A Mantova come a Firenze sono presenti degli edifici particolari,
studiati o ricavati nelle stesse strutture di conventi urbani usati come pensatoi o
meglio camere di meditazione atte a isolare completamente dall'esterno chi
vi si ritirava. Molti signori medioevali usavano queste pratiche. Si è
scelto questi casi data la loro attendibile storicità. Presso il palazzo ducale di Mantova,
chiamato castello di San Giorgio, dimora sontuosa con non pochi riferimenti alchemici, ricordo solo la sala
del Cruzol (crogiolo) e la più famosa sala del labirinto detta anche del
"forse che si forse che no" (motto che indica la difficoltà di scelta per
arrivare al centro, forse a destra forse a sinistra) ammirata da D'Annunzio
e usata come titolo di un suo famoso romanzo. Ebbene in questo meraviglioso
palazzo esiste un appartamento al piano terra detto dei nani quasi sempre
chiuso, perché poco conosciuto o meglio snobbato dagli ordinari percorsi
pseudo culturali perché di poca importanza artistica. Queste strane stanze ,che io visitai in più occasioni sotto serrata
insistenza perché chiuse, danno immediatamente uno stato d'animo indescrivibile.
Il nome di "Appartamento dei nani o degli gnomi" ha una logica, ricordo che
lo gnomone era uno strumento per misurare il cammino del sole e qui c'è un
chiaro riferimento alla tradizione solare e al pitagorismo, anche perché
nella storia dei Gonzaga di Mantova non c'è traccia di nani, e così queste
stanze sono state costruite espressamente per altri scopi, come il ritiro
allo scopo di praticare particolari esercizi. Un ombelico da cui si poteva
accedere alla sapienza eterna, un ambiente che favoriva la spogliazione dell'
io. Le varie camere erano costruite con i soffitti bassi con particolari
colori che sfumavano dal basso in alto giochi di disegni che favorivano il
viaggio della mente, il tutto immerso in un profondo silenzio. Altro fulgido esempio di stanze particolari, lo conobbi per caso visitando
il convento di San Marco a Firenze, luogo pieno di storia sia per il ricordo
del Beato Angelico, di cui ancora oggi sono esposti parte dei suoi dipinti,
voglia anche perché in questo luogo dimorò il Savonarola da Ferrara noto per
la sua immeritata fine ad opera di un papa mediceo, che lo abbrustolì in
piazza. Visitando le celle dei frati poste nei piani superiori, situata in
un punto ancor più alto di queste, c'era la cella dove i duchi si ritiravano
a meditare, che presenta delle similitudini con la casa dei nani anche se
concepita in maniera diversa. Che cosa venivano a praticare i Duchi medicei
in queste stanze immerse nella quiete salmodiante conventuale? Il meccanismo
è lo stesso, questi illuminati signori capirono che la gestione del potere
la si acquisiva e la si manteneva attingendo dalla sapienza immemore . Per
farmi capire meglio riporto una frase di S. Freud:<< I poeti e gli
artisti (ma soprattutto i monaci) sanno una quantità di cose tra celo e terra
che il nostro sapere accademico neppure sospetta ,perché attingono a fonti
che non sono ancora aperte alla scienza>>
attingere a questa fonte non è per tutti, anche se le pratiche rituarie e oranti sembrano semplici e uguali
nella sostanza da sempre,ma bisogna avvicinarsi con purezza fuori da ogni
egoismo. Facile a dirsi difficile a farsi specialmente adesso dove tutto è mirato all'affermazione personale.
Ricordo che nel 1540 Cosimo de' Medici nel trasferirsi a Palazzo Vecchio e
nell'adattare e nel decorare l'edificio preparò delle stanze particolari per
sostituire quelle di San Marco che erano fuori dalla sua abitazione e dalle
abitazioni dei suoi predecessori. Così finiva un ciclo carico di un certo
benessere per il popolo ,ma finiva anche un periodo storico contrassegnato
da governanti illuminati (Vedi "Arte segreta" di Giulio Lensi
Orlandi).
Questa casata fin dal suo esordio ,come d'altronde i
Gonzaga, fu interessata ai segreti dell'uomo e della natura. E' molto probabile che attraverso
queste conoscenze fu attuata e consolidata la loro ascesa al potere,
come per tante altre signorie, che conoscevano e praticavano sotto varie forme l'alchimia,
ma anche il mantenimento di questo potere attraverso i secoli è da
addebitarsi alla costante operatività dei discendenti. In molti altri casi
come ad esempio Verona con gli Scaligeri, non si è potuto riscontrare luoghi
simili fuori da occhi indiscreti, date le troppe e devastanti manipolazioni
che negli anni subirono le dimore Ducali. E' certo che Mastino della Scala
praticasse anche lui, con virtute e conoscenza, l'arte regia. Le signorie e
i principati anticipano il Rinascimento, perché si spinsero ,con grande
dispendio di mezzi e di energie ,alla ricerca del fiume carsico,
del sapere occulto. Questi segreti li si è andati a scoprire sia sotto forma filosofica
che recuperando la pratica di laboratorio (labor-itra lavorare dentro) dai
pochissimi custodi esistenti. Un esempio per tutti Gemisto Pletone il
pensatore cardine del neoplatonismo, colui che avvia la riscoperta dell'antica sapienza venerato da tutte le grandi signorie italiane,
per volere di Sigismondo Malatesta il suo corpo fu amorevolmente deposto nell'arca del
tempio Malatestiano di Rimini, costruzione sacra che si pone o meglio
sintetizza il zoroastrismo, paganesimo, cristianesimo e tutte le religioni
che verranno. Un" Sancta Sanctorum" fuori dal tempo.
(Anche i Savoia si costruirono un luogo dove poter praticare la meditazione
e la preghiera fuori da sguardi indiscreti e nella pace, al Santuario della
madonna nera di Oropa ,in provincia di Biella. Il santuario risale al dodicesimo secolo, ma i Savoia diventati re d'Italia
sostituirono ed ampliarono tutto il complesso, lo Iuvarra disegna la grande
scalinata, il santuario divenne così un luogo di accoglienza e di fede
popolare. Con questo rifacimento e abbellimento i re d'Italia ricavarono
anche degli appartamenti reali privati dove erano soliti ritirarsi).
Esiste una storia ordinaria appiattita e noiosa figlia dei tempi contingenti, e viceversa una storia eterna vera che eleva potenzialmente
tutti gli uomini di buona volontà, cerchiamola.
Tutti i monaci pregano alla stessa ora seguendo la stella del mattino
ecc....
La forza che scaturisce la preghiera, la preghiera non è un fine,
ma un mezzo. Non è un meccanismo per chiedere ma per modificare la nostra mente,
lentamente prepararla per mettersi in sintonia con il tutto, nella
consapevolezza dei grandi poteri dell'uomo.
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