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La Fiaba, il Karma, il Desiderio

a cura di Vittorio Farina

   

Qual è il mistero che si cela dietro la Fiaba? Tolkien, ci avverte che la fiaba non è nata per i bambini, ma per misteriose corrispondenze dell’anima, piace ai bambini. Da qui l’equivoco di considerare le fiabe, come un genere letterario destinato all’infanzia. Le fiabe, però sono ben altro.
C’è un nesso, scoperto dal grande autore Jorge Louis Borges, un nesso misterioso che unisce il genere letterario al Karma. Perché scriviamo, da dove ci proviene questa forza misteriosa ?
Il genere letterario è l’estrinsecazione dei possibili destini umani, ma non dà quasi mai, una chiave di volta, per uscirne, rivela una condizione tragica dell’uomo, noi non siamo ancora usciti dal Fato dell’Antica Grecia, viviamo ancora una condizione tragica, perché abbiamo l’oblio dell’antica sapienza delle Fiabe. C’è una corrispondenza tra il genere letterario e i destini umani, ma il destino non è che la conseguenza del Karma, il destino non è Karma.
Il Karma, contiene in sé la possibilità di liberarsi, poiché esso stesso, se inteso come Destino, non è che Maya, illusione. Noi scriviamo, per ribadire la fatale illusorietà della vita e abbiamo scordato il Vero. Se il genere letterario è una rappresentazione del Karma come Destino, Illusione, Maya, la Fiaba è il Karma, ed è il Karma che racchiude in se stesso la chiave magica, la possibilità di essere liberi, attraverso il Desiderio. Nella Fiaba, ci dice Tolkien, ci sono tre porte : la porta magica, volta alla Natura, la porta mistica, volta al soprannaturale e lo specchio dello scherno e della compassione, volto all’uomo.
Analizziamo ora una fiaba classica e tanto vituperata: “
Cenerentola
Vediamo la protagonista vivere una condizione tragica e apparentemente ineluttabile, che ci sembra ingiusta : un’anima così bella, intrappolata in un destino così aspro, nella totale assenza di compassione, mentre la
falsa Madre e le false Sorelle, prosperano nella loro malvagità. Ma Cenerentola possiede un dono: è capace di desiderare, così ardentemente (attraverso il cuore) che una Fata intercede per lei. La radice della parola Desiderio è Dio, il Divino. Noi confondiamo il desiderio con la volontà e le brame, o ancora peggio, con il sogno ad occhi aperti, la fantasia intesa come fantasticare, produrre illusioni per consolarsi. Il Desiderio, è invece magico abbandono a una forza creatrice, una forza cosmica potentissima, capace di creare e modificare la vita.
Si desidera solo quando si è nel Desiderio, e vivendo questo stato di grazia, non può non avverarsi. Cenerentola, anche solo per un attimo della sua triste vita Desidera ardentemente, con la forza possente del suo
cuore spirituale, e la sua vera madre, la Natura, le manda un medium, un intermediario, una Fata. Siamo nella fase magica della fiaba, dove è possibile il prodigio, è possibile avverare il Desiderio ma solo per un tempo limitato. E’ possibile liberare Cenerentola dal suo destino, e darle ciò che merita, ma solo fino a mezzanotte.
La Natura Naturans è infatti prodigiosa, magica, ma non è ancora Divina, non è ancora la vera essenza del Desiderio, Cenerentola è ancora preda di Maya, pensa che il suo Desiderio non possa essere realizzato fino in fondo, crede di non meritare la felicità, è convinta di dovere espiare fino in fondo l’illusione del suo Karma, crede che la vera vita sia la sua condizione infelice, non crede fino in fondo alla fata, non crede alla verità delle Fiabe.
Forse Cenerentola ha solo sognato, ma attraverso l’apparente casualità, di una scarpina di cristallo smarrita, interviene il Divino, muta gli eventi con un trascurabile e prodigioso atto : fa smarrire la scarpina a Cenerentola. Il resto, lo conosciamo tutti. E siamo approdati alla porta Mistica, che è l’essenza stessa della Fiaba.
Nella condizione umana, che noi consideriamo la realtà ( ma ci illudiamo quando pensiamo che “
Realtà “sia “Verità”), possiamo essere graziati dal Desiderio, e approdiamo al Medium magico, la Natura, scopriamo che possiamo realizzare, ricreare la realtà e la vita, ma abbiamo bisogno di una fata, che interceda per noi. Solo quando siamo completamente in noi stessi e al contempo fuori da noi stessi, fuori da Maya, per intercessione divina, noi non desideriamo più, siamo il Desiderio.
L’ astuto Negromante che ci manipola la vita, non cela mai totalmente la verità, ce la rivela solo in parte: ci consente le fiabe, spacciando però il loro segreto per genere letterario rivolto all’infanzia, ci mostra beffardo la Verità sotto gli occhi e noi non la vediamo, quasi mai.

BIBLIOGRAFIA

· “Albero e Foglia” il saggio di Tolkien sulle fiabe.” L’Aleph” raccolta di racconti di Jorge Louis Borges
                           

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