Nel corso della storia
molte furono le crudeltà
efferate che gli uomini
idearono contro gli
altri uomini, ma
certamente nessuna potrà
mai superare quelle
effettuate nei campi di
concentramento nazisti
durante la 2° guerra
mondiale. Allo scoppio
della guerra esistevano
i seguenti campi di
concentramento:
(notizie
presenti nel documento
Top-Secret n. R. 129,
rapporto del Generale
Pohl, Comandante di
tutti i campi di
concentramento, sulla
situazione, nel marzo
1942)
Dachau: nel
1939 vi erano 4.000
prigionieri. Nel marzo
1942 la cifra raggiunse
gli 8.000
Sachesenhausen:nel
1939 vi erano 6.300
prigionieri. Nel marzo
1942 la cifra raggiunse
i 10.000
Buchenwald:
nel 1939 vi erano 5.300
prigionieri. Nel marzo
1942 la cifra raggiunse
i 9.000
Mauthausen:
nel 1939 vi erano
1.500 prigionieri. Nel
marzo 1942 la cifra
raggiunse i 5.000
Flossemburg:
nel 1939 vi erano 1.600
prigionieri. Nel marzo
1942 la cifra raggiunse
i 4.500
Rovensbrük:
nel 1939 vi erano 2.500
prigionieri. Nel marzo
1942 la cifrà raggiunse
i 7.500
Negli anni 1940-'42 nove
nuovi campi furono
aperti: Aushwitz -
Neuengamme - Gusen -
Natzweiler - Gross -
Rosen - Lublino -
Niederhagen - Stuffhof -
Arbeutsdarf.
Con l'invasione nazista
dell'Europa i campi di
concentramento si
affollarono di
prigionieri di varia
nazionalità e razza. Lo
STERMINIO divenne
sistema pianificato. Si
calcola che nei "Campi
della morte" vennero
uccisi circa 11.000.000
di persone dei quali
6.000.000 circa di
Israeliti. Le diverse
categorie dei
prigionieri vennero così
spiegate:
"Le
CATEGORIE DI PRIGIONIERI
erano una delle
caratteristiche
salienti, basata su una
concezione militare
dell'organizzazione e
avente, in ultima
analisi, lo scopo di
umiliare le vittime,
facendo il loro delitto
"visibile". Molti campi
vennero organizzati, sul
modello di Dachau, con
un comandante, un
comando, da cui
dipendevano gli
ufficiali preposti alle
varie baracche, e i
gregari. Tutti i
prigionieri, denominati
ufficialmente "persone
in custodia protettiva",
erano contraddistinti da
triangoli sulle vesti,
che per permettere una
identificazione più
rapida erano disposti
sulla parte sinistra del
petto e sulla gamba
destra. L'apice era in
alto; agli ebrei era
aggiunto un triangolo
giallo con la punta in
basso e, fra essi, i
"corruttori della razza"
perchè sospettati di
relazione con donne
"ariane", avevano sul
triangolo giallo delle
strisce nere. Si
potevano riconoscere le
seguenti categorie dai
vari colori:
I CRIMINALI VERI E
PROPRI in verde
I PRIGIONIERI POLITICI
in rosso
I RENITENTI AL LAVORO o
asociali, in nero
Gli EMIGRANTI in blu
I CULTORI DELLA BIBBIA
in viola
Gli OMOSESSUALI in rosa
Ma
queste suddivisioni si
confusero e valsero
relativamente quando si
abbattè la fiumana dei
prigionieri d'ogni
paese. ASOCIALI
erano, per esempio, gli
zingari, o quanti si
rifiutassero di servire
per il Fronte del
Lavoro,
o i mendicanti. Gli
EMIGRANTI erano quelli
fuggiti dalla Germania
in opposizione al
nazionalsocialismo e
richiamativi con la
frode, o con la minaccia
di rappresaglie ai
congiunti. I POLITICI
erano avversari d'ogni
tipo. I CRIMINALI VERI E
PROPRI erano ebrei o
assassini. I CULTORI
DELLA BIBBIA, quanti
dissentissero dal
servizio militare per
ragioni di coscienza o
rifiutassero d'avere
qualcosa in comune con
il nazismo e con le
distinzioni di razza,
pur essendo ariani puri.
Le punizioni,
inizialmente, come
vedremo, erano feroci ma
accuratamente dosate;
poi, degenerarono come
vedemmo, e più vedremo.
V'era la degradazione,
per la quale i
prigionieri erano
considerati CRIMINALI
PERICOLOSI e chiamati
non per nome ma per
numero. L'uniforme
a righe e la rasatura
della testa indicavano
il fuori casta. L'uso
del "Du" e del "Sie",
l'impossibilità del
rivolgersi alle guardie
in qualunque caso, ai
"bei tempi" dei campi,
erano preludio del
"poi". Le guardie,
scelte fra anormali.
"Ubriaconi notori e
criminali" erano
selezionati
dall'organizzazione
militare del Partito e
posti in reparti
speciali. I prigionieri
di diverse classi
sociali venivano
mescolati ad altre sì da
ingenerare un'atmosfera
inquieta e torbida. Gli
intellettuali venivano
cacciati ai lavori
manuali, i lavoratori
del braccio favoriti sì
da insuperbire
quest'ultimi a inasprire
i primi. Questo era il
concetto di fare i
prigionieri prigionieri
tra loro".
I campi di
concentramento non erano
utilizzati al solo scopo
di sterminare i
prigionieri. Infatti
questi ultimi venivano
impiegati in lavori di
costruzione o di
produzione fino a che,
stremati dalla fatica e
dalla fame, venivano
destinati alla morte.
Nel testo del rapporto
del Procuratore Generale
della Terza Armata
Americana che liberò il
campo di Mauthausen
possiamo leggere che
Mauthausen era una
gigantesca fortezza di
pietra in vetta a una
montagna, circondata da
piccole baracche. Grazie
al fatto di essere opera
permanente, aveva posto
per una grossa
guarnigione di ufficiali
e di soldati, larghi
refettori e comodità per
il Comando. Lo scopo del
campo di Mauthausen era
quello di STERMINARE
QUALUNQUE PRIGIONIERO VI
ENTRASSE. Gli altri
campi, compresi Gusen ed
Ebensee, le due più
importanti diramazioni,
venivano adoperati per
sfinire i prigionieri,
che alla fine venivano
rimandati a Mauthausen
per essere uccisi.
Naturalmente il più
delle volte i
prigionieri non venivano
uccisi, ma morivano per
il freddo, per la fame,
per le percosse subite
dagli ufficiali delle
SS, o semplicemente per
le infezioni o le
malattie, quali la
dissenteria o la
polmonite, alle quali
andavano incontro i loro
corpi indeboliti. Nei
campi i prigionieri
erano organizzati in
baracche, all'interno
delle quali essi erano
ammucchiati in castelli
in quattro (quando
andava bene) o più per
ogni giaciglio largo 80
cm, spesso dormivano
ammassati sul pavimento,
senza neanche lo spazio
per distendersi.
La
carriera e i privilegi
dei "kapos" dei campi di
concentramento (scelti
tra ergastolani tedeschi
prelevati dai
penitenziari) dipendeva
dalle capacità di
ciascuno di svolgere il
proprio mandato, quello
di sterminare i
prigionieri, e quindi
gli ordini erano dati
proprio a quello scopo.
I prigionieri erano
costretti ad eseguire i
loro ordini in qualunque
caso, pena la morte... e
spesso si trattava di
ordini assurdi dati
appositamente per
uccidere. Perfino
l'ordine di andare a
raccogliere un berretto
gettato da un "kapò" sul
filo spinato percorso da
corrente ad alta
tensione che recingeva
il campo era eseguito.
Meglio una morte "dolce"
e rapida di una
somministrata lentamente
fra sofferenze, percosse
e torture. A volte ad
uccidere erano 25
vergate, che se non
uccidevano riducevano in
condizioni pietose. E
quando in un campo di
concentramento non si
era più in grado di
lavorare si era
destinati al forno
crematorio. Si poteva
morire perfino annegando
in un secchio, con la
testa premuta dentro da
una mano omicida,
talvolta amica, magari
la mano di un compagno
disperato che obbedisce
all'ordine soltanto per
sopravvivere. Con queste
tecniche poche SS e
qualche centinaio di
kapos erano sufficienti
per sorvegliare ed
uccidere decine di
migliaia di prigionieri.
In ogni angolo dei lager
erano ammucchiati mucchi
di cadaveri pronti per
essere bruciati nei
forni crematori, proprio
per cercare di far
scomparire le tracce dei
loro inauditi crimini.
Il colonnello Franz
Zieris, comandante del
lager di Mauthausen e
dei kommandos di lavoro
dipendenti, dopo la
liberazione americana,
era riuscito a scappare
nascondendosi nel
villaggio austriaco di
Wiesen ma venne
catturato e ferito
mortalmente. Prima di
morire gli vennero fatte
delle domande ma egli
rispose quasi sempre
negando di aver fatto
parte alle crudeltà
eseguite sui
prigionieri, gli venne
persino chiesto se fosse
vero che a Gusen
facevano conciare dei
pezzi di pelle umana con
dei tatuaggi originali
per farne delle
rilegature per libri e
dei paralumi... Le sue
dichiarazioni comunque
furono sufficientemente
esplicative. Tra le sue
dichiarazioni:
·
A Gusen 800 prigionieri
vennero uccisi a colpi
di scure, a bastonate o
con gli annegamenti
·
Il primo capo-squadra
delle SS Fentsch
assassinò circa 700
prigionieri nel campo
sussidiario di Gusen n.1
facendoli immergere
nell'acqua gelata con
una temperatura di 12
gradi sottozero, per la
durata di tre ore; dopo
questo bagno, essi erano
costretti a rimanere più
ore completamente nudi,
all'aria aperta, finchè
si abbattevano morti di
freddo.
·
Il medico dottor
Kiesenwtter, delle SS,
assassinò alcune
centinaia di prigionieri
mediante INIEZIONI DI
BENZINA.
·
Il dottor Richter,
ufficiale delle SS,
"operò" alcune centinaia
di deportati senza alcun
motivo al mondo,
ESTRAENDO loro PARTI del
CERVELLO, dello STOMACO,
dei RENI e del FEGATO.
·
A Sachenhausen lo
stermino dei prigionieri
era organizzato mediante
le esecuzioni.
Nell'interno di una
galleria era stata
installata una baracca
divisa in due parti;
all'ingresso venivano
ammassati i condannati e
mentre un apparecchio
radio suonava a tutto
volume, uno a uno
venivano spinti nel
locale dell'esecuzione
attraverso un passaggio
oscuro. All'altra
estremità della baracca
c'era un dispositivo di
fucili, preparati dietro
a delle tavole
traforate. L'esecuzione
avveniva così mediante
un colpo alla nuca.
Vicino al condannato
stavano due aiutanti SS
che, dopo il colpo,
gettavano ilcadavere su
di un tavolaccio. Fuori
della baracca vi erano
mucchi di cadaveri
ordinati in cataste.
Erano stati installati 8
forni crematori mobili
che funzionavano senza
sosta.
Il dottor Hubert Jouon,
medico nel "revier"
(Infermeria) il giorno
10 maggio 1945 rilasciò
la seguente
dichiarazione, alla
Commissione Francese
nominata a Mauthausen
dopo la liberazione, per
raccogliere documenti
sui crimini perpetrati a
Mauthausen:
"In
data 30 marzo 1945, il
medico capo, dottor
Krakowski Joseph venne
incorporato nelle SS.
Fui nominato suo
successore nel kommando
di Modling. Il mattino
del 30 marzo il dottor
Krakowski, mi informò
che il lager sarebbe
stato evacuato e che gli
ammalati del revier
incapaci di marciare
sarebbero stati
giustiziati. Convenimmo
che nè lui nè io,
avremmo accettato di
partecipare a queste
esecuzioni. Alle ore 19
del medesimo giorno,
l'ufficiale SS dottor
Hofmann (di Vienna) mi
diede l'ordine di
compilare la lista dei
malati incapaci di
marciare. Io rilevai i
nomi di 82 malati. Alle
ore 20, ricevetti
l'ordine di recarmi
nell'ambulanza del
revier assieme al mio
assistente, il dottore
russo Yegoroff Valentin.
Vi trovai: un bidone di
benzina; una siringa di
50 cm^3. avrei dovuto
chiamare un primo malato
per fargli una iniezione
intra-cardiaca di
benzina. Mi rifiutai di
eseguire questo ordine.
L'ufficiale SS minacciò
di informare il
Rapportfürer SS Buhner
se persistevo nel mio
rifiuto. Io continuai a
rifiutare. Egli si
ritirò per poi ritornare
con il dottor Krakowski.
Dopo una breve
discussione in tedesco
fra loro due, fu
convenuto che i medici
presenti (polacchi,
francesi, russi) non
avrebbero partecipato
alle esecuzioni, ma
avrebbero registrato
solamente nomi e numeri
degli uccisi. Alle 20:30
il Rapportfürer entrò
nell'ambulanza,
annunciando
l'evacuazione per le ore
5 dell'indomani mattina
ed esigendo che prima
d'allora un minimo di 50
deportati fossero
uccisi. Subito i malati
della chirurgia più
gravi e incapaci di
camminare furono
accompagnati uno per uno
nell'ambulanza del kapò
tedesco ( triangolo
verde) Karl Shesko,
domiciliato a Vienna ed
ogni esecuzione fu da
lui fatta con una
iniezione di benzina intra-cardiaca
qualche volta, ma più
sovente intra-polmonare,
ciò significa provocare
la morte solamente dopo
cinque o dieci minuti di
atroce agonia...".
Quelli elencati in
questo articolo sono
solamente alcuni dei
crimini perpetrati
all'interno dei campi di
concentramento. Di essi
ci hanno portato notizia
i documenti ufficiali
delle SS e le
testimonianze dei
superstiti. Purtroppo
però molti documenti
sono stati bruciati o
distrutti dalle stesse
SS per cancellare ogni
traccia delle loro
crudeltà, e ove non vi
erano superstiti,
nessuno ha portato
testimonianza di quali
altri crimini siano
stati commessi. Non
sapremo mai fin dove sia
arrivato il sadismo
umano... ma restiamo
nella speranza che tutto
ciò non si ripeta mai
più.
BIBLIOGRAFIA
·
Tu passerai per il
camino (Vita e morte a
Mauthausen) di Vincenzo
Pappalettera - Mursia |