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Castello del Roccolo - Castello di Fossano (Provincia di Cuneo)

a cura di Gianni Verdoliva

               

Piemonte è pieno di castelli e dimore storiche. Alcune, oltre alla storia ed al fascino del luogo, hanno anche la loro leggenda. Non c’è castello che si rispetti senza il suo fantasma, insomma. Questo vale anche per due luoghi, diversi tra loro, ma altrettanto suggestivi, della provincia Granda (Cuneo). Il Castello del Roccolo ed il Castello di Fossano. In frazione San Quintino, in una collina nelle immediate vicinanze di Busca c’è il Castello del Roccolo. Il nome del castello deriva da una particolare tecnica di cattura di uccelli di piccole dimensioni, effettuato attraverso un sistema di reti, ora non più utilizzato. Edificato e costruito tra il 1831 ed il 1860 in stile neogotico dal marchese Roberto Tapparelli D’Azeglio, l’edificio è immerso nel verde ed è circondato da un ampio giardino. Tuttora abitato, il castello è in gran parte visitabile. A curare le visite e vari eventi culturali è l’associazione Marcovaldo. Zelda Beltramo che, per conto dell’associazione, cura le attività culturali legate al castello, riferisce di una romantica storia legata al posto.“Stando alla leggenda nelle sere d’estate nei giardini si aggirerebbe il fantasma di Melania. Figlia dei marchesi D’Azeglio, Melania aveva sposato Salvatore Pes, marchese di Villamarina. Di salute cagionevole e sofferente a causa di problemi polmonari, era solita accompagnare il marito d’estate in vacanza in Sardegna, dove il mare ed il clima mite le erano di giovamento. Nel 1841 però Melania, fortemente debilitata, non parte e rimane ad attendere il ritorno del marito. Invano. La morte la raggiunge prima. In sua memoria i genitori hanno eretto un cippo, nelle vicinanze del castello. Sinceramente non credo qua ci siano delle presenze. Ci sono visitatori e guide che girano di continuo. Abbiamo anche aperitivi serali. La sera l’atmosfera può essere suggestiva ma non abbiamo avuto segnalazioni. Con un’unica eccezione. Una ragazza, amica di una delle guide, che ha affermato chiaramente di aver sentito la presenza di Melania. Anche i proprietari, che abitano qui, non mi hanno mai riferito nulla. Da bambini erano spaventati dal custode che, per evitare si allontanassero troppo di sera, si fingeva un fantasma. Anche quelli del programma Presenze di Sky sono stati qua in passato. Non so cosa abbiano trovato. Personalmente sono scettica.” Di Melania rimane poco. Due ritratti. Uno raffigura una famiglia: mamma, papà, un bimbo nella culla e una bambina che legge, tutti vestiti con abiti dell’800. La bambina è appunto Melania. L’altro mostra una giovane donna con un’espressione lievemente malinconica.

    
 

Quasi tutte tristi, le leggende dei fantasmi. O comunque legate ad avvenimenti storici drammatici. E’ il caso del Castello di Fossano. Alle porte della città, il castello, noto come Castello degli Acaja, sembra accogliere chi entra in città. Le torri si stagliano sul cielo azzurro. Si tratta di una costruzione imponente, in passato usata per fini militari e poi, per brevi periodi, luogo di villeggiatura dei Savoia. Gianni Menardi, direttore della biblioteca che ha sede nel Castello di Fossano, riferisce persone che addirittura inventano storie legate al paranormale pur di attirare la gente. “A me importa avvicinare la gente alla cultura, ai libri. Se la curiosità relativa ad una eventuale presenza serve anche a questo ben venga. Voglio però mantenere un certo decoro. Sono stato contattato da persone che mi hanno proposto di creare ad arte rumori e luci dietro compenso e di organizzare delle visite a pagamento per assistere a questi fenomeni. Ho declinato l’offerta. Questo è un luogo di cultura e tale deve rimanere. Se poi, come è accaduto, mi contattano gruppi che, senza fini di lucro, vogliono fare delle ricerche nella speranza di trovare presenze, questo è un altro discorso.” Anche il castello degli Acaja comunque ha la sua leggenda. Legata a Bona di Savoia. “Bona di Savoia era vedova Sforza ed era stata cacciata dalla Lombardia perché dava fastidio. Era una donna potente ed attiva politicamente e dava noia un po’ a tutti. Venne mandata a vivere qui, in una sorta di esilio dorato. Della sua morte non si sa quasi nulla e questo ha contribuito ad alimentare la leggenda. Pare che una delle confraternite che all’epoca operavano in Fossano l’abbia messa in una bara e sepolta in San Giuliano. Chiesa che a Fossano non esiste. Forse invece è sepolta nella chiesa di Santa Maria e San Giovenale. Da questo è nata la leggenda. Quanto al castello, dopo la morte di Bona venne depredato dalla servitù e lasciato a lungo in stato di abbandono. Sono anni che lavoro qui ma non ho mai visto ho sentito niente di strano, né alcunché mi è stato riferito dagli studenti che frequentano la biblioteca o dal personale. C’è solo una persona che abita nelle vicinanze che afferma di vedere una figura aggirarsi nei camminamenti la notte. Ovviamente questa figura è stata subito identificata come Bona di Savoia.” Certo, nella parte non aperta di solito al pubblico l’atmosfera è quella giusta. Porte anguste, scale a chiocciola, lunghi corridoi. Tutti luoghi che possono scatenare fantasie o curiosità. Un gruppo di ghostbuster della Liguria è andato in visita mesi prima e ha scattato delle foto nelle quali pare ci siano ombre luminose che corrisponderebbero a figure umane. Il giornale locale La Fedeltà ha riferito, la scorsa primavera, di queste foto. E di un unico episodio vissuto da Menardi in prima persona. “Anni fa una sensitiva di Torino, in visita a Fossano presso amici, è andata in trance passando davanti al castello affermando che in una delle torri c’era uno scritto contenente suggerimenti per la guarigione di un amico comune. Organizzata la visita serale, la signora, minuta ed elegante, ha parlato con voce baritonale ed in tedesco, si è sentita spossata a più riprese, arrivando ad esprimersi con un filo di voce affermando poi di essere Anin. “Mi sono poi ricordato che mia nonna Anna si faceva chiamare Anin. Sono scettico convinto ma ogni volta che lo racconto mi viene la pelle d’oca. ” In una torre è stato trovato un mazzo di monete, oltre ad alcune lettere, successivamente scomparse”. In fondo i castelli sono carichi di storia e, come tutti i luoghi storici, qualche piccolo segreto ce l’hanno. A volte può anche essere questo a spingersi a visitare luoghi che ci insegnano tanto sul nostro passato.

        

    

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