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Il dottor Faust

a cura di Elisa Palmieri

        

Una leggenda prevale, a distanza di secoli, nelle strade di Praga: quella del dottor Faust. Nato nel 1480 a Knittlingen (Württemberg), svolge la professione di maestro di scuola spostandosi per tutta la Germania. Georg (o Johann) Faust era, ciò nonostante, interessato agli studi di alchimia e magia, tanto da far pronunciare a Lutero, con il quale venne a contatto, una frase che si potrebbe dire premonitrice “se vuole fare il mago, faccia pure, ma un giorno pagherà molto cara la sua scelta”. Intorno ai primi anni del 1500 Faust lasciò Praga per seguire come auditore i corsi di dell’abate Tritemio, senza mai abbandonare gli studi personali sull’alchimia. L’abate fu colpito dalla personalità di Faust che giudicò pericolosa per i concetti blasfemi che recava in sé. "Quell'uomo, del quale tu mi scrivi, che ebbe la sfrontatezza di definirsi principe dei negromanti, è un vagabondo, chiacchierone e giramondo, degno di essere frustato" - da una lettera dell’abate, 1507. Fu espulso più volte da città con pesanti accuse di sodomia, pedofilia o per arrecato male a qualcuno. Per ovviare a queste incriminazioni ricorreva volentieri a sotterfugi, quale l’uso di un falso nome per allontanarsi o soggiornare in una città, in cui era conosciuto. "Otto giorni fa giunse a Erfurt un chiromante di nome Giorgio Faust, un vero e proprio spaccone, pazzo per giunta" - dalla lettera di un commerciante, 1513. Si dice che insegnasse la magia a Krakau e lui stesso diceva di sé di essere un eccezionale negromante. Forse per questo iniziarono a circolare su di lui innumerevoli pettegolezzi. Dopo molto tempo ormai vecchio ritornò ad insegnare a Praga dove fece un insolito incontro. Grazie ai suoi studi di magia occulta, un giorno, si dice, gli apparve il diavolo Mefistofele, che lo indusse in tentazione promettendogli ciò che lui desiderava di più, in cambio della sua anima da consegnarsi entro 24 anni dalla stipula dell’empio contratto. Faust accettò entusiasta di poter ritornare giovane e venire a conoscenza di quei poteri e piaceri ai quali aveva dedicato l’intera esistenza. Dopo essere stato schernito da molti, la voglia di riscatto sugli altri lo portò alla perdizione. I racconti delle sue gesta lo descrivono alla corte del sultano in qualità di consigliere, facendosi passare per la reincarnazione di Maometto e trascorrendo le notti con le concubine cortesemente concesse dal sultano stesso. Gli anni trascorsero colmi di vendette azioni nefande ed incantesimi, fin quando allo scoccare del ventiquattresimo anno, attorno al 1540 a Staufen (Breisgäu), Mefistofele apparve a reclamare ciò che gli era dovuto: l’anima del dottor Georg Faust. Si narra con terrore della notte in cui lo scambio accadde. Urla atroci e gemiti spaventosi accompagnarono la sottrazione violenta dell’anima di Faust per opera del demonio. Nessuno accorse, terrorizzato dai rumori spaventosi che si sentivano provenire da quella casa. Il mattino dopo, alla luce del giorno, qualcuno entrò, trovandosi di fronte ad uno spettacolo immondo. L’intera superficie della casa era stata devastata, regnava il disordine ed ogni cosa risultava distrutta e ricoperta di sangue. Guardando in alto, però, un buco immenso aveva squarciato il tetto, ma il corpo del dottore non venne mai più rinvenuto. 

"Quando fu giorno si recarono nella stanza dove era stato il dottor Faust. Trovarono tutta la stanza imbrattata di sangue, il cervello era spiaccicato alla parete poiché il diavolo lo aveva sbattuto da una parete all'altra, vi erano pure i suoi occhi e molti denti sparsi qua e là, lo spettacolo era tremendo e pauroso. Trovarono infine il suo corpo fuori accanto al concime, orribilmente sfigurato, con la testa e le membra ciondolanti" da: "Storia del dottor Johann Faust", 1587

Per anni restò in quelle condizioni per la difficoltà di porvi rimedio, fin quando, si dice, nella stessa dimora di Faust, dove egli conduceva i suoi esperimenti di alchimia, al numero 40-41 di Karlovo namesti, vi avrebbe abitato, nei tempi di poco successivi di Rodolfo II, il mago Edward Kelley. Non c’è dato sapere che fine abbia fatto il mago, ma a molti parve ricordare che un giovane studente scomparve allo stesso modo del dottor Faust, con il medesimo foro nel tetto. Altri asseriscono che la casa rimase disabitata fino al suo crollo perché ritenuta maledetta e per volontà dello stesso sventurato per cancellate i misfatti portati a termine in vita. In fondo la stessa Praga si narra che abbia origini magiche, essendo stata fondata da una strega che faceva profezie sulla soglia, cioè "prah", da cui il nome Praha, che divenne nel corso dei secoli Praga. Nel 1587, dopo quasi cinquant’anni dalla morte di Johann Faust, uscì un libro con uno strano e lunghissimo titolo (qui in versione breve):

"Storia del dottor Johann Faust, ben noto mago e negromante, di come si è promesso al diavolo per un determinato periodo della sua vita, di quali straordinarie avventure egli fu protagonista o testimone, fino al momento in cui ricevette la ben meritata mercede. ... un esempio orrendo per tutti i superbi, i saccenti e gli empi, un esempio disgustoso oltre che amichevole ammonimento ... Siate sottomessi a Dio, combattete il diavolo, cosicché egli fugga da voi."

L’intento dell’autore è quello di illustrare la fine a cui può condurre la voglia inesauribile di saccenza, anziché esser umili obbedienti alla parola del Signore. Sono molte altre le opere che ispirarono letterati, musicisti e pittori. Il primo che viene in mente è di certo Goethe, il quale non destina a Faust una fine terribile, anzi fa in modo che Dio salvi la sua anima, perché vede nel suo desiderio di conoscenza “la più nobile delle aspirazioni dell'uomo".

         

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