Archivio di Categoria 'Luoghi Misteriosi'

Palazzo Vallemani, la casa più infestata delle marche

mercoledì, 13. agosto 2014 9:23

Situata su di una collina nei pressi di Serra San Quirico (provincia di Ancona) è oramai da una ventina d’anni il fulcro delle credenze paranormali e del folklore della zona. Fù costruita intorno al 1930 sotto la supervisione del Conte Vallemani, un ricco nobile romano che aveva preso in considerazione l’idea di erigere una dimora estiva, del resto non aveva tutti i torti, il clima estivo della zona è particolarmente mite e gradevole.

Come dicevo è situata su di una collina alta circa 100 metri rispetto alla strada principale sottostante, e cosa molto importante, questa strada è la storica via Clementina, la principale rotta di passaggio che collegava un tempo Roma con le zone clericali locali. In realtà nell’altopiano possiamo trovare una vera e propria città “feudale”, infatti la villa sorge al centro della zona, ma c’è anche una chiesa, una stalla e una casa colonica per la servitu’. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la villa diventò una vera roccaforte. Vennero scavati sotterranei e cunicoli, vie di fuga inaccessibili per i nemici o intrusi e l'”eremo” diventò un vero punto di osservazione strategico-militare. Sotto questo periodo nasce la leggenda di Villa Vallemani. Durante la seconda guerra mondiale una sera il Conte Vallemani stava banchettando con amici e ospiti quando improvvisamente la portà si spalancò, i guerriglieri nazisti stavano assaltando la villa.

La leggenda racconta che morirono circa 20 persone sotto il fuoco nemico, ma il  Conte prima di esalare il suo ultimo respiro maledisse gli intrusi  e giurò di proteggere la villa dagli estranei per l’eternità. Non si hanno notizie di avvenimenti strani riguardanti la villa fino agli inizi del ’70. Proprio in questo periodo si narra la prima storia raccapricciante su questo luogo. Una coppia di sposi dopo aver celebrato il rito matrimoniale e avere banchettato con le famiglie e gli amici, decise di andare a fare un filmino ricordo sulla villa. Fecero le riprese e poi tornarono a casa. Dopo pochi giorni, visionando le riprese fatte videro lo schermo oscurato e come sottofondo musicale sentirono una macabra sinfonia di violino.

Da quel giorno la villa fù presa d’assalto da molti curiosi e molte sono le storie piu’ o meno vere che circolano. I racconti dei malcapitati si basano sempre sugli stessi punti: rumori di catene, grida, improvvise folate di vento, ombre e figure dietro le finestre dei piani superiori. Un fatto degna particolarmente interesse. Un giorno, verso la metà degli anni ’80, una ragazza andò a fare una scampagnata sulla casa. Decise di entrare nella chiesetta e al centro della navata principale vide una foto di due sposi, una foto di stile inizio secolo. La ragazza colpita dalla foto decise di prenderla e di portarla a casa. La notte stessa  la ragazza ebbe un terribile incubo. Sognò la donna della foto che le ordinava di portare a posto l’oggetto rubato e le annunciava terribili disgrazie se avesse disobbedito all’ordine. Mentre la poverina sognava, la mamma, disturbata e preoccupata per i gemiti della figlioletta, entrò in camera e rimase paralizzata dalla paura.

Una donna con un vestito bianco stava sussurrando all’orecchio della figlia delle frasi. La dama scomparve dopo una decina di secondi. L’indomani la ragazza portò immediatamente la foto al suo posto e non ebbe più nessun tipo di apparizione. Le storie su questa angusta dimora si contano a decine, per esempio un ragazzo, non molto tempo fà, giura di avere visto la chiesetta illuminata al suo interno, anche se l’energia elettrica non è mai stata presente in tutto il complesso. Il lato ovest della collina è come tagliato per metà e presenta un burrone ripido e scosceso, il burrone si chiama “Precipizio del Diavolo” poichè la leggenda narra che il Diavolo in persona gettò nel burrone dei tesori, a parte questa leggenda qualche anno fà due ragazzi si suicidarono da questo punto gettandosi dal precipizio. C’è chi dice di essere entrato nei famosi sotterranei e di aver trovato ossa e teschi (forse risalenti ai conflitti bellici della seconda guerra mondiale), e gli anziani del luogo che asseriscono che i suddetti sotterranei conducano nei punti nevralgici della cittadina Serra San Quirico, gallerie strette ma lunghe chilometri. Da diverso tempo la villa principale è stata distrutta e ricostruita nelle fondamenta e nello scheletro principale, ma i lavori si sono fermati quasi subito, c’è chi dice che eventi di natura paranormale abbiano disturbato coloro che hanno lavorato alla riedificazione del complesso abitativo. Molti sono i misteri che avvolgono questo luogo, verità o folklore?

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Il Castello Pallotta e il fantasma di Maddalena

venerdì, 8. agosto 2014 10:11

Edificato intorno alla seconda metà del IX secolo sulle pendici del colle Colcù (nei pressi di Macerata) e successivamente modificato verso la fine del Cinquecento grazie alle intenzioni del cardinale evangelista Pallotta di volerla adibire a propria residenza estiva apportandone migliorie in stile rinascimentale per celebrare il prestigio dei Pallotta che ha annoverato ben quattro Cardinali nella propria famiglia. Ospitò fra gli altri il pontefice Clemente VIII e la regina Cristina di Svezia. Nel 1885 il conte Desiderio cominciò a mettere in atto una serie d’interventi seguendo la linea indicatagli da suo padre il conte Giuseppe che morì poco dopo, ovvero nel 1886. Il primo lavoro, intrapreso con il consenso del conte Giuseppe fu quello della ricostruzione del torrione detto della scuderia posto verso levante. Il Ministero della Pubblica Istruzione, con notifica dell’11 febbraio 1921, aveva dichiarato il castello di Caldarola, per i restauri e i riordini interni eseguiti fino a quell’epoca, di “importante interesse storico ed artistico”.

pallotta

caldarolaIl castello Pallotta di Caldarola ospita da secoli il Fantasma di Maddalena, giovane donna, chi dice ribelle al volere della famiglia che la voleva rinchiudere in convento, altri la descrivono come vittima di un amore sfortunato. Maddalena è una fanciulla vissuta nell’800, avvelenata con delle bacche di Tasso,  albero ancora presente nel parco del Castello, dalla propria famiglia a cui Maddalena si era ribellata, rifiutandosi di diventare suora, perché perdutamente innamorata di un bel giovane del posto. Il Fantasma della giovane Maddalena si materializza in vari punti del castello e molte sono le persone che asseriscono di averlo visto e c’è chi lo avrebbe  fotografato involontariamente, come Roberto Scocco, amministratore oltre che organizzatore di eventi al Castello Pallotta di Caldarola. Il sig Scocco, stampando una foto eseguita 100 anni prima, si trova  “un’immagine, perfettamente resa” vede “emergere dai merli in risanamento, alcune impalcature, un muratore, e sopra ad una tavolFantasma di Maddalena, mentre passeggia e suona il flauto a 30 metri di altezzaa di 30 cm stesa tra un bastione e l’altro (proprio di fronte al pino di papa Clemente!): lei. Maddalena! Vestita di una lunga tunica, con il flauto ed un piedino alzato all’indietro, vezzosamente. Il muratore guarda verso il fotografo, eppure la vista di una ragazzina sospesa nel vuoto, a due passi da lui, avrebbe dovuto attirarne l’attenzione! C’è tuttavia di più: l’immagine non getta alcuna ombra, come invece è per tutti gli altri elementi della fotografia stampata a distanza di 130 anni” (Verdenelli). Vi proponiamo il video tratto da una trasmissione di Rai 1 andata in onda il 16 Maggio 2009. Potrete ammirare il Parco del Castello, l’albero di Tasso dalle bacche velenose e l’immagine del Fantasma di Maddalena che passeggia sull’impalcatura come descritto da Scocco.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=TUkaAQ30l_Y[/youtube]

Durante il filmato R. Scocco prima ritrae alcune precedenti dichiarazioni, ma alla fine conferma la presenza insolita della figura di donna nell’immagine secolare da lui riprodotta ed in seguito ingrandita. Da quanto si apprende nel video la foto è stata anche periziata dal ricercatore Daniele Gullà e l’esito di tale perizia afferma che l’immagine della donna è compatibile con altre immagini simili, ma trattasi di fotografia ad esseri viventi e non fantasmi. Di seguito alcune elaborazioni al frame del filmato per esaltare la sagoma del presunto elemento “extra” acquisito nella foto. Come di consueto lascio a voi il giudizio. Un consiglio però è d’obbligo, correte a visitare il meraviglioso Castello Pallotta di Caldarola.

Fonti testuali: http://www.gazzettinodellamagia.it/categorie/fantasmi/storie-e-leggende/item/125-il-fantasma-di-maddalena-al-castello-pallotta-di-caldarola.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Pallotta

http://www.cronachemaceratesi.it/2009/04/26/il-fantasma-di-maddalena-fotografato-e-riconosciuto-al-castello-di-caldarola/4727/

Foto castello: www.castellopallotta.com

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Paranorm: il più misterioso disco musicale Italiano

mercoledì, 6. agosto 2014 13:00

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Ecco uno dei personaggi e dei dischi più misteriosi degli ultimi anni. Nel 1978, a soli 25 anni, tale Malleus – artista marchigiano – sperimentò un insolito e rischioso esperimento extrasensoriale. Già in tenera età affascinato dalla potenza introspettiva della musica e piuttosto versato nella composizione e nell’arte grafica, si recò alla Rocca Degli Ottoni, un insieme di ruderi nei pressi di Recanati. Di quell’evento si conoscono solo pochi particolari. Tuttavia fu centrale nella vita del giovane, che cominciò ad interessarsi alla musicoterapia e ai legami musica-psiche.

paranorm

Nel 1996 Malleus, dopo un lungo travaglio interiore, decide di pubblicare, dopo averla materializzata in musica, quella indimenticabile e misteriosa esperienza. Nel biennio 1988-1990 realizza un test-demo chiamato “Opera I”, uscito su 12 pollici e accolto con successo. Alla fine del 1992 incide l’Opera totale, chiamata “Paranorm”, pubblicandola con la propria etichetta MCM, specializzata in ciò che egli ha chiamato “Psycho-music”. Ricordiamo che la versione in vinile presto sparì e oggi è considerata un cimelio da collezione.

roccadegliottoni

Si tratta di un viaggio musicale dichiaratamente ispirato alla Divina Commedia. Mentre Dante scelse il verso per effettuare un viaggio nell’animo umano, Malleus sceglie la musica. Conscio della grande potenza evocativa di questo strumento, realizza un album di “musica psichica”, funzionale a liberare la mente da ogni condizionamento. Concepito e dichiarato come viaggio magico, “Paranorm” ispira nell’ascoltatore un senso di imponenza e grandeur: il filo conduttore di tutta l’opera è proprio quello del rafforzamento della volontà, che porta l’uomo alla consapevolezza della propria scintilla divina interiore. L’opera suscitò addirittura l’interesse del famoso parapiscologo e ricercatore Massimo Inardi, che volle scrivere sul retro del vinile una personalissima recensione e introduzione alle fenomenologie che scaturirono l’incipit del progetto:

“…Attratto dalle misteriose storie antiche e dalla ricerche svolte in compagnia di un gruppo di amici anch’essi interessati all’argomento, Màlleus, uno studioso locale di parapsicologia che usa questo pseudonimo anche come musicista e amanuense, decise nel 1978 di tentare un esperimento: si recò da solo, nottetempo, alla Rocca degli Ottoni, raggiungibile soltanto a piedi e, con l’aiuto di un registratore, decise di autoindursi in una trance ipnotica che lo facesse regredire fino al tempo del sanguinoso assedio, con totale ricordo ricordo delle esperienze che avrebbe vissuto. L’esperimento ebbe successo e Màlleus assistette, come un invisibile pellegrino del tempo, al fosco affresco di vita che si svolgeva davanti ai suoi occhi: l’antico assedio della Rocca e la sua distruzione. Le scene, viste con gli occhi della mente, erano raccapriccianti. Il famoso oro, tanto cercato, accumulato rapina dopo rapina, appariva ancora ben nascosto nei sotterranei della Rocca, fra le ossa dei pellegrini uccisi dai briganti. Nelle immagini percepite era custodito da enormi serpenti. Vide e si impossessò di quel tesoro Màlleus? “Egli non trovò affatto – scrive Massimo Inardi – il tesoro che cercava materialmente, bensì il più prezioso tesoro dello spirito e della psiche, insieme ad una musica che egli ha riascoltato e meditato”. Proprio così, perché Màlleus, sulla base della sua esperienza paranormale, ha ralizzato una interessante composizione musicale, che risente anche della seconda parte dell’esperimento, che non si concluse come era previsto. Infatti Màlleus racconta di essersi trovato, per alcune ore, in pieno giorno in una bellissima vallata dove regnavano pace e tranquillità: sicuramente la stessa vallata molti anni prima che la Rocca fosse edificata. Da questa esperienza, vissuta con grande intensità, a distanza di dieci anni, è nata un’opera musicale, che ha per sottofondo un suono particolare che ha accompagnato Màlleus per tutto il viaggio. L’opera musicale è stata chiamata Paranorm, e in essa si ascolta una musica che è stata definita “solida”, perché rende vivibili direttamente le sensazioni descritte. La realizzazione artistica ha riscosso notevole successo e Màlleus si è trovato ad organizzre manifestazioni dove la sua musica veniva eseguita , addirittura con concerti “olfattivi”, dove anche i profumi aiutavano a ricreare le emozioni di quel “viaggio”. Così Màlleus ha creato una sorta di nuovo genere musicale, che si basa su una musica “psichica”, nella quale ogni uomo non può fare a meno , proprio perché dotato di psiche, di identificarsi e di riconoscersi.”

roccadegliottoni2

Fonti: http://www.movimentiprog.net/modules.php?%20op=modload&name=Recensioni&file=view&id=798
http://verso-la-stratosfera.blogspot.it/2013/09/malleus-1996-opera-totale-opera-i-bonus.html

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Il gruppo Compagnia di Ricerca alla ricerca del fantasma di Costanza Malatesta

martedì, 5. agosto 2014 13:20

Sempre in tema di eventi legati alla ricerca parapsicologica voglio segnalare questo interessantissimo appuntamento organizzato dagli amici della “Compagnia di Ricerca“, capitanata da Marino Fantuzzi.

Sabato 16 Agosto 2014 dalle 17,30 alla Rocca di Montefiore Conca (Rimini) i ricercatori della “cdr” accompagneranno gli invitati a questo evento alla scoperta dei misteri e delle bellezze di questo castello, dapprima effettuando una visita al borgo medioevale e una suggestiva cena in terrazza, per poi simulare una vera e propria indagine sul campo all’interno delle stanze della fortezza. La serata si concluderà con una particolarissima visita guidata notturna al castello a lume di candela.

COSTANZA MALATESTA FANTASMA DI MONTEFIORE CONCA

Montefiore Conca

La Rocca malatestiana di Montefiore Conca, costruita intorno al Trecento, ospita al suo interno misteri, fantasmi e tesori. Il suo fantasma è quello di Costanza Malatesta. Alcuni riscontri storici in nostro possesso, ci confermano che questa non sia solo una leggenda. Alcuni sostengono che Costanza fosse la madre di Azzurrina, la bimba morta misteriosamente nel castello di Montebello;  ma l’Anonimo e lo storico Riminese del ‘500 Cesare Clementini, sostengono che Costanza fosse l’unica figlia di Malatesta l’Ungaro.

Costanza andò sposa giovanissima nel 1363 al marchese Ugo d’Este ma rimase vedova poco più che ventenne nel 1370. Tornò alla Rocca di Montefiore con una ricchissima dote e non tardò a consolarsi, dandosi ad una vita costellata di amanti. Clementini racconta che fu trovata nel letto con un mercenario tedesco, tale Ormanno. Questo fatto provocò le ire dello zio Galeotto, che ordinò ad un sicario, Santolino da Faenza, di sopprimerli entrambi. Costui però si rifiutò di uccidere Costanza, che però non venne risparmiata dal successivo sicario, Foriuzzo, il quale eseguì il mandato il 15 ottobre 1378. Tale data contrasta però, con un atto di sei anni dopo, dal quale Costanza risulta ancora viva. Probabilmente questa incongruenza diede origine già da allora alla storia del fantasma di Costanza, che si aggira nei saloni del castello.

Non meno famoso del fantasma di Costanza è il mistero del tesoro dei Malatesta. Si è sempre parlato di questo tesoro, così ben nascosto da far risultare inutili gli innumerevoli tentativi di ritrovarlo. Il canonico Vitali sostiene che il tesoro fosse stato nascosto da Sismondo Pandolfo nella Rocca. I Malatesta, cinti d’assedio, dovettero nascondere in fretta e furia il tesoro, in “certe mura”. Ma quali sono queste misteriose mura?  C’è una torre, chiamata da sempre “Torre del Tesoro” o “Torre del Diavolo”, nella quale si pensa che sia rinchiuso il leggendario tesoro dei Malastesta. Nonostante l’esistenza di efficiente parafulmine sul campanile della Rocca, questa torre fu colpita da vari fulmini nel maggio del 1952. Si pensa quindi che questi fulmini fossero attirati da del materiale metallico presente nella Torre e per questo motivo l’edificio fu chiamato “Torre del Tesoro”. In seguito per allontanare i malintenzionati fu soprannominata anche “Torre del Diavolo”.

Se siete da quelle parti vi consiglio di non mancare a questo appuntamento!

Prenotazione obbligatoria, per informazioni: Marino 347/7418726

Fonte: http://www.cattolica.info/itinerari/itinerari-valmarecchia-valconca/leggende/misteri-di-montefiore/

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Hoia Baciu:la foresta dei fenomeni paranormali

giovedì, 17. luglio 2014 13:00

La foresta di Hoia Baciu, situata nelle vicinanze della città di Cluj, è famosa per i frequenti fenomeni paranormali che accadrebbero in quella zona fin dal 1968. In quell’anno infatti un Ufo fu fotografato nei pressi della cittadina di Cluj.

UFO fotografato nella foresta di Hoia-Baciu

ufo Cluj

La foresta è famosa anche per il fenomeno del magnetismo ed Alexandru Sift, un professore di biologia, ha studiato il caso. Sift ha prodotto un ricco archivio fotografico sulla foresta e dopo la sua morte nel 1993 tutto il materiale è scomparso, forse rubato o distrutto.  Sift fotografò di tutto: umanoidi, UFO, fantasmi ed alberi senza foglie che crescono in spirali ovoidali.

Alcuni UFO fotografati nella Hoia-Baciu Forest

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Le poche foto rimaste sono state pubblicate da Adrian Patrut, professore di chimica, nel 1995 nel libro Fenomele de la Padure Hoia Baciu. Cluj è diventata in breve tempo una meta turistica per gli amanti del paranormale, che visitano la foresta nella speranza di immortalare strani fenomeni.

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Le storie su questo luogo sono da brividi. Il fatto più eclatante avvenuto in questa foresta è la scomparsa di un pastore con appresso il suo gregge composto da 200 pecore. Di quell’uomo e delle sue pecore sparirono completamente le tracce. Un’altra storia clamorosa ha riguardato una bambina scomparsa nella foresta e riapparsa 5 anni dopo senza nessun segno di invecchiamento! La bimba era convinta di essere stata lontana da casa solamente poche ore. Negli anni successivi un’altra donna scomparve nella foresta e riapparve dopo diversi giorni con in tasca una moneta del quindicesimo secolo, la donna fu completamente ignara di essere stata via così a lungo.

C’è chi parla addirittura di una porta spazio temporale all’interno di quel luogo infestato

I tanti turisti ed i Ghost- Hunters che hanno visitato la foresta avrebbero avvistato diversi fantasmi e durante la “gita” avrebbero sofferto di nausea, disorientamento, ustioni sulla pelle, ansia, malessere generale ed altri sintomi. Gli animali trovati nella foresta, come ad esempio i lupi, sarebbero molto docili ed ignorerebbero la presenza dell’uomo a differenza della loro natura. Voci spettrali, sguardi celati dietro gli alberi. Un posto da terrore assoluto.

Hoia-Baciu-Haunted-Forest-Romania2

Un’altra peculiarità del posto sarebbe una zona, delimitata da un grosso cerchio, nella quale non crescerebbe nessuna pianta; come una sorta di zona completamente morta nella quale non esisterebbe nessun tipo di vita. I turisti hanno inoltre riferito di aver avvistato strane luci nel bel mezzo della foresta e di non essere riusciti a capire di cosa potesse trattarsi. Hoia Baciu è stata ribattezzata dai locali come “La Foresta del Male” e possiamo tranquillamente capire perché.

A cura di Erik Von Markovik – Per  Segnidalcielo.it

Fonte: http://www.segnidalcielo.it/2014/07/16/hoia-baciu-la-foresta-che-terrorizza-la-romania/

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Villa abbandonata di Mascalucia – Catania

giovedì, 10. luglio 2014 14:18

Capita spesso di sentire leggende e racconti riguardanti “case infestate” dai fantasmi, che siano in centro o in periferia, recenti o antiche, non fa nessuna differenza e se un entità decide di rimanervi, sarà difficile farle cambiare idea. In genere le case infestate hanno nel loro curriculum episodi come: violenzetortureomicidisuicidi, ma anche rituali esotericiamori infrantidecessi di bambiniLa provincia di Catania è ricca di luoghi di questo tipo, per questo motivo oggi vi accompagnerò alla scoperta dei più interessanti, in particolare, proprio in quest’articolo parleremo di una casa infestata nei pressi del comune di Mascalucia.

mascaluciaSi narra che, intorno al 1800, la villa fosse abitata da un barone che per ragioni poco chiare morì suicida al suo interno. Secondo le leggende metropolitane, da quel giorno chiunque ha provato a viverci (ad eccezione dei giardinieri) ha trovato la morte dopo poco tempo. Aldilà delle leggende, moltissime persone hanno raccontato di strane esperienze avute percorrendo il perimetro della casa, rumorilamenti provenienti dall’interno misti a sensazioni di freddo improvviso. I proprietari, al contrario della leggenda, tengono molto alla villa che si estende su 3 piani e conta ben16 stanze. Chi ha avuto il piacere di entrare all’interno della villa ha parlato di un’atmosfera tranquilla mista a strani fenomeni non troppo frequenti come rumori di passi provenienti dai piani superiori ed interruzioni improvvise della corrente elettrica.

Nel seminterrato dovrebbe essere presente la tomba del barone ma questo elemento si perde al confine tra la realtà e la leggenda; un ulteriore alone di mistero viene aggiunto dalla location della casa che si trova di fronte al cimitero comunale. La villa di Mascalucia è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi presenti nella zona dei paesi etnei, come sempre lasciamo al lettore la libera interpretazione di quanto descritto nell’articolo.

Fonte: http://oggimedia.it/cronaca-news-notizie-informazioni/5212-misteri-e-fantasmi-la-villa-infestata-di-mascalucia.html

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Fantasma in una casa abbandonata ad Atriapalda. Un evidente fotomontaggio.

sabato, 1. marzo 2014 16:02

Sul gruppo facebook “non sei irpino se” impazza lo scatto tra click e commenti del palazzo abbandonato di Atriapalda (Avellino). Realtà o fantasia. Forse sì piuttosto che no. La foto di Palazzo Caracciolo ad Atripalda fa il giro del web sul gruppo “Non sei irpino se…”, dopo la pubblicazione di un iscritto, Luca Del Gaudio. Si tratta di uno scatto che riprende lo storico palazzo abbandonato nella città sulle rive del Sabato. Avvolta da una fitta edera la finestra è aperta e dietro si intravede qualcosa, piuttosto che qualcuno. Insomma, si sprecano pareri, commenti e click sul social network Facebook per capire chi o cosa inquieti da qual balcone.

Risulta difficile approfondire la questione, poichè  i files che si trovano online risultano privi di metadati. E’ possibile solo accentuare la “visibilità” dell’elemento eccedente di presunta natura paranormale.

Elaborazione in falsi colori

Elaborazione in falsi colori

Elaborazione in falsi colori

Il tam-tam mediatico generato dal clamore della foto ha permesso di identificare una foto spiritica di inizi 900 da cui è stato estrapolato il volto per realizzare il fotomontaggio.

A quanto pare dunque, mistero risolto.

Fonte notizia: http://avellino.ottopagine.net/2014/02/25/il-mistero-di-palazzo-caracciolo-dietro-quel-balcone-ce-un-fantasma-la-foto-fa-il-giro-del-web/

Elaborazioni grafiche a cura di Michele Morettini

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Castel di Luco: un castello da fiaba incastonato in una roccia

domenica, 16. febbraio 2014 18:29

Oggi voglio lasciare da parte il mistero ed i fenomeni paranormali (ma neanche tanto, visto che di qualche mistero parlerò comunque) per segnalarvi un luogo semplicemente meraviglioso, che ho avuto il piacere di visitare pochi giorni fà: sto parlando di Castel di Luco ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno. Questo splendido castello medievale, incastonato in uno sperone di roccia di travertino, é uno dei più rari e singolari castelli del Piceno che conserva ancora, quasi intatto, il suo aspetto di struttura architettonica medioevale.

LA STORIA

Sopravvissuto all’invasione delle milizie di Carlo D’Angiò e alle soldatesche di Galeotto Malatesta, Castel di Luco è rimasto protagonista di eventi storici di eccezione. Da qui, infatti, il 10 Agosto 1445 partì Pietro di Vanne Ciucci, signore di Luco, alla testa di una schiera di montanari per liberare Ascoli dal potere di Rinaldo fratello di Francesco Sforza. Ancora una volta la montagna teneva alta la fiaccola della libertà. Fu qui , in questo castello, che un bandito famoso di Ascoli, il Parisani, fece trucidare nell’estate dei 1562 Chiarino Montaroni al quale era stata affidata la difesa del maniero. I banditi, al comando dei Parisani, lo assediarono. A tradimento fu chiamato sulla porta il difensore del castello, quasi ci fosse l’intenzione di arrivare ad un accordo. Chiarino Montaroni uscì e fu freddato da un colpo di archibugio. Il Parisani si impadronì dei cadavere e con l’aiuto dei suoi sgherri lo gettò nel fiume Tronto. Nei secoli successivi il castello, da fortezza che era, si é trasformato in residenza gentilizia continuando ad ospitare la famiglia Ciucci che ne è stata proprietaria fino al 1800 quando l’ultima ereditiera, Maria, andò in sposa a Giuseppe Amici che ha tramandato fino ad oggi tutta la proprietà ai suoi diretti discendenti.

CURIOSITA’

Sulle origini del castello sono state formulate diverse ipotesi: la più accreditata é quella del Colucci, storico marchigiano del ’700, il quale riteneva che Luco (dal latino lucus) fosse anticamente un bosco sacro nelle cui ombre erano celebrati orrendi riti pagani. Il castello, quindi, sarebbe stato eretto, nel mezzo di quel bosco, proprio sopra il poggio di travertino dove probabilmente erano situati gli altari sui quali venivano eseguiti i sacrifici. Inoltre, sembra che il castello sia stato anticamente foltilizio o magione templare, lo testimonia una croce patente che ancora è ben visibile incisa in un architrave di una porta che si affaccia nel cortile principale del castello.

Il vicino paesino chiamato Paggese ci ricorda ancora una volta gli antici misteri legati al templarismo poichè all’interno degli ambienti attigui alla chiesa di San Marco, nella parete di fondo della sala detta “del Parlamento”, si trova un grande affresco da alcuni attribuito al pittore Stefano Di Pietro. Su di essi ignoti del passato hanno inciso svariate testimonianze di vita passata e tra di esse spicca il quadrato magico del ‘SATOR’.

IL CASTELLO AI GIORNI NOSTRI

Attualmente il castello conserva ancora la sua struttura originaria e nelle stanze affrescate adibite a ristorante è possibile, su prenotazione, gustare raffinati piatti locali e rivedere, con la visita al castello, la storia di un intero millennio. Una stradina circondata dal verde introduce il visitatore a Castel di Luco, un borgo medioevale immerso nella quiete dei boschi e nella semplicità della vita rurale. Attraverso una scala ricavata nella roccia il visitatore si lascia alle spalle la realtà del quotidiano per tuffarsi in un’atmosfera fiabesca. Nell’immaginario, dame e cavalieri accolgono l’ospite al suono di flauti e chiarine e lo conducono a ritroso nella storia, attraverso il suggestivo cortile fiorito che introduce al castello, dove l’austera bellezza delle stanze evoca atmosfere di storie e leggende narrate accanto al camino, di leggiadre fanciulle che danzano nei saloni e di misteriosi passaggi segreti che conducono al cuore del maniero. Qui tra i raffinati decori delle volte che ricordano volti medioevali di donne intente a ricamare preziosi tessuti, il visitatore viene bruscamente sottratto alle note di questa antica armonia dai genuini sapori della gastronomia locale, sapientemente evocati nelle settecentesche sale dei ristorante, dove l’ospite può gustare la tradizionale cucina locale.

Il castello non è l’unico elemento di suggestività, il borgo che ne cinge la base, con tutti i suoi particolari ambientali ed architettonici, contribuisce in modo determinante al mantenimento della dimensione medievale del luogo. Completamente addossata nella roccia sulla quale sorge il maniero, un’antica casa del ‘400, già abitazione di artigiani alle dipendenze del signore del castello, successivamente utilizzata come stalla e fienile, è stata ristrutturata rispettandone le caratteristiche architettoniche originali. Ne sono state ricavate quattro singolari suites dai pavimenti in cotto originale, le pareti in travertino a vista e soffitti in travi di legno. Questi splendidi ambienti sono a disposizione dei viaggiatori ed è possibile pernottarvi.

Castel di Luco è l’ennesimo esempio di quanto il nostro paese ha da offrire in termini di bellezze architettoniche e paesaggistiche, un vero e proprio castello da fiaba incastonato in una roccia, che vi consiglio assolutamente di visitare!

Castel di Luco
Frazione Luco, 1 63095 – Acquasanta Terme (AP)
Tel. +39 0736 802319
Cellulare: 338 2132286
Fax: +39 0736 802319
Sito web: www.casteldiluco.com
E-mail: info@casteldiluco.com

Fonti: http://www.angolohermes.com/Simboli/Sator/sator_Italia.html

http://www.casteldiluco.it/

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I fantasmi del castello di Zavattarello

mercoledì, 15. gennaio 2014 8:25

Inquietanti presenze vivono all’interno delle mura dell’antico castello Dal Verme di Zavattarello. Fantasmi di nobili e trovatori appaiono per poi scomparire nel nulla, negli stanzoni della rocca. In paese, al bar, tra le mura domestiche tutti ne parlano, ma tutti hanno paura di raccontare, temono di essere presi per pazzi. Nel 2005, un architetto che si occupava della ristrutturazione del castello ha avuto un giorno un strano incontro. Egli si trovava in una delle stanze del maniero, vicino ad un antico mobile in noce. Ad un certo punto sentì una presenza alle spalle. Si girò di scatto e vide a pochi metri di distanza la figura di un antico trovatore, vestito con abiti colorati e che in mano aveva una specie di mandolino. Lo spirito cercò di comunicare qualcosa all’architetto ma poi scomparì per sempre.

A confermare questi strani fatti e queste voci che parlano di spettri di fantasmi è il sindaco di Zavattarello Carlo Romagnese. “Anche quando hanno donato il castello nel 1975 al comune i conti Dal Verme era apparso un articolo sul Corriere della Sera -racconta il primo cittadino – che parlava della presenza di un fantasma all’interno dei locali del castello. Localizzato precisamente nell’ultima stanza dell’ultimo piano della rocca. Proprio una di quelle stanze che aveva avuto il maggior danno a seguito dell’incendio appiccato dai Mongoli, dopo un rastrellamento, ai tempi del secondo conflitto mondiale. In questa ultima stanza sarebbe localizzato il fantasma di Pietro Dal Verme, il principale feudatario dei Visconti dal Verme che viveva a Milano, a San Giovanni sul Muro ma che spesso veniva nel castello di Zavattarello. Era stato avvelenato dalla moglie, una Sforza, che si era vendicata per una questione sentimentale. E’ stata praticamente una vicenda violenta. Io ho raccolto le testimonianze dirette della famiglia dal Verme. Il conte Carlo che è il primogenito vivente. Loro sono ottantenni, hanno passato l’infanzia all’interno del castello, prima che avvenisse l’incendio. I conti Dal Verme assicurano che a mezzanotte si apriva improvvisamente la stanza. E quindi nessuno voleva dormire nella stanza. Noi non abbiamo fatto verifiche. Questo è il fantasma ufficiale. Inoltre a me ha raccontato un architetto di cui non faccio il nome, perché si è confidato solo con me, durante i restauri, mentre facevano i rilievi per presentare i progetti al comune del restauro del castello. Nel locale della cucina, dove c’è un mobile, un vecchio credenzone che è stato restaurato. In quella stanza l’architetto ha visto un vecchio nobil uomo seduto su una poltrona, vestito con gli indumenti molto colorati, aveva una barbetta molto bianca gli ha sorriso. Poi altre persone lo avrebbero visto anche di giorno. Lo spirito non parrebbe uno dei conti, ma le sembianze fanno pensare a uno dei vecchi cantori. Dopo questi fatti sono andato a vedere tra gli archivi e ho trovato una vecchia storia che raccontava di un cantore che si era invaghito della contessa. E probabilmente questa storia una volta scoperta avrebbe avuto un tragico seguito. Anche se ho raccolto queste testimonianze io rimango molto scettico, non credo al soprannaturale e infatti da me il fantasma da me non si fa vedere. Anche se io sono quello che vive di più all’interno della rocca non ho mai visto lo spettro di Dal Verme.

E’ stata realizzata nel 2013 un’interessante ricerca al castello in due diverse fasi, condotta dal gruppo Hesperya Paranormal Research, ricerca che ha portato all’acquisizione di alcuni EVP di particolare interesse. Per approfondire segnalo il link del report di indagine:

http://www.hesperya.net/le-indagini/castello-dal-verme-zavattarello-pv/

e un bel video-report delle due ricerche.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=684P6qiRyok[/youtube]

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VILLA DE VECCHI: UNA DELLE 20 CASE PIU’ INFESTATE AL MONDO

venerdì, 10. gennaio 2014 6:05

Villa de Vecchi, un’imponente casa abbandonata a Bindo di Cortenova, nel Lecchese, è un mistero. Le leggende raccontano che fuori dai cancelli della villa, alcune sere, si possa udire il suono di un pianoforte. Ma la casa, come in un horror movie che si rispetti, è completamente disabitata. C’è chi è entrato, a suo rischio e pericolo, e mentre scattava alcune fotografie giura di aver visto nell’obiettivo figure inquietanti. Chiunque transiti per la strada provinciale della Valsassina, nelle vicinanze della galleria costruita per attraversare la montagna franata undici anni fa sul paese montano, può osservarla in mezzo a un grande parco, ma solo trattenendo un brivido lungo la schiena. Se di giorno la grande casa diroccata non fa alcun effetto, di notte solo i più coraggiosi entrano nel parco e i più incoscienti fanno un giro all’interno delle mura che non cadono per miracolo.

Costruita nel 1858 dall’architetto Alessandro Sidoli per conto di Felice de Vecchi, conte a capo della Guardia nazionale che prese parte alle Cinque giornate di Milano, da decenni è in stato di abbandono, tanto che sono fiorite leggende su fantasmi e presenze inquietanti che sono uscite dalla Valsassina e persino dai territori nazionali. E così, dieci giorni fa, le foto della villa sono state pubblicate dal seguitissimo sito internet statunitense Buzzfeed, un colosso digitale da 40 milioni di click al mese, accanto ad altre sei case stregate selezionate in tutto il mondo. «Situata sui monti ad est del lago di Como, in Italia, la barocca “Villa de Vecchi” è conosciuta localmente come la Villa dei Fantasmi – si legge su Buzzfeed – L’edificio è abbandonato da anni ed è stato presumibilmente la scena di un omicidio o suicidio». Di storie per gli amanti del brivido ne circolano molte sulla casa, circondata da anni da un alone di mistero.

Fantasmi, apparizioni, suoni di pianoforte, luci, fontane di sangue… C’è di tutto e di più nell’immaginario collettivo legato a Villa De Vecchi, eppure l’antica magione ha tutti i crismi per sembrare davvero stregata: bellissima, abbandonata dagli anni ‘50 dello scorso secolo, cadente, piena di storia, vecchia di quasi due secoli… E rovinata da ogni genere di vandalismo. Riti satanici compresi, a detta di qualche “bene informato”. Tanto da entrare nel novero delle “20 Haunting Abandoned Mansions of the World” (venti case abbandonate infestate da fantasmi nel mondo) da parte del sito inglese (loro sì che se ne intendono), www.urbanghostsmedia.com . Peccato però che sia “stregata” più per il nome che gli danno alcuni – “la villa delle streghe” la chiamano o “La casa rossa” – che per fatti reali. Ma il fascino c’è e tanti fotografi, anche nostrani, l’hanno immortalata nei loro scatti (Agnes Weber, Fabrizio Crippa…). Per la sua bellezza ma soprattutto per il suo fascino crepuscolare…

Fonti: http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2013/08/18/935835-Villa-De-Vecchi-Cortenova.shtml

http://milombardia.gazzetta.it/milano/2013-08-21/cortenova-bindo-fantasma-villa-de-vecchi-suona-pianoforte-201003060452.shtml

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