Goethe
diceva che "scrivere la storia è un modo per sbarazzarsi del
passato". Sante parole! Nel passato infatti ci sono delle zone
d'ombra così torbide che conoscerle farebbe vacillare la nostra
fede. In questi casi per uno storico di professione è sempre meglio
tacere, dimenticarsi dei documenti, lasciare che le fonti marciscano
negli archivi. E' successo anche per San Francesco, e a riportare
oggi alla luce i suoi riti magici si rischia di essere fraintesi.
Si, perchè Lo stregone di Assisi non è un titolo studiato ad hoc per
impressionare il pubblico, come molti penserebbero oggi che la
propaganda religiosa ha oscurato i documenti e messo a tacere il
passato. San Francesco infatti per la giustizia della sua epoca era
a tutti gli effetti uno stregone: piantava gli alberi sacri, parlava
con gli uccelli e praticava la divinazione sulle Scritture. Ce n'era
abbastanza per scomunicarlo, ma la Chiesa non lo fece a ragione.
Perchè? Se vogliamo davvero capire chi era davvero Francesco di
Bernardone e non fermarci più alle apparenze, allora dobbiamo
risolvere questo rompicapo giudiziario. E da buoni investigatori
dobbiamo prima ricostruire il Medioevo scomodo, il Medioevo di cui
poco si parla, quel tempo in cui il potere sulle masse passava
ancora per la magia, quel tempo in cui il più grande santo della
cristianità impugnò il bastone degli sciamani per far crescere gli
alberi e prosciugare i ruscelli.
L'AUTORE
ANDREA ARMATI
nasce ad Assisi il 17 agosto del 1986. Attualmente lavora a
un'indagine storica sulle origini religiose dell'Umbria.
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