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Il falso Mito di Baudelaire poeta maledetto, messaggero d’Amore

a cura di Vittorio Farina

    

In questo saggio, sarà gettata luce su un solenne fraintendimento e luogo comune sul “poeta maledetto” Charles Baudelaire. Non è assolutamente rilevante che Baudelaire stesso aderisse con tutta la sua passionalità al ruolo di poeta decadente in odor di Satanismo. Perché un poeta, che ne sia o meno consapevole, è in realtà un messaggero dello Spirito. Egli ci rivela che il Mondo che noi percepiamo è Inganno, Artifizio, Maya, ma al contempo non è totalmente illusorio, si rivela a noi come “Foresta di Simboli”. Ma il simbolo è Verità. Il simbolo occulta la Verità e ce la rivela al contempo. Il poeta decifra la Foresta di Simboli, e poi, attraverso il linguaggio del cuore, che è anch’esso simbolico, ci rivela Verità che possiamo percepire solo se anche noi, utilizziamo il linguaggio simbolico, attiviamo l’emisfero destro, quello che controlla la parte sinistra del corpo, il Linguaggio del Cuore. Nella trilogia “Rivolta”, Baudelaire, riesce finalmente nel suo intento, quello di essere il medium, lo strumento di una canalizzazione di forze spirituali, rinunciando all’io pensante.
Tutto il suo percorso di uso di droghe e alcool, non era il vizio di un dandy decadente, ma aveva lo scopo di liberare l’Io pensante e farsi Strumento dello Spirito, che ne fosse consapevole o meno – E torno a ripetere non ha nessuna importanza – il suo percorso artistico era una ricerca spirituale che culmina nelle tre poesie “sataniche” “Rivolta”.
E’ indispensabile una premessa. L’evoluzione spirituale dell’Uomo, è contraddistinta da due fasi epocali, e lo spartiacque tra le due fasi, in occidente è la venuta del Cristo, in Oriente la nascita e la vita del Buddha. L’uomo ha attraversato per millenni l’Epoca del Rispetto, la cieca e incondizionata obbedienza alle leggi del Divino, l’annullamento dell’individualità.
Con l’avvento del Cristo in occidente e del Buddha in Oriente, l’uomo è entrato in una nuova fase della sua evoluzione spirituale, l’Epoca dell’Amore, la disobbedienza alla legge  La “Rivolta”, la ricerca della Legge interiore e del Divino interiore. L’Io non si annienta più, ma si fa vivo e operante fino a quando non diventa tutt’ uno con il Divino, si fonde con esso, esce dalle leggi umane e di natura e diventa, fuori legge e contro natura, per fondersi con il Divino Universale e non più le Divinità -Che sono state importanti, nella nostra storia evolutiva, ma che siamo destinati ad abbandonare per la nostra crescita spirituale- Il Cristo e il Buddha, non sono venuti sulla terra ad infrangere la Legge, ma a perfezionarla. Ma per perfezionare la Legge, occorre un atto di ribellione, di rivolta, bisogna diventare “Fuori-Legge”, l’Amore è Fuori – Legge, sempre.
L’accanimento con cui Baudelaire si scaglia contro la Divinità delle leggi mosaiche, non è un’apologia satanica, ma l’urlo ribelle, di colui che ha scoperto che c’è una sola Legge, l’Amore. L’Amore è Libertà, è un vento di Rivoluzione che non sparge sangue, ma se necessario, fustiga i mercanti nel tempio, e il loro commercio con i sacerdoti. Le tre poesie “sataniche” che ora andremo a esaminare sono un messaggio portentoso della coscienza cristica e bhuddica del Dio d’Amore, contrapposto al Dio del Rispetto.
In Abele e Caino, Baudelaire ci canta la storia parallela di due umanità. I falsi devoti, coloro che attraverso la Religione incrementano potere e ricchezza: la razza di Abele. E i Paria, i perseguitati, i poveri, coloro che vengono sfruttati in nome di un Falso Dio, la razza di Caino. Alla fine della sua poesia egli ci lascia due portentosi versi, densi di una Verità simbolica -O come va tanto di moda “Esoterica”- “Razza di Abele, ecco la tua vergogna, la spada è vinta dalla spada!” questo non è un verso satanico, ma è tratto dalla parola del Cristo nel Vangelo: “Pensate che io sia venuto a portare la Pace sulla Terra? No vi dico ma la Spada –la divisione- D’ora innanzi in una casa di cinque persone, si divideranno, tre contro due e due contro tre:

padre contro figlio e figlio contro padre
madre contro figlia e figlia contro madre
suocera contro nuora e nuora contro suocera (Vangelo di Luca, da Luké, Lux, Luce)

Ora, alle orecchie di un ebreo osservante, queste parole, sono molto più “sataniche” della poesia di Baudelaire. La Spada è sia il simbolo universale della Legge, che la Divisione che annuncia il Cristo. Baudelaire conclude: “Razza di Caino, Sali in Cielo e scaglia Dio sulla Terra!".
Non occorre essere degli Iniziati, per comprendere la Verità che cela e rivela questo verso simbolico. Nel "Tradimento di S. Pietro", Baudelaire, arriva, in una trance estatica a intuire una verità, sul Cristo. Dice il verso che nel suo cranio viveva l’immensa Umanità. Nel cranio, nel contenitore, nell’involucro fisico del capo del Cristo, era presente la cronaca dell’Akasha di tutta la storia evolutiva dell’Umanità. Egli infatti si dichiarava sovente, "Figlio dell’Uomo" ribadendo l’unione, e non la divisione, dell’uomo con il Divino. Non è un caso o un semplice atto di leggerezza di un bruto, che gli sia stata conficcata nel capo una corona di spine. E Baudelaire, il devoto di Satana, conosceva così bene i Vangeli, da saperli interpretare in modo così spregiudicato e denso di sapienza? Sono proprio gli appartenenti alla Razza di Abele, che continuano a velare e a mistificare il sudore e il sangue, che costa una verità artistica! "In quanto a me, lascerò volentieri un mondo, in cui l’azione non è sorella del sogno (..) S. Pietro ha tradito Gesù, ha fatto bene!” Per Baudelaire, la morte del Cristo è la sconfitta dell’Amore, travolto dal Fanatismo e da quei vili mercanti che erano stati fustigati, il vero traditore non è Giuda, ma Pietro, che lo rinnega, che segna il trionfo di un mondo che ripudia l’avvento di colui che aveva trasformato in azione il Sogno, la Libertà che Satana (altra poesia maledetta volutamente fraintesa: ”Le litanie di Satana” leggetela e ci troverete più “Corrispondenze” con la sapienza dei Vangeli, che mille ipocrite omelie di troppi finti sacerdoti) vinto, sogna in silenzio. “Principe dell’Esilio, cui è stato fatto torto e che ti rialzi vinto sempre più forte!”. Satana non è altri che Prometeo, il portatore del Fuoco, della sapienza, della Luce Cristica (o Bhuddica in Oriente), è uno scherzo, un inganno, un nome fittizio. E’ colui che è stato suppliziato dai potenti con la calunnia del falso Messia, dell’Anticristo. Ma Giovanni nell’Apocalisse ci ricorda che l’Anticristo, la Bestia, il Sacerdote del Male, non è altri che un uomo. "Il suo numero è 666 ed è il numero dell’uomo". L’Anticristo, è il sacerdote che serve Dio e la Mammona, colui che ha suppliziato Gesù, sempre pronto, secoli dopo secoli, a contrapporsi all’Amore, alla “Rivolta”, alla ribellione. 

                          

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