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I Meeting di "Daltramontoallalba.it"

   

resoconto curato da Alessandra Tradigo

     

Ah l’amore, l’amore…
Cosa c’entra l’amore con il 7° meeting? C’entra, c’entra, abbiate pazienza! Chi scrive è una donna che per amore e spirito di collaborazione per il suo uomo si è spinta oltre le proprie certezze. Ma cominciamo dall’inizio. Ero un po’ preoccupata per questo evento, a parte due, tre persone che conoscevo, il resto era un mistero: gli altri soci dell’Associazione, il taglio che avrebbe avuto il meeting… mi rincuorava solo il fatto che andavo insieme al mio ragazzo. Arrivo nei dintorni di Parma con lui e suo zio, il mitico Giuseppe armato di videocamera e della giusta dose di intraprendenza che in queste occasioni ci vuole sempre.
Che bella Parma e i suoi dintorni… non so voi ma io sono capitata in un B&B a conduzione familiare, l’Antica Cascina di San Geminiano, molto bella: ricavata da una vecchia cascina che è stata il primo caseificio del luogo, si trova lungo la Provinciale che costeggia il torrente Enza e consente di passare momenti piacevoli immersi in un ambiente tranquillo nella campagna emiliana. Il ritrovo era previsto presso il ristorante “La fratta”, sito nel borgo di Montechiarugolo, dove tra l’altro si sarebbe svolta la cena del meeting.

Ho rivisto con affetto Stefania e ho conosciuto finalmente Maxim, uomo di poche parole ma di grande leadership: si è messo subito ad organizzare tutto e tutti e, senza neanche accorgermene mi sono ritrovata a fare “hosting” accompagnando i partecipanti ai tavoli man mano che arrivavano. E’ stato piacevole e divertente perché mi ha permesso di familiarizzare subito con tutti. Quando ho avuto l’opportunità di riservare una quindicina di posti ad un gruppo di amici di Bologna che, scopro, fanno parte di un coro chiamato “Le Verdi Note” evoluzione stagionata (nel senso che erano tutti dei baldi giovanotti e delle bellissime signorine), del notissimo “Coro dell’Antoniano”, la mia faccia tosta non ha avuto esitazioni, gli ho chiesto di dedicarci una canzone, come apertura e buon auspicio per la serata. Un fuori programma davvero bellissimo! Ed arriviamo all’appuntamento “en rose” con la fata Bema. Vi ricordate che il 7° meeting riguardava l’amore? Ebbene, la visita in notturna al castello di Montechiarugolo, prevedeva l’incontro con Lei, la fata Bema, lo spirito di una bella e misteriosa indovina che ancora oggi piange il suo amore perduto, la cui leggenda vuole che si aggiri per le stanze del castello.

Ma prima di incontrarla “fisicamente” abbiamo assistito ad uno spettacolo d’altri tempi, un combattimento in vero stile medioevale, ambientato nella splendida cornice del cortile del castello. Questo combattimento ci è stato offerto dall’Associazione Culturale “ I Difensori della Rocca” che si occupa, dal 2001, della rievocazione storica medievale, con sede a Imola. L’attività principale di questa Associazione consiste nel rievocare il combattimento medioevale, attraverso lo studio di manoscritti dell’epoca quali: I.33,Flos Duellatorum, il Vada, e Hans Talhofer. Consultando materiale iconografico e antichi testi, gli abiti e le armature in voga dal 1100 al 1400, essi vengono ricostruiti fedelmente per poter proporre un duello in vero stile medioevale. Le armi utilizzate erano usate con grande maestria e attenzione: spade, mazze, scudi, asce e pugnali. Lo spettacolo ha coinvolto il pubblico in quanto la battaglia ha visto lo scontro fra due contendenti che si sono fronteggiati fino allo stremo delle forze e si è integrato con il supporto dei cosiddetti figuranti, i quali avevano il compito di coinvolgere ed interagire con il pubblico fornendo spiegazioni utili ed istruttive.

Infine è iniziata la visita al Castello vero e proprio. Il Castello risale al XV secolo e fu costruito sui resti di un preesistente insediamento da Guido Torelli il capostipite della ricca e nobile famiglia dei Torelli di tradizioni militari, il quale, grazie alle sue capacità diplomatiche ottenne l’investitura di Montechiarugolo dai Visconti di Milano. Esso è stato eretto a strapiombo sul torrente Enza e in posizione strategica in quanto confinante con la strada che porta verso la Toscana e la Liguria. Oggi il castello è di proprietà privata e solo una parte è aperta al pubblico: cinque stanze, il giardino e il loggiato.
La visita inizia dal cortile interno del castello dove fanno bella mostra aiuole e palle di cannone mentre l’interno incanta tutti noi per gli innumerevoli affreschi con cui sono state dipinte le pareti e i soffitti delle varie stanze nonché per il mobilio risalente al 1700. Dal loggiato dicono si goda di una magnifica vista su tutto il corso dell'Enza, ma haimè non abbiamo potuto verificarlo perché la visita era in notturna. E poi …. la incontriamo, lei, la Fata Bema… racchiusa in una struttura di vetro che ci permette di guardarla “vise a vise”.
La leggenda vuole che la bellissima e affascinante Bema, appaia sugli spalti del castello ogni 19 maggio a mezzanotte, in ricordo dell'uccisione del suo amato Pio Torelli, condannato a morte dal duca Ranuccio I Farnese.
Nata e cresciuta a Cernobbio, in provincia di Como, la ragazza era di nobili origini, ma quando la sua famiglia cadde in disgrazia, Bema si dedicò allo studio della divinazione e ben presto iniziò a girare l’Italia con il fedele servitore Max, diventando un'indovina molto nota. Le sue peregrinazioni la portarono alla Corte di Pomponio Torelli dove, giungendo una sera, in occasione di una delle innumerevole feste date dal conte, leggendo la mano del figlio di lui, Pio, ne predisse la morte e quella di “nobili teste”. Sfortuna volle che quella sera fosse presente il duca Ranuccio I il quale, temendo da sempre streghe, saltimbanchi, artisti di strada, diede ordine di arrestare la Bema che grazie all’intercessione del conte Pomponio ottenne gli “arresti domiciliari” presso il feudo di Montechiarugolo, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Il figlio di Pomponio, Pio, si innamorò, ricambiato, di lei, ma il fidanzamento non fu mai annunciato, per la differenza sociale che li divideva. Quando Pio morì per mano del Duca, come lei aveva predetto, Bema rimase fino alla fine dei suoi giorni nel castello che era diventato la sua casa. La leggenda vuole che la mummia ritrovata nei sotterranei siano i resti della sfortunata indovina e si narra che ogni volta che qualcuno ha tentato di spostarla dal castello si siano verificati terremoti, alluvioni e pestilenze.

Sempre secondo la leggenda, tra un 19 Maggio e l'altro, data della morte dell’amato, lo spirito della fata Bema fa visita alle sposine prima delle nozze per dare consigli sulla vita coniugale, ma solo a patto che siano rimaste pure e caste fino al matrimonio. Peccato perchè si vedrà sempre meno la nostra fata al giorno d’oggi…. i valori di riferimento sono completamente cambiati!

  

     

        

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO MEETING!