volte nei giorni
scorsi. Abbiamo trovato
il filone di argilla
bagnata (diversa dal
resto del terreno) a 5
metri di profondità,
proprio dove avrebbe
dovuto essere».
Ma lo stesso scavo,
profondo 7 metri e largo
2 metri, non convince,
ed anche altri geologi
si aspettavano un
controllo e scavi più
accurati per capire
meglio la questione del
magnetismo, come il
geofisico Marco Sozzi:
«La procedura sarebbe
stata quella di compiere
almeno cinque scavi, tre
sul perimetro della
massa e due fuori per
conoscere la consistenza
delle altri parti del
terreno. L’argilla,
anche se bagnata e
conducibile
elettricamente non può
provocare valori di
elettromagnetismo così
alti, né tantomeno far
impazzire le bussole. Dev’essere stato per
forza qualcos’altro».
E poi, altro fatto
curioso, gli scavi sono
stati g uardati da decine
di persone a pochi metri
se non, in alcuni casi,
a centimetri senza che
nessuno si preoccupasse
della loro incolumità,
visto che comunque
nessuno era certo di
cosa potesse nascondere
il terreno; ed un
atteggiamento così può
far pensare che si
sapesse già cosa si
sarebbe trovato, o
meglio, non trovato.
Inoltre tutta l’indagine
è sembrata sempre un po’
troppo segreta per un
po’ di argilla e basta,
i geologi riferivano
solamente ai carabinieri
ed anche il presidente
del CUN alla fine degli
scavi si è intrattenuto
molto tempo a parlare
con le forze
dell’ordine. E per
concludere citiamo
alcune voci di
corridoio, della cui
attendibilità non siamo
certi, che parlano di
frasi sentite in loco
che facevano riferimento
allo scavo come “fatto
per i curiosi” e che in
seguito si sarebbe fatto
quello vero e, a cornice
di tutta questa
situazione, la presenza
di una o due persone
“sospette”, che qualcuno
avrebbe identificato
come MIB (man in black),
che seguivano gli scavi
e parlavano a stretto
contatto con le
autorità. Il CUN
successivamente fa
uscire un comunicato
stampa dove viene
dichiarato il seguente
messaggio.
COMUNICATO STAMPA DEL
C.U.N.
In riferimento allo
scavo effettuato a Roccatederighi (GR) per
accertare le anomalie
strumentalmente gia
registrate nel sito, il
Centro Ufologico
Nazionale (C.U.N.)
precisa quanto segue:
Premesso che per serietà
e competenza il CUN è da
40 anni indicato da enti
istituzionali, politici,
scientifici e di
informazione oltre che
dalla gente come il più
affidabile e accreditato
organismo privato e
civile di ricerca per lo
studio del fenomeno UFO
e che oggi, quale
struttura di
volontariato apolitica,
aconfessionale, senza
fini di lucro e a tutela
della privacy, è
riconosciuto legalmente
dallo Stato ed è
pertanto più che mai
tenuto, oltre che allo
studio del problema e
alla corretta
divulgazione dei dati
raccolti, a fornire ogni
possibile supporto
logistico, tecnico e
scientifico nell’ambito
delle proprie
possibilità, va tenuto
presente che
nell’occasione, pur non
ravvisando fin
dall’inizio, con i dati
in nostro possesso,
alcuna componente
ufologica nell’episodio,
ci siamo
responsabilmente messi a
disposizione della
collettività e delle
autorità per verificare
a nostro rischio i
parametri di sicurezza e
le caratteristiche delle
anomalie strumentali gia
riscontrate. Siamo così
intervenuti con le
nostre risorse dalla
Toscana, dal Lazio e dal
Veneto per approfondire
quanto necessario a
livello
tecnico-scientifico e di
protezione civile, e di
fronte a quanto eseguito
e riscontrato siamo
necessariamente sereni e
soddisfatti, seppur
intenzionati ad
analizzare i campioni
del suolo provenienti
dallo scavo. Certo una
azione tesa ad
approfondire
correttamente i fenomeni
avrebbe dovuto prevedere
dai due a quattro
sondaggi e almeno un
paio di scavi nel
terreno in questione. Ma
una volta accertata la
non pericolosità delle
anomalie strumentali in
superficie e poi nel
sottosuolo, è logico che
il proprietario del
fondo e i Carabinieri,
che su autorizzazione
della Procura hanno
correttamente gestito
l’operazione, si
ritengano
ragionevolmente
soddisfatti. Quanto a
noi, restiamo comunque a
disposizione per
qualsiasi ulteriore
eventualità, pur nella
consapevolezza che
evidentemente
l’iniziativa di ciò non
compete a noi.
Naturalmente attenendoci
ai fatti, il mistero
della massa è scoperto
senza alcun dubbio, e
come abbiamo detto si
tratta di argilla
bagnata, ma rimane
sempre il mistero del
forte elettromagnetismo
che va e viene e che
nessuno ha saputo
spiegare e, soprattutto,
voluto indagare
seriamente, almeno
ufficialmente.
FONTI
FOTO-BIBLIOGRAFICHE
·
Articoli di cronaca
locale tratti da "Il
Tirreno"
·
http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=85041
·
http://www.conchiglieinmaremma.com/2007/08/ |