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Il Necronomicon

 a cura di Michele Morettini

 

Howard Philips Lovercraft (1890-1937)

a cura di Maxim79

        

Da Hawthorne a Poe passando per Bierce e Chabers il "gotico" americano confluisce nell’opera di Lovercraft. Ma nonostante il rispetto reverenziale nei confronti di Poe, assoluto maestro del genere e modello insuperabile, Lovercraft non attinse direttamente al modulo H.P.Lovecraft “gotico" così come si era originalmente sviluppato nell’opera del sublime autore de "La caduta della casa degli Usher". Osserva il critico Edmund Wilson di non aver mai trovato in Lovercraft una singola frase che potrebbe aver scritto Edgar Allan Poe, benché ve ne fossero alcune(“che non è affatto la stessa cosa ”- sostiene il critico) influenzate da Poe. La cosa non deve stupire perché Lovercraft aveva del terrore una concezione assai diversa da Poe: mentre il poeta del “corvo"  ricollegava la paura alla “vita interiore“, per Lovercraft il terrore era quello che proveniva da “un di fuori“ terrifico e minaccioso. Più che Poe, Lovercraft sembra essere debitore di Arthur Machen, uno degli ultimi rappresentanti del “gotico decadente“ inglese, il quale aveva basato la sua costruzione del “terrore“ su inquietudini generate dalle teorie darwiniane sulla evoluzione della specie. Nei “Miti di Cthulhu“ lovecraftiani, infatti, è possibile riscontrare molti elementi ai Three Impostors e a The Children of The Pool (1936). Scrive Lovercraft; “Tutti i miei racconti anche se possono sembrare non collegati fra loro, sono basati su una leggenda fondamentale, secondo la quale questo mondo fu abitato, un tempo, da un’altra razza che, per aver praticato la magia nera, prese il suo dominio e venne scacciata, ma vive al di fuori, sempre pronta a riprendere possesso della terra.” È questa una struttura comune a Machen; è, come sostiene David Punter, “la struttura gotico iniziale, perché si basa su una paura inassimilabile del passato e perché il crimine principale è simboleggiato nei termini di una empia aspirazione a una conoscenza proibita”. In Locercraft tale conoscenza proibita è rappresentata da tutta una serie di libri inventati. Questi libri, dei quali il più celebre è il Necronomicon, sono sia dei grimori attraverso i cui formulari era possibile aprire “le porte dell’ abisso“ per consentire a mostruose entità di irrompere nel nostro mondo reale, sia, come nel caso del The King in Yellow di Chambers, opere che rendono pazzi grazie al loro contenuto blasfemo . L’uso che Lovercraft fa dei cosiddetti “libri proibiti“ testimonia l’aspirazione dell’Autore ad essere uno scrittore erudito. Più o meno autodidatta, egli inquadrò le storie del suo Mito in ambiente universitario e il suo Supernatural Horror in Literature (1927) rivela la misura in cui era stato colpito da autori che erano anche rispettabili eruditi: M.R.James, uno dei suoi autori preferiti, ”era un antiquario famoso, una autorità riconosciuta in fatto di manoscritti medioevali e di storia delle cattedrali“; il punto di vista di Lord Dunsany “era il più autenticamente cosmico tra quelli sostenuti nella letteratura di qualunque periodo…questo autore attinge con enorme efficacia a quasi tutti i miti e le leggende nell’ambito della cultura europea“; Arthur Machen era “uomo di lettere“, autore di “saggi entusiasmanti, vividi volumi autobiografici, traduzioni fresche e vivaci“. Lovercraft non poteva certo sapere di emulare l’erudizione di questi uomini; le sue mitologie provengono infatti da fonti assai più semplici e decriptabili. Da M.R.Jemes, Lovercraft prese a prestito l’ambiente universitario per molte delle sue storie del ciclo di Cthulhu; da Dunsany la notizia di una “mitologia“ e l’ambiente della “terra paludosa e solitaria“; da Machen l’atmosfera di una eredità ossessionata di leggende, sostituendo al folkore celtico dello scrittore gallese, quello della Nuova Inghilterra. Per concludere, uno dei motivi per cui Lovercraft incontra ancor oggi tanto successo è il fatto che egli abbia inventato una mitologia – per dirla come Christopher Frayling – “maneggevole“. Il lettore può seguire l’accrescersi del Mito da un racconto all’altro… e acquisire così una visione completa di questo panorama onirico “.

    
La tomba di H.P.Lovecraft Il Necronomicon
           

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