Torna alla sezione Personaggi

Collabora con il Sito

 
 

Il pittore Bruno Scarampi parla con l'aldilà 

Quando dipinge va in trance

a cura di Mattia Tanzi

        

CORANA – Quando dipinge va in trance e utilizza gli stili dei grandi pittori del passato. A volte riesce a trasformarsi in Giotto, in Raffaello, in Leonardo o in Picasso. Questo straordinario pittore si chiama Bruno Scarampi, ha 56 anni e abita a Corana, piccolo centro dell’Oltrepo Pavese. Quattro tele di questo grande artista, di cui una raffigurante il Cristo Risorto sono conservate addirittura nello studio privato di Giovanni Paolo II, in vaticano. Non solo. Altre opere di Scarampi sono state acquistate e sono tutt’ora sono esposte, in alcuni luoghi di culto famosi in tutto il mondo. Due tele sono state infatti ritirate dalle Abbazie di Dublino e di Londra, dalla chiesa di Cracovia, altre opere dalle cattedrali di Buenos Aires e Santiago del Cile. Un quadro raffigurante Don Bosco, inoltre era stato donato dallo stesso pittore a Madre Teresa di Calcutta, che lo aveva portato con se in India. Veri e propri capolavori tanto da essere apprezzati da Giovanni Paolo II e dai più importanti istituti religiosi del mondo, che vengono dipinti dal pittore oltrepadano in modo a dir poco curioso. “Quando vado in trance, dipingo con la mano di Giotto o di Raffaello - si confida Bruno Scarampi - la prima volta che mi è successo, me lo ricordo ancora come fosse ieri era il 1984, e stava per finire l’anno santo. In quel periodo ero in contatto medianico con Don Orione ed è stato lui ha preannunciarmi la pittura medianica. Da allora sono in contatto con i più grandi pittori del passato. Inoltre quasi tutti i giorni entro in contatto con l’aldilà e gli spiriti mi preannunciano cose che poi si avverano. Inoltre quando dipingo rimango in trance per molte ore e sento un forte impulso magnetico nella mano”. Singolare è anche il modo in cui è riuscito a parlare con il pontefice e a promettergli un dipinto in regalo. “Un giorno mi è apparso in sogno Giovanni XXIII e mi ha detto di recarmi a Roma dal Papa a dirgli che avevo dipinto un quadro per lui - continua nel suo incredibile e affascinante racconto Bruno Scarampi - io non ci ho pensato nemmeno un secondo , e così mi sono recato nella capitale, in Vaticano. Sono andato in piazza San Pietro e in quel momento il Sommo Pontefice si trovava in udienza generale. Purtroppo mi trovavo in una fila lontana, perché in piazza San Pietro c’era moltissima gente. In quel momento mi rammaricai un po’ perché credetti di non riuscire a parlare con Giovanni Paolo II”. Ma un fatto anomalo, forse un miracolo permette al pittore di Corana di poter parlare con il Papa. “Improvvisamente è scoppiato un violentissimo temporale - spiega Scarampi - l’acqua veniva giù a catinelle e così molta gente ha preferito abbandonare piazza San Pietro. Allora io mi sono avvicinato, ma le guardie svizzere mi impedivano di passare. A quel punto l’intensità del temporale è ulteriormente aumentata, e quindi anche le guardie svizzere, assieme ai diplomatici , si sono fatti da parte. Così sono riuscito a raggiungere le prime file . Il Pontefice assieme ad alcuni collaboratori che lo difendevano dalla pioggia, si è portato verso le prime file per poter stringere la mano ad alcuni fedeli che quel giorno erano in vaticano. Quando si è avvicinato, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e gli ho detto che presto gli avrei portato un quadro”. Scarampi, felicissimo per essere riuscito a parlare con il papa, torna a Corana, e inizia immediatamente a dipingere la tela che sarà poi donata al sommo Pontefice. Quattro mesi dopo il quadro è pronto: si tratta della raffigurazione del Cristo Risorto, che viene inviata in Vaticano, come promesso. Giovanni Paolo II ricevuta la tela del pittore di Corana, la fa appendere immediatamente nel suo studio. Ringrazia il pittore e fa sapere, tramite alcune lettere, che gli piacerebbe avere altre opere del pittore. “Mi capita molte volte di ricevere delle lettere da Giovanni Paolo II - conferma Bruno Scarampi - vuole sapere della mia salute quali quadri sto dipingendo e aspetta il mio dipinto. Dopo che gli ho donato la prima tela si è istaurato fra noi un rapporto epistolare anche se per me donare un quadro al Papa è come donarlo ad un operaio o a un povero di Nuova Delhi. Dopotutto siamo tutte creature di Dio”. Ora Bruno Scarampi sta esponendo le sue opere a Voghera.

     
                   

   Segnala questo articolo

Informazioni o Contatti

   Torna su