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Lo specchio inverso. Da Rennes-le-château all'Italia

Giorgio Baietti

   

IL LIBRO

«Non avrei mai pensato di rimettermi a scrivere su Rennes-le-Château. Dopo i miei libri precedenti e vista la mole di pubblicazioni che sono uscite sull’argomento, credevo di aver esaurito gli argomenti e che, in fondo, non ci fosse più interesse da parte dei lettori. Mi sbagliavo su entrambi i fronti! Sono davvero tante le novità che ho avuto modo di scoprire e tanti i contatti che ho stabilito in questi ultimi tempi. Addirittura gli ultimi fatti risalgono a pochi giorni prima della consegna del manoscritto all’editore. L’enigma continua a far parlare di sé, è una fonte inesauribile, e gli aspetti nuovi spuntano un po’ da tutte le parti e s’inseriscono gli uni dentro gli altri in un collage perfetto. Molto spesso devo interrompere il mio lavoro e controllare che quello che sto scrivendo è un saggio, un insieme di resoconti e fatti attendibili e non il più fantasioso dei romanzi. Anche il pubblico segue quest’andamento e ricerca sempre nuovi spunti. Da molti anni tengo conferenze e incontri in tutta Italia e sono sempre moltissime le persone che mi pongono le domande più disparate sui molti misteri che ruotano attorno a questo villaggio francese. Molte riguardano il favoloso tesoro che il parroco Saunière avrebbe trovato e che gli ha permesso di realizzare le stravaganze che lo hanno reso immortale, altre sono incentrate su alcuni strani personaggi e sulle società segrete che reggerebbero le fila della vicenda, altre ancora sono incentrate sulla topografia del luogo. E poi, immancabile, la domanda delle domande: «Ma lei che cosa pensa di tutto questo?». È il quesito che cerco sempre di lasciare alla fine, quando attorno al tavolo rimangono solo poche persone, gli aficionado irriducibili, coloro che veramente si nutrono di misteri e che ritengono questi argomenti la miglior medicina contro «il logorio della vita moderna», come recitava anni addietro il famoso spot di un amaro. Che cosa penso di Rennes-le-Château? È un rapporto di odio-amore che dura da vent’anni e che non finirà mai. La mia è una passione vera, autentica, proprio perché nata dal caso e non da calcoli speculativi. Ho scoperto il tutto perdendo un treno quando ero studente universitario e da questo «sbaglio» è nata, per me, una differente visione del mondo. Quel villaggio appollaiato su una collina ventosa, a quasi mille chilometri di distanza dal mio mondo quotidiano, è divenuto un punto fermo e irrinunciabile. Quando sono lì mi sento bene; sono a casa. La porzione di odio è riservata, invece, a coloro che, da molti anni, cercano in tutti i modi di distruggere questo sogno. I mezzi che usano sono dei più svariati tipi e vanno dal piccone alla dinamite, dalla calunnia alla carta stampata. E sicuramente quest’ultima ha fatto più danni dell’esplosivo. Per qualche oscuro disegno ci si è accaniti contro quella che, a mio avviso, è una pura e semplice ricerca materiale e spirituale, quasi un gioco, e la si è investita di significati e aspetti negativi che nulla hanno a che vedere con quello che realmente è successo da queste parti più di un secolo fa. Secondo queste strambe teorie, Rennes-le-Château sarebbe il male assoluto, ricettacolo di miscredenti, pazzi e creduloni (per usare un eufemismo), un posto da evitare come la peste per non essere contagiati dalla negatività che albergherebbe in ogni anfratto del paese e della regione. Mamma mia, pensate che problema per quei centotre abitanti stabili che non sanno il pericolo che corrono ogni giorno! In realtà, i più assidui detrattori sono poi quelli che incroci sempre per le vie del paese durante l’estate e scorgi in mezzo alle rocce dei dintorni alla ricerca di grotte e vari segnali. Sono sempre gli stessi che si accalcano in chiesa il 17 gennaio per avere la posizione migliore per fotografare le famose «mele blu» e controllare chi c’è e chi non c’è, tanto per dare un tocco di gossip che, di questi tempi, rende molto. Anche questo, purtroppo, fa parte del grande gioco.

Adesso passiamo alle cose utili (e anche dilettevoli): ho pensato questo nuovo lavoro come una sorta di viaggio in cui, tutto sommato, Rennes-le-Château non è che una tappa. Durante le mie ultime ricerche ho avuto modo di soffermarmi su alcune località che fanno da corollario al celebre villaggio e che, per alcuni aspetti, sono ancora più intriganti e inquietanti. Posti del tutto anonimi e in cui non ci si fermerebbe mai se non fossero «sulla strada per…». E invece meritano ampiamente spazio e tempo e un occhio di riguardo, perché sono davvero tanti i segreti che custodiscono. Un’altra meta, del tutto particolare, è in Italia. Anche qui c’è un parroco che, negli stessi anni in cui Saunière crea il suo regno, realizza un impero, con ville favolose (dieci volte più grandi e lussuose di Villa Betania), montagne di denaro e riconoscimenti così prestigiosi da apparire assurdi se si tiene conto che era solo un semplice parroco di un piccolo paese. Non voglio anticipare altro perché, ne sono certo, sarà una vera sorpresa e del tutto inedita. Ma troverete anche altri parroci e altre chiese dal grande fascino; un corollario di stranezze ed enigmi che lasciano aperti tanti spiragli da cui filtra un po

L'AUTORE
Giorgio Baietti laureato in Lettere e in Sociologia, è insegnante e giornalista, oltre che studioso di storia alternativa ed esoterismo. Dal 1986 si occupa del mistero di Rennes-le-Château, dove è praticamente di casa e trascorre diversi periodi dell’anno, in un’abitazione che è situata proprio di fronte alla chiesa della Maddalena e al castello medievale. È autore del libro su Rennes-le-Château che ha riscosso maggiore successo in Italia (L’enigma di Rennes-le-Château, Edizioni Mediterranee, 2003) e di altri saggi e racconti sullo stesso tema. Da molti anni tiene conferenze e seminari in tutta Italia e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche. Il suo sito è giorgiobaietti.interfree.it

  

INFORMAZIONI SUL LIBRO

Titolo: Lo specchio inverso
Autore: Giorgio Baietti
Prezzo: 18 Euro
Pagine: 256
Lingua: Italiano
Editore: Età dell'Acquario

      

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