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Harry Houdini

Tratto da Enciclopedia Stupire Edita da Forbes & Hughes

a cura di Elisa Palmieri

           

Esiste in America una notte particolare, la notte di Halloween, che si dice essere popolata di streghe, maghi, spiriti e ogni sorta di abitante del mondo dell’invisibile. In questa notte del 1926 si univa al gruppo degli spiriti quello di Erich Weiss, in arte Harry Houdini, il più grande illusionista di tutti i tempi. Era nato il 24 marzo del 1876 a Budapest, figlio del rabbino Mayer Samuel Weiss, ma per tutta la vita rifiutò i suoi natali ungheresi e a chi lo chiedeva rispondeva di essere nato in America, questa America che lo aveva visto muovere i primi passi nel mondo dell’illusionismo di cui avrebbe dovuto divenire re incontrastato. Una passione per la magia nata dalla lettura del libro “Memoires d’un prestidigitateur” di Robert Houdin, il cui cognome fu quasi integralmente utilizzato dal giovane Erich quale pseudonimo artistico (il nome Harry voleva invece ricordare un altro famoso prestidigitatore vissuto a cavallo fra il 1800 e il 1900: Harry Kellar). I luna parks, i baracconi e i circhi furono per anni teatro delle mal pagate esibizioni del “Grande Houdini” come amava farsi chiamare, certo che l’appellativo “grande” avrebbe potuto essere di maggior richiamo per il pubblico; egli asseriva infatti che un’adeguata propaganda si rendeva necessaria non solo per un prodotto ma anche per un artista, tanto che decise di investire i suoi ultimi risparmi in manifesti, dove venivano elogiate le sue fantomatiche tournèes europee, frutto della sua fervida immaginazione. Tutto questo, però, accompagnato dal suo primo colpo pubblicitario quando in una prigione di Chicago riuscì a liberarsi dalle manette impostegli dalla stessa polizia locale; ottenne risultati sorprendenti e il nome di Houdini cominciò a rimbalzare da un capo all’altro dell’America come sinonimo di sfida a qualsiasi mezzo di costrizione o appositamente costruito. Infatti, Harry invitava spesso il suo pubblico ad escogitare ogni nuovo tipo di legatura, catena o lucchetto allo scopo di imprigionarlo, ma puntualmente, di fronte agli occhi ammirati di grandi folle riusciva a liberarsi. Era il successo. Ogni teatro, ogni piazza, ogni salotto dove si esibiva Houdini (il grande era stato rimosso dai manifesti perché non serviva più, ormai tutti sapevano che lui era davvero “il più grande”) era gremito di pubblico. Con il successo, naturalmente venne la ricchezza, il suo cachet era di 7000 dollari per settimana. 
Fu allora che Houdini decise di intraprendere quella tournèe europea che fino ad allora aveva solo sognato. Si trattava, però, di ricominciare daccapo, dato che i carenti mezzi di comunicazione dell’epoca non erano riusciti a portare la sua fama tanto lontano. Non fu un problema per il giovane Harry che, giunto a Londra sfidò pubblicamente gli agenti di Scotland Yard ad imprigionarlo e, come sempre, si liberò in pochi secondi. La cosa ebbe più risonanza di quanto si aspettasse, infatti tutta la vecchia Inghilterra parlò del grande smacco subito da quella che da tempo veniva considerata la più efficiente forza di polizia del mondo. Non trascorse molto tempo che anche in Europa al nome di Houdini arridesse il successo. Durerà quattro anni la sua tournèe europea e culminerà con una sfida particolare lanciatagli dal giornale “London Mirror” entrato in possesso di uno speciale tipo di supermanette d’acciaio dalle quali, affermava il quotidiano, non era possibile liberarsi. Si trattava di un tipo molto particolare con sei differenti chiusure e nove tipi di sicure al quale un meccanico di Birmingham aveva lavorato per cinque anni.
Accettò naturalmente la sfida e, alla presenza della polizia, autorità e di una notevole folla di curiosi si fa serrare i polsi con i poderosi attrezzi meccanici. Riuscirà a liberarsi in un’ora, tra lo sbigottimento della folla e gli applausi scroscianti. Il gusto della sfida al pericolo porta Houdini a studiare ogni giorno nuove diavolerie e con la realizzazione dell’evasione dalla pagoda della tortura cinese supera se stesso. Si tratta di un grosso contenitore di metallo con una parete di cristallo; la grande cassa è piena d’acqua e Houdini, ammanettato, incatenato e con i piedi saldamente imprigionati in una gogna, vi è calato a testa in giù, alla chiusura vengono applicati quattro lucchetti. A questo punto una tenda viene sollevata e parte un grande orologio contasecondi, intorno vi è grande agitazione; due uomini armati di ascia sono pronti ad intervenire, Bess, moglie e partner del mago, gira nervosamente intorno alla tenda, un minuto è già passato, un minuto e mezzo, due minuti! Fra il pubblico comincia a serpeggiare il dubbio che qualcosa non abbia funzionato. Le asce vengono sollevate, ma proprio in quell’istante Houdini, affaticato, ma sorridente, fa la sua apparizione. Ce l’ha fatta! Nuove idee stuzzicavano la fervida mente del mago. A creare lo spunto per qualcosa che ancora interessi le grandi folle sarà un fatto di costume sempre più dilagante: lo spiritismo. Houdini, realmente interessato a tutto quanto è occulto e dichiaratamente certo dell’esistenza di spiriti dell’invisibile, intraprende una gigantesca campagna contro i falsi medium, che sfruttando la credulità del popolo si arricchiscono alle sue spalle. Da tutto questo nasce un nuovo tipo di spettacolo estremamente gradito al pubblico: per la prima volta vengono svelati i trucchi, ma non si tratta di veri e propri giochi di prestigio, bensì di ingegnosi artifizi utilizzati dalla miriade di mistificatori che asseriscono di possedere doti paranormali. Houdini lancia pubbliche sfide ai più famosi medium dell’epoca che regolarmente smaschera aiutato anche da un suo grande amico, il famoso scrittore Sir Arthur Conan Doyle, ugualmente appassionato spiritista. Anche se pare che nel tempo si va a formare tra i due uomini, dopo un tentativo fallito da Lady Jane Doyle nel 1922, di contattare la madre di Houdini una rottura. Diviene velocemente molto spietato e spinto a credere che tutti i metodi sono solo contraffazioni, nei suoi spettacoli riproduce i calchi delle mani eteree che comparivano durante le sedute e l’ectoplasma lasciata dalle evanescenti presenze. La rottura tra i due uomini è approfondita breve tempo dopo quando Conan Doyle, e gli altri Spiritisti, cominciano ad affermare che la ricerca di Houdini sui medium sta semplicemente a coprire il fatto che è un medium egli stesso. Dichiarano che molte delle sue fughe straordinarie sono ottenute grazie alla "de-materializzazione" di Houdini dalle trappole. In effetti tutto questo nasconde il mal celato desiderio di trovare un vero medium che lo possa mettere in contatto con la madre, Cecilia Weiss, da poco scomparsa, alla quale Houdini era legato da affetto sconfinato. La cosa gli potrebbe inoltre dare la certezza della sopravvivenza dell’anima alla morte, questa morte che ha più volte sfidato con apparente coraggio, ma che teme più di quanto non voglia far credere. In una sola occasione la certezza di Houdini vacilla. È l’undici aprile 1923 la Sig.ra Mary Fairfield McVickers, un anno prima della sua morte, dispone che alle cinque del pomeriggio si presentino alla camera ardente, armati di macchina fotografica, dove si troverà la sua bara, assicurando una testimonianza della presenza del suo spirito. Houdini e il suo amico Larry Semon, produttore cinematografico, presero in prestito una macchina fotografica da un reporter e tutti e tre si presentarono all’appuntamento. I negativi utilizzati sono nuovi, Harry ha insistito nel comprarne di nuovi per fugare ogni dubbio. Dopo aver fotografato l’ambiente si recano al giornale per sviluppare i negativi e, viste le foto, non credono ai loro occhi. In una in particolare appare un fascio di luce perpendicolare alla bara che al momento dello scatto, Houdini ne è certo, non c’era e non è possibile che sia un difetto della lastra. È un’altra sfida: Houdini offre 1000 dollari a chi riuscirà a riprodurla, ma nessuno accetta.
Il mistero più grande, dopo il caso della Sig. McVickers, riguarda la medium Margery (Mina Crandon), alla quale Harry Houdini dedica numerosi spettacoli, pur di smascherare i suoi trucchi. Nel 1924 Houdini, per mezzo del giornale Scientific American, offre 2500 dollari a chi riesce a dimostrare che le proprie doti psichiche sono genuine, gli investigatori sono certi che Margery sia autentica e sono pronti a consegnarle il denaro. Insieme ad alcuni esponenti dell’American Society Psychical Research assiste a numerose sedute medianiche alle quali, si dice, si materializzerebbe lo spirito guida di Margery, il fratello Walter. Houdini è incredibilmente scettico e fa in modo di scongiurare qualsiasi tentativo di intromissione “umana” alle sedute, finché Walter, attraverso la sorella, comincia ad inveire sul mago fino a farlo allontanare. Margery è stata talmente astuta da guadagnarsi la fiducia e l’appoggio di alcuni componenti delle sedute. Le materializzazioni dei calchi d’impronte portano gli investigatori a prendere le impronte agli ospiti della casa e trovando riscontri sugli invitati, sono pronti a dichiarare che Walter è solo una voce. Harry metterà su uno spettacolo nel quale svela tutti i trucchi utilizzati dalla medium, tra i quali proprio i calchi delle mani che si materializzavano dal nulla ricavati da un po’ di cera e acqua fredda, per convincere i suoi ospiti ad un intervento oscuro. 
Ma la morte arriva anche per Harry Houdini: è il 22 ottobre 1926, Houdini è seduto nel suo camerino, mentre un pittore sta disegnando un suo ritratto, entrano tre persone, sono studenti universitari, uno di loro gli rivolge alcune domande. Vogliono sapere se solo con la forza dei suoi addominali può ricevere pugni senza alcun dolore e lo colpisce senza dargli il tempo di mettere i muscoli in tensione. Dolorante si accascia al suolo, riuscirà a malapena a terminare lo spettacolo. Bess è decisa a chiamare un medico, ma la prossima tappa è a Detroit, quindi non c’è tempo. Nel camerino del teatro il medico diagnostica una peritonite, il pugno quindi ha messo in risalto una patologia latente, provocandogli la rottura dell’appendice, e ne ordina l’immediato trasporto in ospedale per essere operato, ma il mago non vuole. Si esibirà ugualmente, ma la cassa d’acqua dovrà essere sfasciata e lui portato d’urgenza in ospedale, dove viene operato, ma la febbre non accenna a diminuire e la situazione peggiora giorno dopo giorno, fino al tentativo disperato di un secondo intervento a seguito del quale Houdini muore: è l’una di notte del 31 ottobre 1926, la notte delle streghe! Il corpo del grande illusionista verrà seppellito nella bara d’acciaio che tante volte aveva utilizzato come attrezzo di scena e dalla quale riusciva puntualmente ad evadere. Sir Arthur Conan Doyle, al funerale, dirà sommessamente “Scommetto che non è più nella bara e che è già uscito”, ma questa volta non riuscirà ad evadere e nemmeno il suo spirito si manifesterà nonostante l’accordo stipulato con la moglie secondo il quale avrebbe tentato di dare sue notizie tramite veri medium e utilizzando un codice segreto che solo Bess conosceva; si dice sia una canzone, Rosabelle, che ha celebrato il loro incontro, seguita da alcune parole. Per dieci anni la vedova, nella notte di Halloween, alla presenza di numerosi conoscenti, scienziati e studiosi, tenterà il contatto senza riuscirvi. Un silenzio, questo di Houdini, che deluderà il mondo dello spiritismo scientifico, ma che creerà ancora più mistero al suo personaggio. Anche se c’è chi giura, Artur Ford, che ha davvero ricevuto quel messaggio da Houdini. Bess è sorpresa, commossa e consegna i 10.000 dollari in palio al medium che fosse stato in grado di farsi latore del messaggio. Alcuni colleghi di Ford, però, lo accusano di aver abilmente messo in scena la rivelazione, avendolo qualche anno prima Houdini scritto in un libro, e condannando Bess come complice, la costringono a ritirare la somma. Da quell’episodio non si è più levata voce del magico Harry Houdini, il più grande illusionista di tutti i tempi!

BIBLIOGRAFIA

· Enciclopedia Stupire Edita da Forbes & Hughes
         

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