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Franz Friedrich Anton Mesmer

a cura di Luca Berto

        

Mesmer è un personaggio particolare, forse poco conosciuto, ma certamente estremamente affascinante, tanto che perfino Edgar Allan Poe dedicò al suo magnetismo animale un suo racconto. Mesmer nacque a Inzsnag, in Svizzera, nel 1734. Fin da ragazzo dimostrò particolari abilità in altrettanto particolari campi: aveva, per esempio, una incredibile capacità di rabdomante, essendo in grado, con la più classica bacchetta, falde acquifere a grande profondità. Studiò teologia ad Ingolstadt (che è la città dove, in pochi anni a passare, sarebbe stato fondato l’Ordine degli Illuminati), ma, rifiutando di intraprendere la carriera ecclesiastica, studiò medicina a Vienna. Si laureò nel 1766 con una tesi dal titolo Dissertatio psysico-medica de planetarum influxu, che costituisce il primo documento sulle sue teorie. Questo il pensiero di Mesmer: per il medico, esisteva un influsso diretto dei pianeti sul corpo umano, influsso derivante da una sostanza permeante l’intero universo, una sorta di corrente magnetica, di “fluido” che corre anche nel corpo umano. Questo è il “magnetismo animale”: lo scorrere armonioso e naturale del “fluido” coincideva con il benessere, mentre la rottura di tale armonia era causa delle malattie. Scopo del medico era dunque ricreare l’armonia indirizzando il fluido nella direzione originaria. Questo poteva essere ottenuto con diversi metodi, anche se non tutti “ortodossi” o efficaci. Il pensiero diventa un sistema filosofico naturalistico, in grado addirittura di costituire una nuova pratica religiosa. La conoscenza del magnetismo animale consentirebbe di costruire una società conforme a natura (come avevano pensato molti filosofi dell’Illuminismo, uno per tutti Jean-Jaques Rousseau), ma anche di interpretare correttamente quello che Mesmer chiamava “Vangelo della Natura”, l’insieme degli insegnamenti che la natura poteva fornire all’uomo per vivere in equilibrio.
Durante le visite, Mesmer agitava le mani come per “ricacciare” il fluido nel corpo del malato attraverso dei canali che solo lui conosceva; le sue mani erano il polo positivo ed il polo negativo entro cui scorreva un flusso magnetico. A volte si serviva anche di una bacchetta metallica che veniva appoggiata sulla parte malata, per catalizzare il fluido vitale in quella direzione, o, per lo stesso scopo, di calamite. Nonostante i metodi terapeutici fossero discutibili, i risultati non furono così negativi. Oggi possiamo ipotizzare che le guarigioni siano dovute a suggestione: si sa, a volte il potere della mente è più forte di qualsiasi cosa. Durante i consulti, infatti, Mesmer faceva entrare i suoi pazienti come in uno stato di “incoscienza”, di “sonnambulismo”, uno stato in cui i malati avevano delle crisi convulsive o raggiungevano uno stato di estasi particolare. A questo si univa, a volte, l’utilizzo della musica e una sorta di terapia psicologica, basata sulle confidenze dei mali del malato e sull’incoraggiamento del medico a liberarsi dai propri problemi. Va anche ricordato che Mesmer, come leggiamo in alcune testimonianze, usava un tono di voce molto calmo e pacato, ma al tempo stesso deciso e suadente, come quello dei moderni ipnotismi. Nella sua attrezzatura erano presenti recipienti d’acqua, limatura di ferro, pezzi di vetro dai quali sporgevano aste metalliche. I pazienti dovevano porsi intorno ai recipienti ponendo a contatto la parte malata con le aste: l’armonia del fluido era così stabilita e il paziente guariva. Non mancarono i casi di convulsioni, che Mesmer risolveva portando il paziente altrove per continuare la cura, sostenendo che il luogo non era “adatto”. E’ ovvio che Mesmer fosse malvisto dai suoi colleghi: i suoi detrattori, addirittura, per screditarlo, facevano notare come molte fossero le sue pazienti, che erano vittime della sua capacità di persuasione. Ma questo, probabilmente, non era vero: di Mesmer si può dire che fosse un imbroglione, ma non che avesse interessi diversi da quelli di aiutare la gente (per la capacità di persuasione unita ad interessi “particolari”, dobbiamo aspettare un altro personaggio misterioso, Rasputin). Queste malelingue bastarono perché Mesmer si convincesse a trasferirsi a Parigi nel 1778, nell’Hotel Bullion, che divenne una specie di sanatorio, dove accoglieva tutti coloro i quali avessero bisogno di un aiuto. I nobili facevano a gara per farsi visitare da Mesmer: si dice che perfino Maria Antonietta fosse tra questi. Visto il numero esagerato di “clienti”, Mesmer sostituì la tinozza d’acqua con una più grande (molto più grande) intorno alla quale potevano porsi più persone legate tra loro da una corda bagnata con acqua magnetizzata, con questo creando un circuito entro cui scorreva il fluido. Si dice che Mesmer avesse magnetizzato un albero del giardino dell’albergo per fare un modo che anche i poveri potessero servirsi delle sue cure. Gli invidiosi iniziarono ad aumentare: ritornò nuovamente la voce delle sue “conquiste”, i “colleghi” lo criticavano sempre più ferocemente. Mesmer, stavolta, reagì: visto di buon occhio dal re Luigi XVI, chiese di poter essere “legittimato” come professionista. Ma il re, al contrario, per mantenerne una certa fama di “serio”, dovette sottoporre a giudizio il caso del medico svizzero. Così nel 1784 i membri della Facoltà di Medicina e l’Accademia delle Scienze di Parigi (di cui erano membri Lavoisier e Benjamin Franklin) lo esaminarono, con verdetto sfavorevole: i pazienti guarivano, si stabilì, solo per suggestione ipnotica. La fortuna di Mesmer decadde all’improvviso, i pazienti diminuirono fino a sparire. Egli dovette emigrare prima in Inghilterra, poi a Meersburg, in Svizzera, dove morì a 81 anni. L’affiliazione di Mesmer alle società massoniche è indiscussa: da vari documenti e testimonianze risulta che ambienti massonici lo considerano come massone. Il 18 dicembre del 1785 viene “associato” alla loggia dei Filadelfi di Narbonne: ciò significa che Mesmer era allora già massone, ma non risulta che abbia fatto parte del Grande Oriente di Francia. La loggia dei Filadelfi di Narbonne collaborava con l’Ordine dei Filaleti, a sua volta legato a una loggia parigina molto importante, quella degli Amici Riuniti. Questi collegamenti possono aiutare a mettere meglio a fuoco i rapporti tra Mesmer e la massoneria. Tra i massoni che vennero associati insieme a Mesmer alla loggia dei Filadelfi vi era anche Savalette de Langes, Guardiano del tesoro reale, uno dei più prestigiosi massoni francesi al tempo della fondazione del Grande Oriente, maestro venerabile della loggia degli Amici Riuniti, uno dei più attivi tra i fondatori nel 1773 dell’Ordine divino dei Filateti: questo ordine prevedeva una gerarchia di dodici gradi; si occupava di scienze esoteriche, come l’alchimia e la teurgia, e studia le visioni di Swedenborg. Savalette de Langes occupò posti di rilievo anche all'interno della Società dell'Armonia Universale (che, vedremo, è la società massonica fondata da Mesmer). Vi sono altri casi di intreccio della Società dell’Armonia con logge massoniche con casi di doppia appartenenza: si possono ricordare ad esempio Court de Gébelin, un altro dei fondatori dell'Ordine dei Filateti, e il noto parlamentare Jean-Jacques Duval d'Eprémesnil. Un caso particolare è rappresentato da Lafayette, iniziato alla dottrina di Mesmer e suo fervente sostenitore, impaziente di trasmettere le sue conoscenze a George Washington, che ritenne opportuno informare subito per lettera: 

“Un medico tedesco di nome Mesmer ha fatto la più grande scoperta a riguardo del magnetismo animale; ha introdotto nella sua dottrina i suoi allievi, tra i quali il Vostro devoto servitore viene considerato come uno dei più entusiasti. Io so più di quanto un qualsiasi mago abbia mai saputo [...], prima di partire voglio chiedere il permesso, di introdurLa nei segreti di Mesmer, ciò che, su questo può esser sicuro, è una grande scoperta filosofica”. (*)

Lafayette fece visita al re Luigi XVI, che, informato della sua affiliazione al mesmerismo, gli chiese: “Che cosa dirà Washington, quando saprà che Lei è diventato il primo apprendista-farmacista di Mesmer?” (**). Mesmer venne invitato ai congressi dei Filaleti del 1785 e del 1787. Mesmer stesso fonda la Società dell’Armonia Universale, associazione con lo scopo di sviluppare e diffondere la teoria del “magnetismo animale”, di salvaguardare la purezza della dottrina mesmeriana. La struttura e le “regole” della Società dell’Armonia Universale non sono propriamente “massoniche”, ma testimonianze di contemporanei rivelano elementi massonici rituali. Recentemente è stato ritrovato il manoscritto di un rituale per l'"Ordine dell'Armonia secondo il rito settentrionale”: è descritto un sistema a sette gradi, dei quali primi tre corrispondono a quelli di apprendista, compagno e maestro nella massoneria; gli altri quattro gradi vedono l’iniziazione, che verte specificamente sulla trasmissione della conoscenza del magnetismo animale. Questo ritrovamento conferma l’ipotesi di una struttura massonica della Società dell’Armonia Universale.  Di recente, il metodo terapeutico di Mesmer è stato rivalutato: viene oggi considerato uno dei precursori dell’ipnotismo terapeutico, ed anche se le sue teorie erano alla base sbagliata, i risultati positivi erano la prova della parziale bontà del suo operato. Oggi il termine “mesmerizzare” indica la capacità di controllare la mente altrui, come aveva insegnato Mesmer, che possiamo considerare, come detto, il precursore della moderna psicoterapia per il metodo, l’ambiente in cui operava (simili a quelli dei professionisti di oggi) e lo scopo, soprattutto: curare la gente.

BIBLIOGRAFIA

Franz Anton Mesmer, Le Magnétisme animal. Oeuvres, a cura di Robert Amadou, Payot, Parigi 1971, p. 206; Ibid., p. 207; cfr. ad esempio la descrizione del barone de Corberon, cit. in R. Darnton, Der Mesmerismus und das Ende der Aufklärung in Europa (Il mesmerismo e la fine dell'Illuminismo in Europa), ed. ted., Ullstein, Francoforte sul Meno-Berlino 1986, pp. 180-182; F.A. Mesmer, op. cit., pp. 378-386; Eugen Lennhoff - Oskar Posner, Internationales Freimaurer Lexicon, 1a ristampa, Amalthea Verlag, Monaco-Zurigo-Vienna 1965, col. 1384; cfr. Pierre Lamarque, Les Francs Maçons aux États Généraux de 1789 et à l'Assemblée nationale, EDIMAF, Parigi 1981, pp. 43-52; (*) lettera del 14 maggio 1784. Cit. in Ernst Benz, Franz Anton Mesmer (1734-1815) und seine Ausstrahlung in Europa und Amerika, Finf, Monaco di Baviera 1976, p. 88; (**) Ibid., p. 89.

     

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