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Guida alla Dea Madre in Italia

Itinerari tra culti e tradizioni popolari

Andrea Romanazzi - Prefazione curata da Syusy Blady

    

IL LIBRO

La penisola italiana ha accolto nei millenni numerosi riti, tradizioni e culti incentrati sulla Divinità Femminile, dei quali restano ampie e talora vistose tracce. Ed è proprio viaggiando alla loro ricerca, fra terra, acqua, aria e fuoco, che l’autore ha scoperto una serie di emozionanti itinerari in cui rivivere gli arcaici sapori della Grande Madre. La prefazione è di Syusy Blady, conduttrice e regista di “Turisti / Misteri per caso”. All’interno, 250 pagine, illustrazioni in b/n e 16 mappe con percorsi suggeriti per visitare i luoghi della Dea in Italia.

LA TEMATICA
Il culto della Mater Magna affonda le sue radici nella terra della rimembranza ove le ombre di un lontano passato evocano ricordi, mai cancellati di prosperità e gioia, di un tempo in cui l’uomo, stranito dai molteplici poteri e aspetti della natura, la fece madre e nutrice, iniziando a vivere nella sua immanenza come prodigo figlio che con timore venera e rende grazie alla sua Dea. Sono queste le caratteristiche della Grande Generatrice, la mater il cui ventre è, nell’immaginario primitivo, la grotta e i cui liquidi vitali, le sacre fonti che sgorgano dalle viscere della terra, assicurano la vita. Il libro, in un mistico percorso tra le tradizioni ed il folklore italiano, ci porterà alla scoperta dei molteplici aspetti della Dea, dagli antri paleolitici alle “pocce lattaie” nelle cui profondità incontreremo Ma e Cerere, Brigida e Ciane, Meftis e Dana, fino ad arrivare alle numerose Vergini dal volto scuro, ricordo di culti primitivi nei quali fertilità e procreazione avevano assoluta dominanza. L’attenzione si sposta così anche all’aspetto materno del mistero della procreazione, diventano così importantissimi i rituali di fertilità ed accoppiamento attraverso i quali il dio e la dea e, nel mondo terreno, l’uomo e la donna assicurano la vita eterna, la continuità della creazione diventando essi stessi, nella loro unione, immagine di quella Unica divinità generatrice. Questi rituali però non possono avvenire ovunque, ogni religione ha i suoi santuari, i propri luoghi sacri l’Etemenanki biblica ove Cielo e Terra si congiungono per parlare una sola lingua. Ecco così svelati i sacri “linga” del territorio italiano, i luoghi del coitus che generano la vita, il betile che ingravida la terra in modo che possa garantire un buon raccolto e microcosmicamente la donna, rendendola fertile e prospera. Sarà così che, per capire le evoluzioni della dea del raccolto da Kore e Persefone alla Vergine Maria e Sant’Anna, ci immergeremo nel mondo del foklore ove il contadino diventa così il simbolo e l’attore di un non-mutamento, una ideologia che, nonostante l’adesione al cristianesimo, non dimentica il mistico mondo apotropaico e pagano al quale appartiene e dal quale proviene. Sotto il velo dei dogmi e del catechismo cristiano, travestiti da spettri, credenze e “stupide” superstizioni, ri-troveremo gli elementi di una religione naturale, le invisibili orme di una divinità che continua ad intimorire gli uomini quando, affascinati, nelle notti buie, alzano gli occhi al cielo per scorgere la forza e la potenza della natura. Proprio nel cielo il primitivo vedrà volare la donna-uccello portatrice di morte e di sventure, dalle Erinni alle arpie, dalle valkirie alle streghe e fattucchiere medievali che, però ben lungi dal rappresentare il male e la morte, sono solo uno dei molteplici aspetti della divinità primigenia. La morte è dunque il rinnovamento attraverso il quale potrà giungere la vita e la resurrezione, la speranza che può donare solo l’immagine della Luna alta nel cielo, l’androgino primordiale, il sacro “apeiron” al quale giungeremo nell’estasi della sua visione. Questo lavoro diventa così una vera e propria cerca delle tracce della dea nel territorio italiano, un sentiero reale, ricco di luoghi da visitare tra gli odorosi e oscuri boschi ove la dea, mai scomparsa, si è ritirata, con il suo compagno, il Dio, schernendo il tempo e “l’uman destino”, e lasciando, come monito, i suoi templi. E’ in questo scenario che, affioran, o negli antichi ricordi popolari italiani, mai scalfiti, le radici di tradizioni e antiche reminiscenze che, come suoni e canti di Muse ispiratrici, svelano, tra le nebbie dell’umana inquisizione e dell’oscuro oblio, i ricordi di un passato celato nel fantastico scrigno del folklore popolare e delle fiabe, regno incontrastato della Dea ove, ancora oggi, tra le parole di scrittori e poeti, sorride alle nuove generazioni: essa è qui nascosta e vivrà per sempre aspettando ansiosamente colui o colei che la ascolterà e la farà rivivere. Il Libro consta di 250 pagine, con illustrazioni e carte tematiche, una vera e propria guida per una visita dei luoghi della Dea in Italia.

L'AUTORE
Andrea Romanazzi, (1974) Ingegnere civile, da oltre 15 anni s’interessa a discipline antropologiche e archeomitologiche, occupandosi, anche attraverso ricerche sul campo, di manifestazioni religiose, magico-popolari e folkloriche, con speciale attenzione alle tracce dell’antico culto della Dea Madre e alle sue molteplici evoluzioni tra storia, mito, religione e tradizioni. Autore e attivo conferenziere, collabora a diversi periodici, in particolare le riviste Hera e Graal.

 

INFORMAZIONI SUL LIBRO

Editore: Venexia
Pagine: 250
Info: andrji00@libero.it
Disponibile da Maggio '05

     

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