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Misteriosa Massa Ferrosa (Roccatederighi - Grosseto)
a cura di Filippo Cozzatelli

LA STORIA

Nel Gennaio 2007 un milanese proprietario di un casale nei pressi di un piccolo paese situato nell’alta Maremma, Roccatederighi, decide di cercare nel suo terreno una sorgente d’acqua che possa così evitare il dispendioso ricorso alle autobotti per approvvigionarsi. Il luogo è in collina, e fa parte delle cosiddette “colline metallifere”, un sistema collinare e montuoso che va dalla parte sud della provincia di Pisa fino alla parte nord-occidentale della provincia di Grosseto. Dopo l’assunzione di un geologo iniziano i vari studi , con rilevazioni del sottosuolo ed indagini geoelettriche che portano come risultato la composizione del terreno, argille calcari, e, soprattutto, la notizia che non sono presenti sorgenti d’acqua e che risulta difficile individuare anche punti per fare i soliti carotaggi, con il rischio concreto di lavorare e spendere molti soldi senza ottenere nessun risultato. A questo punto decide di chiedere al suo vicino di poter “sconfinare” per continuare le indagini e qui avviene la scoperta di qualcosa di molto strano. In questo terreno semi-abbandonato destinato alle colture dissuasive, cioè destinate a tenere lontani cinghiali e caprioli da colture di pregio, viene individuata, ad una profondità di circa 4m, una massa ferrosa di dimensioni notevoli: 20 m di lunghezza e 4 di larghezza. La sua sezione ha una forma strana che ricorda vagamente quella di un carro armato, ma ancora più interessanti sono le parole rivolte dal geologo al committente:<<Mai visto nulla di simile, è un materiale ad alta conducibilità elettrica dalla forma regolare. Ditemi voi cosa devo fare>>. A questo punto i due proprietari si consultano e decidono di fermare i lavori e di chiedere un parere ad un altro geologo, cercando di non far trapelare la notizia, ma tutto questo si rivelerà inutile ed in poco tempo si incomincerà a parlarne prima in paese e poi sui giornali. Intanto il secondo geologo che conosce il territorio, ma del luogo specifico ha studiato solo le carte, afferma senza molti dubbi che <<sotto terra, in quella proprietà, c’è qualcosa che non dovrebbe esserci>>, ed in più conferma la natura del materiale: un metallo.

LE IPOTESI

A questo punto la notizia accende la fantasia di esperti e non e con essa fioccano le varie ipotesi e veri e propri pellegrinaggi di curiosi e studiosi di ogni genere verso il terreno situato in località “i Sodi”. Vediamole:

RESIDUATO BELLICO

La zona fu teatro di attività bellica, confermata anche dagli anziani del paese, difatti nel 1943 una guarnigione tedesca si insediò nella zona tagliando gran parte dei boschi circostanti e successivamente il territorio fu protagonista di una cruenta controffensiva partigiana ed infine della “bonifica” americana. La forma della massa ricorda notevolmente quella di un blindato, ma le sue dimensioni sono troppo grandi rispetto a quei mezzi, non più lunghi di 12-13 metri. Si ipotizza anche di una piattaforma antiaerea sepolta o di un deposito di armi sotterraneo, piuttosto frequente in quel periodo.

REPERTI ARCHEOLOGICI

La zona è ricca di risorse minerarie, vegetali ed animali, ed in più da quella posizione si ha, oltre ad una vista splendida, il controllo di tutta la pianura sottostante che arriva fino al mare. Ci sono stati insediamenti etruschi e, soprattutto, medievali, testimoniati dal vicino castello di Sassoforte. Si ipotizza che possa essere, viste le dimensioni, una fonderia ormai interrata piena di scorie ferrose, le cosiddette loppe. Non lontano dal luogo, in località Acqua Nera, verso la fine dell’800 erano attive diverse miniere di lignite, per questo qualcuno azzarda che la massa sia un vecchio traliccio delle miniere.

RIFIUTI DI VARIO GENERE

Oltre che alle ipotesi “storiche”, si pensa anche a qualcosa di più attuale con cui, purtroppo, l’Italia ha spesso a che fare; come container di ferro contenenti qualcosa di pericoloso, ad esempio rifiuti nocivi, anche se la zona è sempre stata “tranquilla” da questo punto di vista; oppure si ipotizza possa essere calcestruzzo, messo lì per un qualche probabile lavoro mai terminato. La famiglia però dichiara che sono proprietari del terreno dal 1936 e che mai hanno interrato o costruito qualcosa in quel luogo, quindi questa possibilità sembra poco credibile. Ipotesi riguardano anche vecchie cisterne dell’acqua, auto o mezzi molto grandi “smaltiti” sotterrandoli.

OGGETTO PROVENIENTE DALLO SPAZIO

L’ipotesi dell’oggetto arrivato dallo spazio è forse quella più suggestiva, ma sicuramente non la più azzardata visto la forma del terreno vicino al centro dell’oggetto che forma una specie di valle, e molti esperti, come Piero Pecoraro, responsabile scientifico dell’AMSA (Associazione Maremmana Studi Astronomici), ipotizzano che possa essere un residuo di un asteroide ferroso caduto centinaia di migliaia di anni fa e rimasto nascosta fino ad oggi. C’è anche chi ipotizza che possa trattarsi di un UFO o meglio, di una navicella aliena. Per questo motivo, anche se solo per curiosità, si sono presentati per alcune indagini non invasive alcuni membri del CUN (centro ufologico nazionale).

LE INDAGINI DEL CENTRO UFOLOGICO NAZIONALE

Sabato 4 Agosto 2007 un gruppo di membri del CUN, coordinati da Alessandro Sacripanti, membro del consiglio direttivo nazionale e presidente della sezione laziale, si sono presentati in località “i Sodi”, accompagnati dai carabinieri, per fare alcune rilevazioni nella zona interessata.

Incominciano a misurare i valori di radioattività che risultano essere completamente nella norma, 15-17 micro rem/ora (misurazione fatta con tre geiger diversi) e, scongiurato il pericolo di radioattività, si sono esclusi anche la presenza di metalli (ma il rilevatore non andava più in profondità di 3 metri, mentre la massa misteriosa, ricordiamo, si trova a 4 metri di profondità) e poi misurato i campi magnetici ed elettromagnetici del terreno. Ad una prima indagine i risultati sono del tutto nella norma, 0,1-0,2 microtesla, ma successivamente ed improvvisamente, i valori incominciano a salire notevolmente: 10, 20, 30 fino ad un picco di 39 microtesla, misurato però lontano dalla verticale dell’oggetto. Gli ufologi hanno dimostrato, mettendo il rilevatore su un palo dell’alta tensione dell’Enel, che il suo valore non supera i 7,5 microtesla! Angelo D’Errico, uno degli ufologi, dichiara:<<Non ho mai visto in vita mia un valore di microtesla così alto, nemmeno su quelli che vengono chiamati cerchi nel grano>>.

Ed inoltre: <<Personalmente credo che la presenza dell'oggetto e i valori riscontrati dal magnetometro non siano tra loro collegati, anche perché lo strumento ha cominciato a segnalare valori molto alti, soltanto dopo mezz'ora circa il nostro arrivo sul posto e non eravamo fisicamente nel campo (eravamo momentaneamente usciti dal campo in questione...). Rientrandoci, i valori erano diffusamente alti, sino ad arrivare a oltre 39 microtesla, in un punto distante dalla verticale dell'oggetto. Poi, più ci allontanavamo dalla verticale dell'oggetto e più i valori del magnetometro si abbassavano quasi costantemente, portandosi tra i 14 e i 16. Vorrei dire a tal proposito, per chi non lo sapesse, che gli UPS per i server o per i banali PC di casa, emettono onde elettromagnetiche che possono oscillare addirittura tra i 10 e i 16 microtesla... ma almeno un motivo ci sarebbe a tale oscillazione...ma in piena campagna no! Dopo un pò i valori del magnetometro si sono azzerati di colpo... per poi riprendere dopo circa 15/20 minuti...>>.

Questi valori e misurazioni naturalmente sono avvalorati dalla presenza di giornalisti, forze dell’ordine e curiosi, che possono testimoniare gli effettivi sbalzi fatti dal magnetometro e confermati anche da altre misurazioni fatte nei giorni successivi da altri geologi. Inoltre nel report fatto da Alfredo Benni, coordinatore del CUN Triveneto, si può leggere una cosa molto interessante riguardante i rilevamenti del campo magnetico, anzi la differenza tra campi magnetici misurati con il frequenzimetro.

…Ho rilevato molte volte anche fuori dal perimetro analizzato, la presenza di campi energetici a circa 1 metro da terra. Questi campi erano localizzati in un area dello spazio 3d molto limitata (circa 30 centimetri di diametro). Mi viene da pensare che siano delle anomalie simili a quelle registrate a Hessdalen (Norvegia NDR). Ma altre ipotesi sono campi parassiti (effetto tunnel) di un eventuale ripetitore, o campi generati da "pepite" ferromagnetiche sparse nel terreno (ipotesi fatta dal secondo geologo) che in combinazione con le mutevoli condizioni climatiche (temperatura, umidità, salinità), assorbano o meno (e quindi anche rilascino) l'energia elettrostatica dall'aria”. Naturalmente questi fenomeni possono non essere collegati tra loro.

EPILOGO

Nel frattempo le carte arrivano alla Procura e con l’avvallo del proprietario si decide di scavare per scoprire cosa si nasconde sotto quei 4 metri di profondità. Nella mattina del 23 Agosto 2007 un escavatore comincia il suo lavoro sulla collina dei “Sodi”, contornato da decine di curiosi ed addetti ai lavori, ed arriva alla profondità di 4 metri. Non risulta esserci niente di strano, ma il comandante dei carabinieri fa scavare ancora più a fondo, fino a sette metri, e pian piano il terreno risulta essere sempre più morbido ed umido. Quella che viene trovata è argilla nera, a tratti bianca, bagnata da probabili infiltrazioni avvenute in migliaia di anni con calcari a palombini. Il secondo geologo, Luca Bonelli, parlando del ritrovamento dichiara:

«L’anomalia qui è evidente d’altra parte, e lo dico per rispetto del lavoro del collega che ha fatto la scoperta, anche a me non era mai capitato di rilevare formazioni di galestro impregnato di acqua così definite, circoscritte nella stratigrafia, peraltro in un luogo dalla conformazione atipica. Capisco quindi che si possa aver pensato fin dall’inizio a qualcosa di antropico, perché effettivamente c’erano i presupposti». Ed inoltre, alla domanda se il mistero fosse stato risolto risponde:«Assolutamente sì. L’unica cosa che possiamo fare adesso è compiere un’analisi chimica di un campione del materiale. E troveremo certamente, a livello molecolare, silicio, alluminio, magnesio e ossigeno».

Ma in realtà le domande sono ancora molte, perché l’argilla bagnata può spiegare la conducibilità elettrica, ma non il magnetismo, anzi di per sé l’argilla è un ottimo isolante. Dubbi anche sul comportamento del primo geologo, quello della scoperta, che dopo il boom della notizia non ha voluto più parlare ed ha minacciato di denuncia anche i giornalisti; ma anche sul secondo, il dottor Bonelli, che non ha mai reso pubblici gli studi fatti sul terreno.

Ed ancora non è chiaro chi abbia messo il paletto che identificava il centro della massa, e se effettivamente il punto fosse lo stesso indicato dal grafico, ma in questo caso lo stesso dottor Bonelli replica: «Non scherziamo. Il risultato dello scavo è coincidente con il grafico del collega pubblicato dal giornale tante volte nei giorni scorsi. Abbiamo trovato il filone di argilla bagnata (diversa dal resto del terreno) a 5 metri di profondità, proprio dove avrebbe dovuto essere».

Ma lo stesso scavo, profondo 7 metri e largo 2 metri, non convince, ed anche altri geologi si aspettavano un controllo e scavi più accurati per capire meglio la questione del magnetismo, come il geofisico Marco Sozzi:

«La procedura sarebbe stata quella di compiere almeno cinque scavi, tre sul perimetro della massa e due fuori per conoscere la consistenza delle altri parti del terreno. L’argilla, anche se bagnata e conducibile elettricamente non può provocare valori di elettromagnetismo così alti, né tantomeno far impazzire le bussole. Dev’essere stato per forza qualcos’altro».

E poi, altro fatto curioso, gli scavi sono stati guardati da decine di persone a pochi metri se non, in alcuni casi, a centimetri senza che nessuno si preoccupasse della loro incolumità, visto che comunque nessuno era certo di cosa potesse nascondere il terreno; ed un atteggiamento così può far pensare che si sapesse già cosa si sarebbe trovato, o meglio, non trovato. Inoltre tutta l’indagine è sembrata sempre un po’ troppo segreta per un po’ di argilla e basta, i geologi riferivano solamente ai carabinieri ed anche il presidente del CUN alla fine degli scavi si è intrattenuto molto tempo a parlare con le forze dell’ordine. E per concludere citiamo alcune voci di corridoio, della cui attendibilità non siamo certi, che parlano di frasi sentite in loco che facevano riferimento allo scavo come “fatto per i curiosi” e che in seguito si sarebbe fatto quello vero e, a cornice di tutta questa situazione, la presenza di una o due persone “sospette”, che qualcuno avrebbe identificato come MIB (man in black), che seguivano gli scavi e parlavano a stretto contatto con le autorità. Il CUN successivamente fa uscire un comunicato stampa dove viene dichiarato il seguente messaggio.

COMUNICATO STAMPA DEL C.U.N.

In riferimento allo scavo effettuato a Roccatederighi (GR) per accertare le anomalie strumentalmente gia registrate nel sito, il Centro Ufologico Nazionale (C.U.N.) precisa quanto segue:

Premesso che per serietà e competenza il CUN è da 40 anni indicato da enti istituzionali, politici, scientifici e di informazione oltre che dalla gente come il più affidabile e accreditato organismo privato e civile di ricerca per lo studio del fenomeno UFO e che oggi, quale struttura di volontariato apolitica, aconfessionale, senza fini di lucro e a tutela della privacy, è riconosciuto legalmente dallo Stato ed è pertanto più che mai tenuto, oltre che allo studio del problema e alla corretta divulgazione dei dati raccolti, a fornire ogni possibile supporto logistico, tecnico e scientifico nell’ambito delle proprie possibilità, va tenuto presente che nell’occasione, pur non ravvisando fin dall’inizio, con i dati in nostro possesso, alcuna componente ufologica nell’episodio, ci siamo responsabilmente messi a disposizione della collettività e delle autorità per verificare a nostro rischio i parametri di sicurezza e le caratteristiche delle anomalie strumentali gia riscontrate. Siamo così intervenuti con le nostre risorse dalla Toscana, dal Lazio e dal Veneto per approfondire quanto necessario a livello tecnico-scientifico e di protezione civile, e di fronte a quanto eseguito e riscontrato siamo necessariamente sereni e soddisfatti, seppur intenzionati ad analizzare i campioni del suolo provenienti dallo scavo. Certo una azione tesa ad approfondire correttamente i fenomeni avrebbe dovuto prevedere dai due a quattro sondaggi e almeno un paio di scavi nel terreno in questione. Ma una volta accertata la non pericolosità delle anomalie strumentali in superficie e poi nel sottosuolo, è logico che il proprietario del fondo e i Carabinieri, che su autorizzazione della Procura hanno correttamente gestito l’operazione, si ritengano ragionevolmente soddisfatti. Quanto a noi, restiamo comunque a disposizione per qualsiasi ulteriore eventualità, pur nella consapevolezza che evidentemente l’iniziativa di ciò non compete a noi.

Naturalmente attenendoci ai fatti, il mistero della massa è scoperto senza alcun dubbio, e come abbiamo detto si tratta di argilla bagnata, ma rimane sempre il mistero del forte elettromagnetismo che va e viene e che nessuno ha saputo spiegare e, soprattutto, voluto indagare seriamente, almeno ufficialmente.

FONTI FOTO-BIBLIOGRAFICHE

· Articoli di cronaca locale tratti da "Il Tirreno"
· http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=85041
· http://www.conchiglieinmaremma.com/2007/08/