Personaggio
fra i più enigmatici e affascinanti del XX secolo, Fulcanelli –
chiunque si nasconda dietro a questo pseudonimo, soprannome o gioco
di parole – è stato l’ultimo grande alchimista di cui abbiamo avuto
notizia.
Ci ha lasciato solamente due opere pubblicate, redatte dal fedele
discepolo Eugène Canseliet (Le dimore filosofali, 1926, e Il mistero
delle cattedrali, 1931), e lo stralcio – una semplice sinossi – di
un terzo libro, mai dato alle stampe, il Finis Gloriae Mundi,
un’opera conclusiva che rivelerebbe alcune inquietanti scoperte che
legano indissolubilmente il mondo degli antichi alchimisti a quello
dei fisici nucleari, responsabili di aver permesso all’umanità il
controllo sull’energia atomica.
Aiutato nel suo anonimato da Canseliet, che non ne svelerà mai
l’identità ma tenderà invece a confondere le acque, e
dall’illustratore Julien Champagne, che, deceduto nel 1932, porterà
con sé il segreto del Maestro, Fulcanelli realizzò la Grande Opera
alchimistica già nel 1922, per eclissarsi e scomparire negli anni
successivi, fino a far perdere le proprie tracce… o quasi.
Patrick Rivière torna a occuparsene portando prove e documenti che
possono chiarire definitivamente il mistero. Attraverso una ricerca
sistematica, brillante ed esaustiva, confuta i tanti che hanno
tentato di screditarlo, e arriva a formulare una convincente ipotesi
riguardo al suo vero nome.
L'AUTORE
PATRICK RIVIÈRE, storico delle religioni e dei miti, filosofo, ex
ricercatore universitario, ha pubblicato circa venti libri ed è
diventato un vero e proprio esperto di alchimia e di medicina
ermetica, secondo i precetti di Paracelso: lo spagirismo (relativo
ai vegetali, ai minerali e ai metalli). Dirige l’Istituto di Studi
Alchemici «Spagy-Nature» (Philosophi per Ignem), presso il quale
organizza degli stage formativi in laboratorio.
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