Qual è il
mistero che si cela dietro la Fiaba? Tolkien, ci avverte che la
fiaba non è nata per i bambini, ma per misteriose corrispondenze
dell’anima, piace ai bambini. Da qui l’equivoco di considerare
le fiabe, come un genere letterario destinato all’infanzia. Le
fiabe, però sono ben altro.
C’è un nesso, scoperto dal grande autore Jorge Louis Borges, un
nesso misterioso che unisce il genere letterario al Karma.
Perché scriviamo, da dove ci proviene questa forza misteriosa ?
Il genere letterario è l’estrinsecazione dei possibili destini
umani, ma non dà quasi mai, una chiave di volta, per uscirne,
rivela una condizione tragica dell’uomo, noi non siamo ancora
usciti dal Fato dell’Antica Grecia, viviamo ancora una
condizione tragica, perché abbiamo l’oblio dell’antica sapienza
delle Fiabe. C’è una corrispondenza tra il genere letterario e i
destini umani, ma il destino non è che la conseguenza del Karma,
il destino non è Karma.
Il Karma, contiene in sé la possibilità di liberarsi, poiché
esso stesso, se inteso come Destino, non è che Maya, illusione.
Noi scriviamo, per ribadire la fatale illusorietà della vita e
abbiamo scordato il Vero. Se il genere letterario è una
rappresentazione del Karma come Destino, Illusione, Maya, la
Fiaba è il Karma, ed è il Karma che racchiude in se stesso la
chiave magica, la possibilità di essere liberi, attraverso il
Desiderio. Nella Fiaba, ci dice Tolkien, ci sono tre porte : la
porta magica, volta alla Natura, la porta mistica, volta al
soprannaturale e lo specchio dello scherno e della compassione,
volto all’uomo.
Analizziamo ora una fiaba classica e tanto vituperata: “Cenerentola”
Vediamo la protagonista vivere una condizione tragica e
apparentemente ineluttabile, che ci sembra ingiusta : un’anima
così bella, intrappolata in un destino così aspro, nella totale
assenza di compassione, mentre la
falsa Madre
e le false Sorelle,
prosperano nella loro malvagità. Ma Cenerentola possiede un
dono: è capace di
desiderare, così
ardentemente (attraverso il cuore) che una Fata intercede per
lei. La radice della parola Desiderio è Dio, il Divino. Noi
confondiamo il desiderio con la volontà e le brame, o ancora
peggio, con il sogno ad occhi aperti, la fantasia intesa come
fantasticare, produrre illusioni per consolarsi. Il Desiderio, è
invece magico abbandono a una forza creatrice, una forza cosmica
potentissima, capace di creare e modificare la vita.
Si desidera solo quando si è nel Desiderio, e vivendo questo
stato di grazia, non può non avverarsi. Cenerentola, anche solo
per un attimo della sua triste vita Desidera ardentemente, con
la forza possente del suo
cuore spirituale,
e la sua vera madre, la
Natura, le manda un
medium, un intermediario, una Fata. Siamo nella fase magica
della fiaba, dove è possibile il prodigio, è possibile avverare
il Desiderio ma solo per un tempo limitato. E’ possibile
liberare Cenerentola dal suo destino, e darle ciò che merita, ma
solo fino a mezzanotte.
La Natura Naturans è infatti prodigiosa, magica, ma non è ancora
Divina, non è ancora la vera essenza del Desiderio, Cenerentola
è ancora preda di Maya, pensa che il suo Desiderio non possa
essere realizzato fino in fondo, crede di non meritare la
felicità, è convinta di dovere espiare fino in fondo l’illusione
del suo Karma, crede che la vera vita sia la sua condizione
infelice, non crede fino in fondo alla fata, non crede alla
verità delle Fiabe.
Forse Cenerentola ha solo sognato, ma attraverso l’apparente
casualità, di una scarpina di cristallo smarrita, interviene il
Divino, muta gli eventi con un trascurabile e prodigioso atto :
fa smarrire la scarpina a Cenerentola. Il resto, lo conosciamo
tutti. E siamo approdati alla porta Mistica, che è l’essenza
stessa della Fiaba.
Nella condizione umana, che noi consideriamo la realtà ( ma ci
illudiamo quando pensiamo che “Realtà
“sia “Verità”),
possiamo essere graziati dal Desiderio, e approdiamo al Medium
magico, la Natura, scopriamo che possiamo realizzare, ricreare
la realtà e la vita, ma abbiamo bisogno di una fata, che
interceda per noi. Solo quando siamo completamente in noi stessi
e al contempo fuori da noi stessi, fuori da Maya, per
intercessione divina, noi non desideriamo più,
siamo il Desiderio.
L’ astuto Negromante che ci manipola la vita, non cela mai
totalmente la verità, ce la rivela solo in parte: ci consente le
fiabe, spacciando però il loro segreto per genere letterario
rivolto all’infanzia, ci mostra beffardo la Verità sotto gli
occhi e noi non la vediamo, quasi mai. |