Con questi versi di un poeta del 1500 inizia la visita al Sacro Bosco di
Bomarzo. Nel 1552 il principe Vicino Orsini creò nella sua tenuta di Bomarzo
un labirinto monumentale di simboli dove si potesse vagare sino a smarrirsi,
tra statue gigantesche di uomini e creature mostruose. Vent'anni dopo, alla
morte della moglie, gli dedicò il Tempio che ancora oggi si erige nel parco
ed è visitabile. Poi, quando anche il principe venne a mancare, il parco fu
abbandonato alla rovina e così sarebbe ancora se non fosse stato per la
famiglia Bettini, che ben 400 anni dopo scoprì, avviò al restauro e salvò
dalla distruzione questo tesoro d'arte unico nel suo genere nel mondo. Il
luogo ha sempre ispirato pittori, e infatti sono numerosi i dipinti raffiguranti le sculture del complesso, e scrittori che, prima di venire a
conoscenza della vera storia del posto, si erano sbizzarriti ad inventare
storie e leggende fantasiose. Nonostante il fatto che oggi le leggende che
si erano create intorno al luogo siano state sfatate, il "Parco dei Mostri"
non ha perso la sua irriproducibile atmosfera magica, a dir poco romantica e
"Sacra"... Un paesaggio così suggestivo può essere solamente definito "una
cosa che solo a se stessa assomiglia". Probabilmente, come leggiamo nella
"Guida al Parco dei Mostri", a cura della società "Giardino di Bomarzo", la
parola "Sacro" ha qui il significato di meraviglioso come lo immaginavano
gli antichi, cosicchè viene anche paragonato alla celebre capitale dell'antico Egitto, come è possibile leggere da un'altra scritta scolpita
sulla pietra che dice "Cedan Memphi e quant'altra meraviglia ch'ebbe già il
mondo in pregio al Sacro Bosco che sol a se stesso e a null'altro assomiglia". Per quanto riguarda l'interpretazione (ancora oggi poco chiara)
del significato delle curiose sculture all'interno del parco, rimandiamo
alla lettura di un libro adeguato quale quello sopra menzionato. Noi non
siamo certamente all'altezza di occuparci di un simile compito. Ci limiteremo solamente a farvi entrare nella magia del luogo, oggi
ribattezzato dalla fantasia popolare come "Parco dei Mostri".
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