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I Meeting di "Daltramontoallalba.it"

   

resoconto curato da Stefania Ferrari

     

Sulle colline romagnole, sono molti i castelli, le rocche, le fortezze e San Leo forse è una delle più famose. Molti di voi la conosceranno, molti voi forse ci sono già stati, ma la nostra è stata una visita speciale. Ma cominciamo da un breve accenno di storia. Su un'imponente rupe con pareti a strapiombo sorge la città di San Leo, i cui primi abitanti furono gli Umbro-Sabelli, i Galli e i Romani. L'antico nome di Montefeltro deriva dal masso roccioso, il Mons feretri dove, secondo la tradizione, sorgeva un tempio dedicato a Giove Feretrio. Pur non essendo in possesso di fonti in grado di attestare l'anno in cui i Romani giunsero in questo luogo, possiamo affermare che, fin dal III secolo, essi vi costruirono una fortificazione. Sul finire del III secolo, giunse nel Montefeltro, dalla Dalmazia, San Leone al quale si deve la diffusione del cristianesimo che si propagò rapidamente in tutta la regione circostante, fino alla creazione della Diocesi di Montefeltro (l'antico nome di San Leo). La rocca e la cittadina stessa però è famosa per chi li ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, Giuseppe Balsamo, ovvero il conte di Cagliostro. Alessandro conte di Cagliostro, fu il più famoso detenuto del forte di San Leo. Sedicente prestigiatore, medico taumaturgo, indovino, alchimista e veggente; i suoi contemporanei lo ricordarono anche come frequentatore di corti e salotti, apprezzato dalla nobiltà europea e dai suoi sovrani per le sue poliedriche e affasciananti attività. Condannato a morte dal Supremo tribunale del santo Uffizio il 4 aprile 1791, fu graziato col carcere a vita da da papa Pio VI. Processato per ragioni ufficialmente dottrinarie , in realtà politiche, scontò 4 anni e 4 mesi di durissimo carcere. Gli si contestava la fondazione di una nuova loggia massonica nello stato pontificio e, indirettamente, contatti con la massoneria francese. Morì il 26 agosto 1796.

Ogni anno nel paesino di San Leo, per ricordare questo grande alchimista e studioso, c'è un week end di grandi feste, con bancarelle e conferenze, e noi abbiamo scelto proprio questo periodo per riunirci. Durante l'AlchimiaAlchimiae l'atmosfera era veramente surreale con venditori di erbe e saltimbanchi che rallegravano le strade.

Il pomeriggio e la cena sono così passati in un batter d'occhio, e dopo una lunga salita grazie alla quale abbiamo pienamente digerito, siamo arrivati alla fortezza. Accompagnati dalla guida cominciamo la visita dalla stanza circolare che sovrasta il torrione più vicino all'entrata, e li, cominciano le stranezze. In realtà quella stanza oggigiorno viene usata solo pe rmostrare il modellino della rocca e alcune nozioni storiche. Appena entrata però ho subito sentito che l'aria era molto pesante, e la differenza dall'esterno era notevole, nonostante non fosse una stanza prettamente chiusa. Visto che altri ragazzi, di cui conosco la notevole sensibilità, mi avevano fatto notare la stessa cosa, ho provato un esperimento. Ho aperto i miei canali e cercato di captare qualcosa. Non successe niente fino a quando ho toccato il muro: in quel momento ho avuto un attimo di vuoto e ho visto un uomo in armatura che ha lasciato il gruppo degli altri uomini che erano alle aperture attorno al torrione per controllare l'avanzata del nemico. L'uomo venne verso di me e con voce meravigliata mi disse "Cosa ci fate qui? In questo luogo non è mai entrata una donna!". L'atmosfera era quella di guerra e l'uomo era arrabbiato perchè una donna stava creando distrazione in quel momento in cui tutti dovevano rimanere concentrati per far fronte al nemico. Un secondo, un'immagine, un pensiero e tutto finì, ma fu la conferma dell'aria pesante di quella stanza: concentrazione, scontro e tensione di quegli uomini che difendevano la loro fortezza erano rimasti nella stanza.

Continuiamo la visita lungo i luoghi e le stanze che sono stati protagonisti della vita di cagliostro e della sua prigionia, e i racconti massonici e alchimisti tenevano banco tra il gruppo, e nessuna altra stanza sembrava dare sensazioni strane fino a quando la guida ci ha condotti alle prigioni. Con tutto quello che è successo nelle prigioni, in tutte le prigioni di ogni castello, forte o rocca, è normale che l'aria sia pesante, quindi sinceramente io non ho dato neanche peso a quando qualcuno del gruppo mi ha detto "c'è una presenza qui che è parecchio arrabbiata"...insomma...mi sembrava normale visto le circostanze. Poi improvvisamente questa persona ha cominciato a cambiare atteggiamento, forse perchè stava cominciando a sorbire la rabbia della presenza, fino a quando ad una normalissima affermazione di un'altra persona del gruppo, ha risposto in modo brusco. Al che mi sono voltata e ho guardato in faccia il ragazzo: c'era della rabbia, tanta rabbia, e un secondo prima era tranquillissimo, e siccome lo conosco bene posso dire che da quando lo conosco non l'ho mai visto così arrabbiato per un motivo, capirete quando neanche c'è. Fortunatamente la guida ci ha fatto uscire da li a poco e il ragazzo si tranquillizzò quasi immediatamente.

Continuiamo poi il giro, visitando anche la cella di cagliostro, dove non c'erano energie particolari, o quanto meno noi non ne abbiamo sentite. L'unica altra stanza rievante, almeno per me, è stata quella in cui sono esposte varie armi di varie epoche. Credo non sia stato per la stanza in se ma per l'eposizione: l'aria era talmente pesante che ad un certo punto sono dovuta uscire perchè non riuscivo più a respirare. In complesso posso dire che come sempre è stato un piacevolissimo meeting, e come sempre ringrazio tutti quello che lo hanno reso possibile, in primis ovviamente tutti coloro che hanno partecipato. L'appuntamento è alla prossima avventura!

       

          

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO MEETING!