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Christopher Marlowe: mago e agente segreto

a cura di Gabriella Cinque

        

Canterbury, 1564, nasce da un umile calzolaio uno degli uomini più misteriosi di tutti i tempi, Christopher Marlowe. Fu educato alla Scuola Reale e successivamente si laureò all’università dL’unico ritratto di Marlowe esistente. Conservato a Cambridge. Autore sconosciuto.i Cambridge divenendo Maestro delle Arti. Ma in che modo il figlio di un calzolaio può aver frequentato un così facoltoso corso di studi? Pare ci fosse qualcuno che pagasse per lui, qualcuno tra gli alti ranghi, e pare che l’interesse di questo qualcuno per Marlowe non sia stato fin dall’infanzia, avendo egli iniziato a frequentare la Scuola Reale all’età di quindici anni, abbastanza tarda per i tempi. Ma perché il potente garante in questione si interessò proprio a Marlowe? Che cosa poteva ottenere da lui? La sua carriera universitaria non fu affatto brillante, al punto che le autorità di Cambridge rifiutarono di conferirgli la laurea. Ma, misteriosamente ed inaspettatamente il Privy Council, il Consiglio Privato della Regina, intervenne ed impose all’università di laureare Marlowe. Il Consiglio Privato era un gruppo di influenti uomini dell’epoca che, appunto, consigliavano il governante di turno sugli affari politici;in questo periodo il Consiglio era formato da uomini come il Lord Arcivescovo, il Lord Cancelliere e il Lord Tesoriere, tutti al servizio della regina Elisabetta I. Non fu questa la prima occasione in cui il Consiglio intervenne nella vita di Marlowe, e certamente non l’ultima. Anni addietro Marlowe si era assentato per un lungo periodo dai corsi universitari, e il Consiglio aveva informato le autorità universitarie che egli era impegnato nel “compiacere Sua Maestà”. Il compiacimento in questione consistette in un viaggio a Rheims presso un centro di ritrovo degli inglesi Cattolici. L’analisi di questo viaggio è stata determinante per gli storici moderni, che sono così riusciti a rispondere a tante domande sull’oscura vita di Marlowe: egli non era cattolico, perché aveva infatti rifiutato la carriera ecclesiastica che gli sarebbe toccata per le usanze dell’epoca, e quindi non era andato a Londra a trovare dei confratelli. Tuttavia, ricordando che Elisabetta I era protestante, così come la maggior parte dell’Inghilterra del XVI secolo, gli storici si sono convinti che Marlowe fosse andato a Rheims a spiare la comunità Cattolica che tramava contro Sua Maestà, e che sia stato assoldato a quindici anni come agente segreto del Consiglio Privato che, in cambio, l’ha tirato fuori dalla miseria dandogli la possibilità di studiare e, allo stesso tempo, di fornirsi una “copertura” come tranquillo e discreto studente. L’attività di drammaturgo di Marlowe riflette in pieno la sua vita personale: tragedie come “Tamburlaine the Great” e “Doctor Faustus” possiElisabetta I d’Inghilterra (1533- 1603)edono la stessa ambiguità, la stessa oscurità, le stesse stranezze del loro autore. Se gli studiosi hanno risposto a tante domande sulla vita di Marlowe, i più grossi dubbi da chiarire riguardano la sua morte, avvenuta il 30 Maggio 1593 in circostanze misteriose e raccontata dai biografi dell’epoca e post-elisabettiani in mille maniere differenti. La prima versione è quella data da Thomas Beard in “Theatre of God’s Judgements”, pubblicato nel 1597. Beard dice che Marlowe, mentre una notte vagabondava per le strade di Londra, tentò di ferire un tizio con un coltello, ma quest’ultimo se ne accorse in tempo e, strappatagli l’arma dalle mani, lo ferì alla testa e lo lasciò morente in strada. Beard aggiunge anche che Marlowe morì lentamente e che le ultime parole pronunciate furono bestemmie e blasfemie varie. Una seconda versione è quella di Francis Meres, secondo cui Marlowe fu assassinato da un servo per gelosia verso una donna. Vi è poi la spiegazione di William Vaughan che in “Golden Grove”, pubblicato nel 1600, sceglie come luogo della morte Deptford, un luogo a tre miglia da Londra. Qui Marlowe sarebbe stato invitato a cena da un certo Ingram che, essendo stato attaccato a tavola da Marlowe con un coltello, gliel’avrebbe preso e conficcato in un occhio. Sconcertati da queste ed altre spiegazioni ancora diverse sulla morte del drammaturgo, gli studiosi moderni hanno cercato di scoprire la verità con maggiore professionalità. In particolare James Broughton, storico del diciannovesimo secolo, pensò di cercare notizie tra i registri della Chiesa di San Nicola di Deptford. Con l’aiuto del vicario trovò un documento del 1593, in cui risultava l’assassinio di Marlowe da parte di un tale Francis Archer, cambiato poi in Francis Frezer dal vicario che si scusò di aver commesso un errore di consultazione. Nessuna notizia storica però né di un Francis Archer né di un Francis Frezer. Nel 1925 Leslie Hotson pubblicò un articolo sulla morte di Marlowe. Cercando nell’ufficio dei registri pubblici a Londra aveva trovato notizie di un certo Ingram Frezer, e si era convinto fosse il vero assassino, lo stesso Ingram citato da Vaughan e il Frizer trovato nei registri di Deptford. Hotson ipotizzò che se Marlowe fu assassinato dovevano esserci inevitabilmente notizie di indagini e processi svolti all’epoca per risolvere l’omicidio, ma cercando tra i registri non trovò nulla. Ebbe poi l’idea geniale di cercare tra le richieste di grazia...e trovò finalmente un documento del 28 Giugno 1593, un mese dopo l’omicidio, in cui la regina concedeva il perdono a un certo Ingram Friser, colpevole di aver ucciso un uomo per difesa personale. Finalmente (forse) trovata la verità, Hotson ipotizzò che un perdono concesso dopo solo un mese per l’uccisione, per di più, di un presunto “pupillo” della regina poteva solo indicare l’implicazione del Consiglio nell’omicidio. Forse Marlowe era diventato un personaggio scomodo, forse sapeva troppo, forse era stata smascherata la sua copertura e la regina ha concesso la grazia per un qualche ricatto, o forse era entrato in qualche giro di affari sporchi, cosa che non stupirebbe date le notizie sulla sua personalità e sugli affari strani in cui era coinvolto. Fonti dell’epoca descrivono Marlowe come un violento,una persona strana ed ambigua, un blasfemo ed un mago. Finita l’università, passò breve tempo in galera per essere stato coinvolto in un affare di contraffazione di denaro. Dopo la sua morte, un suo conoscente, Thomas Kyd, lo denunciò come ateo e blasfemo, affermando che non perdesse occasione per denigrare il Cristianesimo e che facesse parte della School of Night, la “Scuola della Notte”, un gruppo di intellettuali che si interessavano di magia nera, una sorta di setta. Tanti misteri risolti, dunque, ma tanti altri che si perdono per sempre nei meandri della stori

Visione della Londra elisabettiana attribuita a Claude de Jongh. 

Copertina di un’edizione inglese del 1624 di “Doctor Faustus”, tragedia marlowniana.
   

BIBLIOGRAFIA

· “The tragedy of Doctor Faustus”, C. Marlowe, a cura di J. Butler, edizioni BlackCat
· Lessico Universale Italiano TRECCANI, edizione 1974
· Immagini tratte da “The tragedy of Doctor Faustus”, C. Marlowe, a cura di J. Butler, edizioni BlackCat
         

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