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Il credo Niceno e il mistero di Rennes le Chateau

a cura di Vincenzo Poma

        

Da dove nasce tutto questo montare straripante attorno all’enigma conturbante di Rennes Le Chateau e al suo protagonista, quel Sauniere ormai così tanto famoso da comparire ovunque si parli di misteri e intrighi a sfondo religioso? Potrebbe apparire inverosimile, ma sono dell’opinione che il tutto tragga la sua origine dal misterioso Concilio di Nicea, apertosi in questa cittadina nel lontano 325 sotto la presidenza dell’allora imperatore Costantino. In questo Concilio, doveva decidersi la soluzione del problema cardine dibattuto in quei tempi, stabilire cioè la vera natura di Gesù e il suo rapporto supposto con Dio, un rapporto messo in crisi dopo che il predicatore religioso Ario aveva a più riprese proclamato l’inammissibilità filosofica della divinizzazione di Cristo, ritenuto semmai un uomo fortemente ispirato da Dio, ma nulla più. Stabilendo dogmaticamente la consustanzialità di Gesù con Dio, i membri del Concilio, sotto la spinta di Costantino, credettero di spazzare una buona volta il campo dagli equivoci, condannando le tesi di Ario quali eretiche e capaci di minare alla base la fragile nascente religione cristiana. Tuttavia, quasi a loro insaputa, fu proprio lì che si commise il più grande errore mai commesso dall’uomo, un errore di cui ancora oggi stiamo pagando le funeste conseguenze. Cosa c’entra, potreste dire, tutto questo con Rennes Le Chateau? Purtroppo per la Chiesa, c’entra, eccome. In questa cittadina francese è risaputo della presenza storica dei Catari e dei Templari, che stando ad alcune fonti aiutarono gli eretici a sfuggire alla cattura e sulla cui motivazione si mormora siano divenuti i depositari del tesoro cataro perduto, un tesoro sicuramente non materiale bensì spirituale, riguardante direttamente la figura di Gesù. ET IN ARCADIA EGO…recita un celebre quadro di Poussin. Ed io in arcadia. Io chi? Secondo vari studiosi, me compreso, quell’EGO potrebbe alludere proprio a Gesù, sul cui vero messaggio esistono peraltro non pochi dubbi, avvalorati dal ritrovamento dei famosi apocrifi di Nag-Hammadi nell’alto Egitto, specialmente di quelli intestati a Tommaso, a Giovanni e a Filippo.  La Chiesa, ovviamente, si guarda bene dall’autenticarli, ma se andiamo a leggerli con calma, scopriamo che esistono non pochi riferimenti al fatto che tutto ciò che è stato deciso a Nicea risulta quanto meno fuorviante della vera natura di Cristo. Innanzitutto, Gesù non dichiara mai di essere il Figlio di Dio, né tantomeno di essere venuto sulla terra per offrirsi in olocausto in vista della salvazione dell’uomo. Si parla unicamente di ‘conoscenza’ , si fanno in sostanza delle rivelazioni per aiutare l’uomo a comprendere il suo stato all’interno di una vita quanto mai contraddittoria. Si tratta in sostanza di testi profondamente ‘gnostici’, come gnostico appare ad un attento esame il messaggio cristico. Se venisse avvalorata l’umanità di Cristo, non cadrebbe forse in un sol colpo l’intero impianto costruito illegalmente dalla Chiesa attorno a questa figura così centrale della storia? E poi, di quale Dio parla il credo niceno? A ben guardare, in esso vi è unaPergamene di Nag-Hammadi confusione che salta subito all’attenzione anche dei meno addentro ai misteri religiosi della storia. All’inizio, è già tutto un proclama: ‘’Credo in un solo Dio.’’ Perché, ce n’è forse un altro? Si allude quindi ad un Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra e di tutte le cose visibili e invisibili. Già qui siamo nella confusione più assoluta; o Dio è il Creatore della Natura, e questo solo fatto inficerebbe alla radice la sua presunta Bontà, oppure, come dichiara Gesù, è un Padre, ma in questo caso non si tratterebbe più di Dio. Come ben si vede la Chiesa ha mischiato le carte in maniera veramente assurda, non comprendendo affatto o non volendo comprendere che tra il concetto di Jahvè inteso quale Creatore dell’Universo e quello presentato da Gesù indicandolo con termine di ‘Padre’ vi è un abisso incolmabile, sia a livello filosofico, filologico e quindi religioso. Non ho mai capito perché la Chiesa si è prestata a questo scempio della parola ‘Padre’. Tra l’altro, appare assiomatico che tra l’antico e il nuovo testamento vi sono parimenti contraddizioni insanabili, per cui inclino a credere, come a suo tempo riteneva Marcione, che i due libri siano stati legati artificiosamente e senza alcun minimo fondamento filologico-filosofico, forse per non inimicarsi gli ebrei convertiti o forse perché l’idea gnostico-manichea sembrava alla Chiesa nascente assai pericolosa. Capire perché fosse pericolosa è una di quelle questioni che nessun filosofo serio dovrebbe far cadere nell’indifferenza. Innanzitutto ritengo fosse pericolosa perché scindere lo Spirito dalla Materia avrebbe significato la condanna senza appello di quanti si dannano nell’accumulo di ricchezze, con conseguenti soprusi e ingiustizie. Si tratta in sostanza di una esigenza prettamente politica della quale certamente Costantino era l’artefice primario. Se avesse vinto l’idea propugnata da Gesù, col suo annuncio dell’esistenza del Padre in contrapposizione al Creatore di questo mondo, credo ci sarebbero state conseguenti positivamente scardinanti per la vita umana nel suo complesso, nel senso che l’umanità si sarebbe avviata verso un regno di pace e giustizia all’insegna della predominanza assoluta dello Spirito. Ma ciò non è avvenuto e di questo la Chiesa è tenuta a rendere conto alla storia e alla coscienza di ogni uomo. Ecco perché ritengo che la distruzione dei Catari e dei Templari sia stata una mossa in certo qual modo obbligata per la Chiesa, visti i pregressi negativi risultati dello sciagurato Concilio di Nicea. Rapportando questo ragionamento al mistero di Rennes Le Chateau ne consegue ovviamente che la Chiesa ha una paura matta che si scoprano documenti compromettenti in rapporto alla quanto mai logica affermazione della piena umanità di Cristo, perché questa implicherebbe proprio la scissione tra Dio-Jahvè e il Padre Spirituale di cui parlava Gesù, un Gesù quindi gnostico che come tanti uomini normali aveva avuto l’illuminazione di cogliere questa enorme differenza in ordine al problema in esame. Se, come argomentano vari studiosi, sotto il Monte Cardou vicino a Rennes Le Chateau vi sarebbe la tomba di Cristo, il cerchio si chiuderebbe e il mio ragionamento troverebbe una conferma effettiva. Ma la Chiesa è contrarissima a che si effettuino scavi approfonditi in merito, come sappiamo in passato sono stati assassinati diversi individui che indagavano proprio in questa direzione e questo la dice lunga sulla bontà delle mie argomentazioni, per non tacere di Maddalena e del suo presunto rapporto con Gesù. Appare quindi evidente che eventuali ritrovamenti scritturali ‘apocrifi’ o addirittura eventuali scoperte di resti umani in qualche modo legati a Gesù assesterebbero alla Chiesa colpi talmente devastanti da prefigurare l’immediata scomparsa della stessa, un’evenienza che si cerca ad ogni modo di evitare facendo magari ricorso anche ad azioni criminali, come del resto è già avvenuto. Il TERRIBILIS EST LOCUS ISTE presente sul portale della Chiesa di Rennes le Chateau a mio modo di vedere allude proprio a questo, si ammonisce in sostanza coloro che cercano, di stare camminando sull’abisso dell’eresia più ‘terribile’, l’eresia per cui Gesù era soltanto un uomo, che era venuto ad annunciare l’esistenza di un Padre Spirituale Inaccettabile per la Chiesa e che in ultima analisi tutti noi siamo stati presi per i fondelli per venti secoli.

                      

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