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Paolo Gorini

a cura di Stefano Tansini

  
   
   

Museo Paolo Gorini  (Lodi)

a cura di Stefano Tansini

           

"Io ho voluto prepararmi una vita che fosse una specie di poesia della vita e ci sono meravigliosamente riuscito!"
(Paolo Gorini)

     

Il Museo Gorini, ormai da oltre un ventennio, raccoglie le tracce dell'instancabile opera di assiduo sperimentatore di Paolo Gorini e, a buon diritto, può essere considerato come la più importante e miglior testimonianza della sua attività scientifica. Figura singolare, unica, Gorini è l'esempio tangibile di un eccelso uomo di scienza, dedito alla scoperta, alla ricerca e, sia in senso letterale che metaforico, al perseguimento dell'immortalità. La piccola sala dove il museo trova la sua sede riesce nel miglior modo possibile a trasmettere il senso profondo della sua attività, rendendo quasi palpabile la sincera passione che animava lo scienziato lodigiano in tutte le sue esperienze empiriche. 

Come ammonito dai reperti esposti, il mistero della morte, che in misura quasi maniacale lo affascinò sempre, rappresentò per la sua attività di sperimentatore una costante sfida, il potente avversario di una lotta titanica intrapresa per sottrare alla corruzione del tempo le spoglie mortali dell'uomo, pietrificandole o riducendole in cenere pur di evitare loro lo scempio della decomposizione organica.

L'atmosfera del museo è del tutto particolare, indescrivibile in molti suoi aspetti. Situato in un angolo relativamente buio di un antico chiostro, poco illuminato da quei raggi di sole che rischiarano tutto il restante cortile, si rivela alla vista solo dopo aver percorso un lungo porticato immerso nel più totale silenzio e nella costante penombra e, avvicinandosi all'ingresso del museo, è impossibile non essere colpiti da un vago senso di estraneazione, dalla quasi consapevolezza di assistere ad uno "spettacolo" fuori dal tempo, calati in una dimensione unica dove passato e presente si fondono e si compenetrano.

Un'anonima porta a vetri è l'entrata della camera delle meraviglie, l'ultimo varco prima di assistere a quello che resta, non molto purtroppo, dell'amplissima collezione anatomica che Gorini seppe approntare nel corso della sua vita. L'impatto iniziale è abbastanza sconcertante: l'ambiente relativamente piccolo, quasi opprimente, la scarsa illuminazione proveniente da fredde luci al neon, il soffitto affrescato, i resti anatomici disposti in modo tale da disporsi uniformemente per tutta la sala e, soprattutto, le due mummie umane poste quasi al centro del museo lasciano storditi, creando un indefinibile senso di disagio. L'impressione è quella di trovarsi dinnanzi ad una macabra collezione di resti anatomici e prodigi animaleschi (in una teca di vetro, tra un grosso rospo e un serpente pietrificati, colpisce subito la piccola mummia di un topolino bianco bicefalo) e solo dopo aver superato la meraviglia iniziale, supportati dalla presenza di ottime tavole esplicatrici, si inizia a comprendere la maestosità dell'opera di Gorini. 

Osservando attentamente i reperti esposti (impossibile non restare colpiti dai corpicini, alcuni visibilmente deformi, di bambini morti in tenerissima età) ci si può rendere pienamente conto dell'altissimo valore dell'attività dello scienziato. La riuscitissima pietrificazione di parti anatomiche, mani, cervello ed organi genitali soprattutto, ma anche un intero sistema nervoso umano e una spina dorsale orribilmente deforme, la quasi ossessiva presenza delle teste imbalsamate di alcuni contadini lodigiani dell'Ottocento (il lavoro di Gorini è talmente ben eseguito che alcune di queste conservano ancora una barba ispida e una capigliatura quasi "vive") e le due imponenti salme mummificate si dispiegano agli occhi dell'osservatore attento come magnifico strumento di divulgazione scientifica, tangibili espressioni di un'esigenza morale e spirituale che aveva come principale scopo la salvaguardia del corpo dalla corruzione e dallo scempio causato dalla morte.

 
   

COME ARRIVARE E INFORMAZIONI

Il Museo Gorini si trova a Lodi presso il Vecchio Ospedale, attuale sede provinciale dell' ASL, in via Ospitale 10. Non è aperto al pubblico, tuttavia è possibile visitarlo, gratuitamente e accompagnati da una guida, previa prenotazione, contattando il seguente recapito telefonico: 0371 372980. 

            

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