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I Meeting di "Daltramontoallalba.it"

   

      

Cronache di una giornata (para)normale - Gita a Montebello

resoconto curato da Stefania Ferrari

     

Chi non è mai stato nella patria di Azzurrina come me, parte per tempo: arrivare a Rimini è facile, basta seguire l’autostrada, poi fortunatamente nella città dei Malatesta non mancano le indicazioni per Torriana. E già qui l’aria salmastra e la vegetazione marittima lasciano spazio ad un paesaggio collinare, e intanto tutt’intorno comincio a vedere monti sulla cui vetta spiccano castelli medioevali: riconosco San Leo, ma altri due monti rimangono senza nome e comincio a pensare quale di questi possa essere Montebello.
Assorta dal paesaggio che mi circonda, e dal dubbio su quale dei due monti sia la mia meta, quasi non mi rendo conto che la strada comincia a prendere pendenza e le curve cominciano ad essere molto più “curve” (sconsiglio vivamente a chi soffre di mal d’auto di intraprendere il viaggio per Montebello a stomaco pieno…come si dice…assumere prima dei pasti).

Comincia così l’avventura tra le montagne di Rimini, tra tornanti e pendenze incredibili, mentre del cartello con scritto Montebello non c’è ancora nessuna traccia. Intanto passano anche le due vette senza nome: su una c’è una chiesa e sull’altra una specie di fortino ormai in decadenza. Il problema ora è che intorno a me non vedo altre vette, ne chiese, ne fortini, ne tanto meno castelli. Fortunatamente però, quando ormai il dubbio di essermi persa stava diventando sempre più reale, da lontano vedo un puntino, che si avvicina sempre più fino a formare la scritta Montebello. E dopo qualche altro tornante e qualche altra salita, si comincia anche ad intravedere, tra la flora montana, qualche scorcio di castello.
Ci siamo! Finalmente sono a destinazione. Decido di non inoltrarmi fin sotto alla porta del paesino e di fermarmi nel parcheggio che si trova pochi metri prima, 200 al massimo…peccato che non avevo considerato la pendenza della strada! Finalmente entro a Montebello e la visione di tutto ciò che mi circonda mi fa dimenticare all’istante il travagliato viaggio.
Osservo, scruto, rimango incantata dalla bellezza del posto, finchè a svegliarmi dal sogno è un enorme targa ovale con su scritto “Pacini”: è il ristorante, il luogo dell’incontro, ma chissà se c’è già qualcuno?

Mentre cerco di ricordarmi delle uniche facce che conosco, noto una macchia azzurra che si distingue dall’ocra e dal giallo dell’intero paese, e leggo: “ 3° meeting Associazione Culturale Dal Tramonto All’Alba, Sabato 27 Agosto 2005”. 
Comincio allora a guardarmi intorno, non notando che esattamente al tavolo di fianco al cartellone c’era seduta Valeria (Consigliere Associazione Culturale Dal Tramonto All’Alba), ma fortunatamente, quasi a volermi salvare da una sicura figuraccia, arriva Massimiliano (Maxim!!! Vice presidente Associazione Culturale Dal Tramonto All’Alba). Si comincia così a parlare del più e del meno, di chi deve arrivare, di chi non può venire (vorrei elencarli tutti per esprimere il mio dispiacere, ma rischierei di dimenticare qualcuno, quindi lancio un SIGH generale per tutti quelli che non c’erano), si parla del castello, di Azzurrina e di tutti i suoi abitanti. Nel frattempo arriva anche Cecilia con sua sorella Ezzole, per me le prime due facce nuove della giornata. Presentazioni e racconti di vicende passate e presenti allietano la mezz’ora successiva, fino a quando Maxim non nota in lontananza Alessandro che gironzolava con uno sguardo sperduto nell’intento di trovare facce conosciute nei paraggi. Lo chiamiamo salvandolo dalla ricerca, ci raggiunge al tavolo e si presenta raccontando la storia della sua avventura disperata, durata un’ora, per trovare un distributore di metano a Torriana. Era esausto per la lunga ricerca tanto da non essersi accorto neanche del cartellone del meeting (sempre azzurro circondato da un paese completamente giallo) a cui era seduto di fianco già da un bel po’ di tempo.
Continuiamo le presentazioni e le chiacchiere mentre intorno a noi la stradina del paese comincia ad animarsi, e noi iniziamo a chiederci se magari qualcuno di loro è dei nostri. Pochi minuti dopo arrivano anche Michele (Presidente Associazione Culturale Dal Tramonto All’Alba) e Laura (Segretaria Associazione Culturale Dal Tramonto All’Alba) insieme ad Andrea, ad un suo amico (reduci da una cosa come 8 ore di treno) e a Marco.
All’arrivo del presidente si comincia a lavorare…cioè il consiglio direttivo comincia a lavorare, e mentre loro distribuiscono budge e raccolgono le presenze, e il buon Alessandro fa pubbliche relazioni spiegando ai partecipanti gli obbiettivi dell’associazione, la maggior parte di noi continua a chiacchierare, cercando di non pensare ai crampi di fame alimentati dai numerosi profumi che uscivano dalla cucina del ristorante.
Dopo circa un’oretta ci siamo, per la gioia delle 61 persone presenti ci si può accomodare al tavolo…e che tavolo…un’intera sala dedicata a noi con tanto di menù targato Associazione Culturale dal Tramonto all’Alba.

Comincia così una cena memorabile tra chiacchiere, buon cibo e buon vino (per chi ha avuto il piacere di gustarlo!!). Per quanto riguarda il servizio e il cibo, il giudizio, personale ma credo comunque condiviso da tanti se non da tutti, è molto positivo: tris di primi, completo di discussione sulle tagliatelle (...non che non fossero buone...è che non assomigliavano molto a tagliatelle), tris di secondi, contorni e tris di dolci, con portate ben proporzionate, non del tipo “tutto molto buono, ma dopo due primi ci sarebbe bisogno dell'idraulico liquido per continuare”, ma nemmeno “ok, questo era l'assaggio...quando si comincia?”...insomma la giusta misura, e soprattutto senza eccessivi tempi di attesa, giusto quei 10 minuti tra primi e secondi. Durante le pause sigarette sono uscite delle conversazioni non male, dalla musica alla magia, dalla composizione del tavolo ad Azzurrina, che a frequenza di 10 minuti ritornava nei discorsi di ognuno.
Una situazione bellissima, perchè per tutta la cena sono nate mini-conferenze tra persone che avevano gli stessi interessi, e poi naturalmente i gruppi si mischiavano e creavano nuovi gruppi.

Insomma l'atmosfera era serena e conviviale, ma soprattutto sempre contornata dal flash della macchina fotografica di maxim che immortalava la giornata di festa...anzi si può dire che ne ha fatto una cronaca minuto per minuto.
Dopo i vari amari, limoncini e digestivi della casa, ci spostiamo tutti all'esterno in attesa dell'inizio del tour al castello, e proprio in quel momento comincia a levarsi un vento montanaro che ci regala anche qualche goccia di pioggia; ed è proprio ora che alcuni ragazzi tornano alla macchina per prendere giacche ed ombrelli...e qui vi racconto una scena fantastica.

Uno di questi ragazzi (non faccio nomi) parte da solo e scende per la strada che porta al parcheggio (sempre quella con la salita incredibile); tenendo conto del fatto che era più o meno mezzanotte, del fatto che la suddetta strada era larga due metri e che da una parte era costeggiata dalle mura del castello e dall'altra da un fitto bosco, e per ultimo del fatto che era tutta sera che si parlava della leggenda di Azzurrina o comunque di cose affini, insomma tenendo conto di tutto questo si può ben immaginare come si poteva sentire questo povero ragazzo mentre raggiungeva la sua macchina tutto solo. Arrivato alla macchina, schiaccia il pulsante dell'apertura automatica, ma non entra subito, prima fa altre cose all'esterno. Quella macchina però ha in dotazione un sistema che, se apri la macchina e non sali, dopo qualche secondo si richiude automaticamente con un rumoroso clic clac. In pratica la storia si conclude con questo povero ragazzo che, battendo ogni record, si fa di corsa tutta la salita, arrivando senza fiato e spaventatissimo.
Dopo qualche minuto da questa bella scenetta arrivano anche i biglietti per il giro al castello, insieme alla notizia che per la visita saremmo stati divisi in due gruppi. Comincia così la seconda parte di questa bellissima serata.
Arrivati in cima alla scalinata che porta al castello e dopo qualche minuto di respiro, durante i quali molte persone entravano ed uscivano dalla biglietteria chiedendosi come mai 60 persone erano li fuori ad aspettare se gli avevano detto che i tour erano finiti, ci raggruppiamo tutti nell’atrio dove ad accoglierci ci sono due guide che, prima di farci entrare ci spiegano cosa ci stava aspettando all’interno…ma soprattutto CHI ci stava aspettando!

Foto di gruppo: I Soci presenti al Meeting

L’atmosfera era fantastica: insomma, già avere la possibilità di visitare un castello di notte da le sue belle emozioni, e in più abbiamo avuto la fortuna di essere stati accompagnati da guide che con i loro racconti, e con la loro professionalità, ci hanno trasportato ai tempi in cui l’attività della corte era al suo massimo splendore, riuscendo ad escludere il mondo esterno e moderno, da quello interno ed antico, permettendoci così di comprendere in pieno l’anima del posto.
Inizia dunque la visita partendo dalla parte antica del castello, quella medioevale. Appena entrati si arriva alle scale dove, spiega la guida, si trovano trabocchetti molto antichi ma ancora molto efficienti, come, molto gentilmente, ci ha dimostrato anche Alessandro, sbattendo la testa in una porta-trappola!!
Passiamo le prime tre stanze dove appunto ci viene spiegata la tecnica difensiva del castello e la storia della famiglia Guidi di Bagno, ancora oggi proprietari della rocca. Arrivati alla quarta stanza però l’atmosfera cambia: l’unico mobile presente è una cassapanca sovrastata dalla famosa tavola islamica; e dall’atmosfera quattrocentesca da cui eri stato avvolto fino ad ora, vieni sbalzato in una situazione tipo mille ed una notte, dove però la scena a cui stai assistendo non racconta di sceicchi e principesse, ma di sacrifici e atroci omicidi. Si dice che molte persone si siano sentite male di fronte a questa tavola; fortunatamente non è successo a nessuno di noi, ma mentre la guida raccontava la storia della tribù a cui era appartenuto l’oggetto, vi assicuro che l’animo del gruppo non era dei migliori. Mi sono soffermata a osservare le espressioni dei presenti, su cui devo dire che orrore e sofferenza erano i sentimenti predominanti. Insomma, posso sicuramente ammettere che l’energia, sicuramente non positiva, della tavola, ci aveva catturato, raccontando quei momenti di cui lei stessa era stata testimone.
E le emozioni non finisco certo qui, anzi, sono appena cominciate.
Passiamo infatti in un’altra stanza: quella che porta alla ghiacciaia (non aperta al pubblico). Dove scomparve Azzurrina. Scendendo dalle scale ti trovi di fronte ad una specie di cunicolo dove in fondo vi è appeso il quadro della bambina, che di per sè ha già una storia interessante, ed è abbastanza inquietante. La guida comincia ad raccontare la triste storia della piccola e delle sue apparizioni fino a quando arriva il momento di ascoltare le registrazioni. L’audio è fenomenale, il suono ti arriva da tutte le parti e ti avvolge completamente. La prima registrazione ha un sottofondo musicale, perché usata per una trasmissione televisiva, e quindi, purtroppo, non è molto chiara, inoltre fa proprio effetto film horror; nella seconda si sente il battito di un cuore con il sottofondo di un temporale, e già cominciava ad aumentare anche il mio di battito, ma la terza a parer mio è la più impressionante. La registrazione parte con il rumore di un aereo che sta sorvolando il castello, poi si sente un ticchettio, come quando cade una goccia d’acqua che rimbomba per una stanza vuota, e si sente la voce di una bambina che, a detta degli esperti, sembra dica mamma, ma a me sembrava più un lamento, quasi come un pianto singhiozzato.
Be’ le sensazioni che ho provato durante questa terza registrazione sono quasi inspiegabili, mi sembrava quasi di vederla scendere quelle scale mentre rincorreva la palla, me la sentivo tutt’intorno. Ma non c’è tempo di soffermarsi più di tanto, perchè il giro continua.
Passando a fianco dell’entrata delle prigioni, dove tra l’altro qualcuno di noi ha detto di aver sentito “qualcosa”, si arriva alla parte rinascimentale del castello: un altro emozionante viaggio nel tempo. Entriamo quindi nel salone delle feste che è situato proprio sopra le prigioni (non aperte al pubblico) dove ai tempi le pene e le morti si consumavano in abbondanza: e questa, come si può ben immaginare, è la stanza del castello che racchiude maggiori energie, e vi assicuro che sentirle è molto semplice, e il fulcro è proprio quell’enorme tavolo ovale che si trova a centro stanza, protagonista di molte esperienze medianiche.
Ancora un po’ rintronati da quell’energia ci spostiamo nella stanza successiva, dove sotto il soppalco si possono ancora vedere le impronte di piedi lasciate da un fantasma apparso ad uno dei custodi del castello non troppi anni fa.
Qui vorrei soffermarmi a raccontare un aneddoto che a me è rimasto molto impresso. Nel passare dalla stanza delle feste a quest’ultima, siccome il gruppo era abbastanza numeroso, io mi sono fermata praticamente sulla porta che le divide. Di fianco a me c’era Alessandra che aveva preso con sé il suo stupendo cane che, devo dire, durante la visita è stato molto tranquillo…almeno fino a quel momento. Infatti, mentre tutti erano rivolti alla seconda stanza, intenti ad ascoltare il racconto della guida, il cagnolino ha cominciato ad agitarsi. In pratica con orecchie e coda alzati, fissava la prima stanza guaendo. Insomma io non so cosa fosse stato ad attirare la sua attenzione, ma è risaputo che gli animali sono più sensibili degli uomini, e se io ho sentito qualcosa in quella stanza, probabilmente lui l’ha sentita più forte.
E così finisce il nostro giro, ma non prima naturalmente di averci fatto passare per il bazar di Azzurrina. Ci ritroviamo quindi tutti nell’atrio, e dopo qualche ultima domanda alla guida, che ci spiega come lavorando in quel luogo ogni giorno si ha una più o meno piccola testimonianza dei suoi abitanti invisibili, cominciamo la discesa verso il paese.
Qui i commenti si sprecano: c’è chi ancora è stordito dall’esperienza e c’è chi invece è euforico per il cocktail di energie che ha ricevuto. Arrivano così gli ultimi saluti e si parte per il ritorno, ancora però con la mente ed il cuore al castello.
Un’esperienza questa che consiglierei a tutti perché le emozioni sono tante, come anche il divertimento, e questo è un punto importante. Per ultimo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e insieme a noi hanno reso grande questa giornata, ma soprattutto volevo ringraziare Michele, Laura, Massimiliano e Valeria che hanno organizzato tutto, e per farlo hanno lavorato veramente tanto. 

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO MEETING!

 

Questo articolo è stato tratto dallo Speciale"3° Meeting Daltramontoallalba.it" presente all'interno della rivista telematica "Oltre il Confine N°3", rivista curata e prodotta dall'Associazione. All'interno di tale numero possibile leggere altri due resoconti del meeting curati da Alessandro Miazzi e Stefano Tansini. Per scaricarla CLICCA QUI