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Nicolas De Largillière: il pittore mago

a cura di Anna Maria Mandelli

        

Ci sono individui che passano alla storia come esseri misteriosi, controllati da misteriosi spiriti che hanno facilitato il loro compito terreno. Fra questi, va ricordato il pittore francese Nicola de Largillière, nato e morto a Parigi (1656-1746) che visse e prosperò sotto i regni di Luigi XIV e Luigi XV. Fu educato nella Fiandra, dove pare che una strega locale lo abbia iniziato ai segreti della natura. Fu allievo di Carlo Lebrun che, stupito per l’immediatezza del suo allievo, lo presentò a corte e gli fece iniziare quella carriera di ritrattista che lo rese celebre. Nicolas seppe combinare il meglio della scuola francese, fiamminga e belga e si fece notare per i suoi particolare ritratti ai personaggi e nature morte. Dipingeva con straordinaria abilità e con tanta bravura che presto circolarono voci che fosse posseduto da un o spirito o demone che lo aiutava nel suo lavoro. Si racconta che quando dipingeva un ritratto continuava a parlare col soggetto e gli rivelava cose segrete che stupivano e spaventavano allo stesso tempo! Aveva gli occhi neri, ma quando lavorava diventavano rossi o verdi, mandando lampi che spaventavano i presenti. La sua fama di pittore mago raggiunge anche l’Inghilterra e cosi re James II nel 1684 lo chiamò a Londra dove fece il ritratto a tutta la famiglia reale. Il suo capolavoro è il dipinto “Ex voto des Echevins di Parigi a Sainte-Geneviève, leur patron” quadro che si trova nell’antica chiesa gotica di Saint-Etienne du Mont a Parigi, come pure i ritratti del Cardinale di Noailles, dell’Archivescovo di Tolosa, la convalescenza di Luigi XIV ed il quadro dell’Infante Maria Anna Vittoria di Borbone, figlia di Filippo V e fidanzata di Luigi XV, esposto al Museo del Prado a Madrid. Aveva però un ottimo carattere malgrado questa sua fama, dava tutto ai poveri e a chi si rivolgeva a lui per un aiuto. Gli ultimi anni della sua vita furono turbati da troppe dicerie sul suo conto. Quando andava per strada la gente si segnava o scantonava come fosse uno iettatore e ciò lo feriva molto. La chiesa lo apprezzava come pittore, ma molti preti ignoranti andavano sostenendo che la sua arte era opera del demonio che lo possedeva. La vivacità e bellezza dei suoi ritratti è dovuta ad una speciale vernice con cui rifiniva i suoi quadri che dava vitalità ai volti, soprattutto agli occhi. Già nell’antica Grecia ci furono pittori che ebbero fama di essere posseduti da demoni o di divinità protettrici. I pittori di oggi non corrono questo rischio, perché la loro arte spesso è povera di inspirazione e di talento!

         

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